Iri Bruxelles chiede un segnale

Van Miert avverte Ciò: «L'Italia deve dimostrare che vuole risanare davvero» Van Miert avverte Ciò: «L'Italia deve dimostrare che vuole risanare davvero» Iri, Bruxelles chiede un segnale Per la Commissione l'intesa del '93potrà essere rivista % «se le condizioni di mercato non saranno favorevoli» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Karel Van Miert, il guardiano della concorrenza alla Commissione europea, non indica ricette, non dice quali sono i gioielli della corona Iri che il presidente Michele Tedeschi deve vendere entro l'anno. Ma chiede chiaramente «un segnale concreto che dimostri la volontà del nostro Paese di rispettare l'impegno» preso nel '93 dall'allora ministro degli Esteri Nino Andreatta. A farsi portavoce del coriaceo commissario è stato, ieri sera, il ministro dell'Industria Alberto Ciò, al termine di un lungo incontro centrato sulle contestazioni che Bruxelles muove alla legge Prodi (Ciò si è impegnato a «modificare strutturalmente la legge», che garantisce i debiti delle aziende in crisi con più di 300 impiegati). L'accordo Andreatta-Van Miert prevedeva, fra l'altro, la riduzione dell'indebitamento dell'Iri ad «un livello accettabile per un investitore privato che operi in economia di mercato». In parole povere, il debito della holding dovrebbe scendere dagli attuali 25 mila miliardi, a «soli» 4500 miliardi. Ciò ha fatto capire che la via maestra per rispettare quell'accordo sarebbe la privatizzazione della Stet ma, ha aggiunto, «il governo si è battuto per un anno in Parlamento per ottenere l'authority sulle te- lecomunicazioni». Inutilmente: l'autorità ancora non c'è, ma «resta la necessità di seguire la via delle privatizzazioni, anzi, forse questa necessità è ora ancora più urgente». Il tempo che l'accordo Andreatta-Van Miert lasciava all'Italia scade infatti alla fine dell'anno. Certo Van Miert ha concordato con Ciò nel dire che «aprire il discorso adesso potrebbe significare inviare messaggi non condivisibili». Il commissario ha anche espresso «apprezzamento per i risultati ottenuti dal governo, anche aldilà delle sue aspettative». E comunque «Van Miert ha detto che l'importante è che il nostro Pae- se dia dei segnali concreti che dimostrino la volontà di rispettare l'impegno preso. Da parte sua c'è una fermezza, anche sul tema delle legge Prodi, che non lascia adito a dubbi: il nostro Paese deve proseguire sulla via delle privatizzazioni. Gli spazi che ci rimangono sono molto stretti». Nei giorni scorsi gli uomini di Van Miert avevano lasciato trasparire una disponibilità a considerare l'ipotesi di una proroga di un anno ai tempi dell'accordo, a patto che l'Italia affronti decisamente lo zoccolo duro del debito Iri. Ed anche ieri un funzionario ha detto che «la scadenza potrebbe essere estesa con un accordo tra l'Italia e la Commissione, se ciò venisse giustificato dalla situazione del mercato». A Bruxelles cioè, ci si rende conto delle difficoltà politiche nel nostro Paese, ma proprio per questo la reazione della Commissione viene esplicitamente condizionata all'esito della lotta politica: «dipenderà da chi vince le elezioni, e da come proseguirà il programma di privatizzazioni. Se il nuovo governo indicherà chiaramente che il programma verrà portato avanti, e magari ampliato, non ci dovrebbe essere problema per estendere l'accordo». Fabio Squillante % Il ministro dell'Industria Alberto Ciò

Luoghi citati: Bruxelles, Italia