Sull'integrativo Fiat i sindacati si dividono di Enzo Bacarani

Sull'integrativo Fiat i sindacati si dividono Lo scontro riguarda la qualità Sull'integrativo Fiat i sindacati si dividono La Fiom contro le altre organizzazioni Le Rsu sceglieranno tra due piattaforme ROMA. Quello che tutti si aspettavano è accaduto ieri. La vertenza per l'integrativo Fiat subisce una battuta d'arresto e pone in luce posizioni diversificate all'interno delle organizzazioni sindacali. Fiom-Cgil da una parte e Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fismic dall'altra. Siamo di fronte a una divisione all'interno del fronte sindacale? Tutto sommato sì, anche se molti giurano che quest'ipotesi è fra gli spettri del passato. Ma le differenze politiche sono alla fine emerse, nonostante i ripetuti incontri che ci sono stati da due settimane a questa parte. La riconosciuta abilità diplomatica di Cesare Damiano ha cercato invano di mascherare un malcontento che all'interno della Fiom ha preso corpo fin dall'inizio della trattativa. Il nodo cruciale è la proposta della Fiat di legare gli aumenti al giudizio sulla qualità del prodotto espressa - attraverso sondaggio - dai clienti. Questo è un concetto che per la Fiom è inconcepibile. «Non possiamo - dicono in sostanza i metalmeccanici della Cgil - legare un accordo integrativo ai giudizi, o peggio ai capricci, di chi acquista un'auto. Per noi la qualità della produzione si misura a livello di stabilimento, ci sono degli organi designati a giudicare la qualità del prodotto». Ribatte l'azienda: la qualità del prodotto viene giudicata da chi lo acquista, la nostra è un'indagine seria e approfondita che non può dar luogo a equivoci. La questione - che non è di lana caprina - spacca le organizzazioni sindacali, perché Firn, Uilm e Fismic sostengono che il problema dell'indice che misura la qualità del prodotto è sì importante, ma non fondamentale. La questione è piuttosto un'altra: la quantità dell'aumento salariale. Oggi i coordinamenti sindacali di Fiom, Firn, Uilm e Fismic decideranno su «come» e «se» proseguire il confronto con l'azienda. E, inevitabilmente, partono le stoccate di fioretto - ma anche quelle di sciabola - all'interno delle organizzazioni sindacali. Pierpaolo Baretta, leader Firn: «Le differenti opinioni tra di noi sono sul merito di singoli aspetti e non ci sembrano tali da Cesare Damian giustificare un'interruzione della trattativa con la Fiat, né una divisione tra le organizzazioni sindacali, né la rinuncia ad un accordo positivo». E Roberto Di Maulo, leader Uilm, aggiunge che «la Fiom ritiene di non dover proseguire il confronto, avendo attribuito un valore pregiudiziale alla risoluzione del problema qualità facendola assurgere al ruolo di "primus inter pares" sui temi aperti. Per noi resta ferma la richiesta di 2 milioni di aumento di cui un milione nel primo anno, così come ribadiamo l'esigenza di mensilizzare l'aumento già dal 1996. A questo punto non escludiamo la possibilità di rivolgerci alle Rsu che potranno indicarci con un voto la strada per proseguire e concludere l'intesa». Giuseppe Cavalitto, segretario nazionale Fismic, frena l'irruenza di Di Maulo: «L'interesse generale deve prevalere su quelli particolari. Bisogna assolutamente evitare rinvìi dei tempi mantenendo distinti i tre crediti economici che i lavoratori hanno con le imprese: gli aumenti salariali negli accordi integrativi, il recupero dei punti della scala mobile, gli aumenti salariali contrattuali per il prossimo biennio. Chi non fa questa scelta politica elude gli interessi dei lavoratori». Damiano non vuole fare una piega e ribadisce che il confronto con la Fiat deve continuare sui tre punti proposti unitariamente dai sindacati. «Ed è noto dice il vicesegretario generale della Fiom - che la Fiat su un punto essenziale come quello della qualità ha dichiarato la sua indisponibilità. Le riunioni dei rispettivi coordinamenti che si terranno separatamente sono motivate dalla necessità che le singole organizzazioni hanno avvertito di approfondire al proprio interno il dibattito sull'andamento della vertenza. Al termine di queste riunioni ci sarà un confronto unitario tra le tre segreterie nazionali dei sindacati dei metalmeccanici». La parola passa dunque ai delegati delle Rsu: puntare sulla quantità o sul concetto di quahtà? I coordinamenti separati decideranno, ma la vertenza ora è in salita. Enzo Bacarani Un gruppo di operai all'entrata dello stabilimento Cesare Damiano

Persone citate: Cesare Damian, Cesare Damiano, Di Maulo, Giuseppe Cavalitto, Pierpaolo Baretta, Roberto Di Maulo

Luoghi citati: Roma