Per Cgil, Cisl e Uil «unità più vicina» di Paolo Patruno

Per Cgil, Cisl e Uil «unità più vicina» Ma sulla strada rimangono molti ostacoli Per Cgil, Cisl e Uil «unità più vicina» ROMA. «Un passo avanti», per la Cgil di Sergio Cofferati. «Abbiamo posto le basi del processo unitario», conferma misurato il leader della Cisl, Sergio D'Antoni. «Finalmente cominciamo a entrare nel merito dei problemi, ma ci vorranno tante altre riunioni» conclude Pietro Larizza per la Uil. Ma al di là della comune vol<~">tà di proseguire il confronto ptr costruire il nuovo sindacato unitario, il carniere di Cgil, Cisl e Uil, dopo due giorni di «seminario» a porte chiuse con l'apporto di una dozzina di «saggi», si presenta ancora piuttosto sguarnito. Tanto che non si prospettano più date precise, scadenze vincolanti per costruire il nuovo soggetto sindacale, come facevano ancora ultimamente D'Antoni e Larizza parlando di fine anno o addirittura di luglio, prima del congresso della Cgil. Tutto sfuma, insomma, in una prospettiva che si spera sia ravvicinata. Per ora «abbiamo solo imbandito la tavola» precisa il segretario organizzativo della Uil, Franco Lotito, che ha sostituito il suo segretario generale alla conferenza stampa. E in tavola sono stati finalmente posti, forse per la prima volta in maniera chiara, i problemi concreti da affrontare, le divergenze da superare sulla via dell'unità. Senza un'oncia di trionfalismo, D'Antoni ammette: «Abbiamo cominciato un concreto confronto sul merito dei problemi che, se affrontati con questo stesso spirito positivo, sono superabili. In questa due giorni non sono state superate le questioni che ci dividono, ma continuare a lavorare insieme ci porterà in tempi brevi ad avviare il processo costituente». Ma quali sono questi tempi? Quattro mesi, di qui al congresso della Cgil, come diceva Larizza, o entro il '96 come chiede D'Antoni? «Non ci sono date ultimative chiarisce Lotito - quando ci sono da approfondire certi problemi non si può stare con la pistola sul tavolo». Aggiunge Sergio Cofferati, che all'inizio di luglio affronta un congresso con all'ordine del giorno proprio l'unità sindacale, un tema che non riscuote l'unanimità nella componente di sinistra della Cgil: «E' stata una discussione seria, impegnativa, assai utile. Ora si può cominciare il processo di approfondimento dei singoli capitoli». E sono tanti i punti sui quali Cgil, Cisl e Uil devono trovare la convergenza per stilare il loro programma unitario da sottoporre ai lavoratori: la selezione dei gruppi dirigenti, i rapporti con gli iscritti e l'insieme dei lavoratori, la rappresentatività sindacale e la democrazia interna, i rapporti con gli autonomi. Quest'ultimo è stato affrontato anche in pubblico nell'incontrostampa. Cofferati, come anche Larizza, pone una netta discriminante: «La dimensione confederale del nuovo sindacato, che dovranno accettare tutti quelli che intendono aderire alla proposta di Cgil, Cisl e Uil». Più sfumato D'Antoni, che invece aspira a imbarcare anche la galassia degli autonomi: «Il nuovo sindacato unitario n sarà solo la somma di Cgil, Cisì e Uil, ma un soggetto in grado di raccogliere un consenso più ampio». Un problema ancora da risolvere, uno dei tanti. Ma si è messo in moto, a piccoli passi, il dibattito che potrà sfociare nell'unità. Ne è convinto Gino Giugni, uno dei saggi partecipanti al seminario: «L'unità o si fa adesso o non si fa mai più. E a questo punto, credo che sia possibile e fattibile. Sono moderatamente ottimista». Paolo Patruno

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