«Chi più licenzia più guadagna»

«Chi più licenzia, più guadagna» AMERICA «Chi più licenzia, più guadagna» Wall Street premia i grandi tagliatori di teste NEW YORK. Licenziare per far salire i titoli della propria azienda in Borsa e portare a casa un bell'aumento di stipendio. Povera di etica, ma sinora di grande efficacia, sembra essere questa la formula vincente di molti grandi capitani d'impresa americani. I Ceo, Chief executive officers (carica che riassume le figure di amministratore delegato e presidente), hanno scoperto che Wall Street premia i tagli nella imprese mega e non, mentre gli azionisti di maggioranza sono pronti a pagare denaro sonante a chi sa risanare e solleticare gli operatori dello Stock Exchange. In nome del Dio Dollaro, i superboss fiondano la gente in mezzo ad una strada, senza farsi alcuno scrupolo. Almeno così pare. La teoria elaborata da un articolo pubblicato questa settimana su Newsweek è che tra licenziamenti, andamento di Borsa e stipendi dei manager c'è un legame perverso. Vale la pena di fare un esempio. Recentemente due grandi banche newyorkesi - Chase Manhattan e Chemical - hanno deciso di unirsi per dare vita ad un superistituto di credito. La prima conseguenza del matrimonio è stato un piano per tagliare dodicimila posti in modo da ridurre i costi operativi. La seconda è stato l'immediato rialzo dei titoli Chase, visto che il mercato ha interpretato la sforbiciata come preludio ad una maggiore redditività. La nuova Chase non ha però toccato un capello dei 36 dirigenti della Chemical, ai quali sono andati ricchi stipendi e, nel peggiore dei casi, abbondanti buonuscite. Oggi il Ceo dell'azienda di credito percepisce un reddito annuo di 2,4 milioni di dollari. Il che, in lire, fa oltre 3,5 miliardi. E' il prezzo del muso duro, sostiene Newsweek. Certo, aggiunge il settimanale, non è giusto dare la colpa di tutti i tagli occupazionali al Grande Business o a Wall Street. Il più delle ristrutturazioni seguite alla crisi di fine Anni Ottanta era certamente inevitabile, lo sanno bene quelli della General Motors (74 mila tagli nel 1991) o della Sears (50 mila nel 1993). Ora però l'ingordigia delle aziende e del mercato ha complicato la situazione. Invece che preparare il personale al lavoro e tentare di mantenere i salari su livelli equilibrati, i Ceo si sono fatti scappare i salari di mano. La crisi ha così chiesto loro di esibirsi in sacrifìci umani. «La reazione positiva dei mercati - annota Newsweek equivale ad uno sputo sul cadavere delle vittime». Numerose le aziende sotto accusa. Si comincia con la Apple (nomina amministratore il suo consigliere Gii Amelio, gli chiede di far saltare un mare di teste e gli offre 2 milioni e mezzo di dollari l'anno) e si arriva alla Att (a gennaio annucia 40 mila tagli, le sue azioni salgono e il gruppo guadagna 5 milioni di dollari solo in Borsa). Sono finiti i tempi di Jacocca, afferma il settimanale americano, che consolidò la Chrysler poco meno di vent'anni fa: «L'avidità e l'egoismo hanno avuto la meglio sul buon senso». [r. e. s.l Robert ALIEN Chief Executive della AT&T Guadagna 3,3 milioni dì dollari Conno Nel gennaio 1996 ha annuncialo 40 mila icenziomenti Louis GERSINER Chief Executive dell'Ibi!) Guadagna 2,6 milioni di dollari l'anno Nel luglio 1993 ha annuncialo 60 mila licenziamenti I SUPift MANAGER CHE TAGLIANO . Walter SH1PLSY CnTwExeortive della Chemical/Chaie Manhottan Bank Guadagna 2,4 milioni di dollari l'anno Neil'ago»to 1995 ha annuncialo 12 mila icenziamentì Robert PALMER Chief Executive della Digital Guadagna 900 mila dollari l'anno Nel maggio 1994 ha annuncialo 20Vnila licen\amenli Frank SHRONTZ Chief Executive della Boeing 1,4 milioni di dollari l'anno Nel febbraio 1993 ha enunciato ila amenti Robert STEMPEL Chief Executive della General Motors Guadagna 1 milione di dollari l'anno el dicembre 1991 ha annunciato 74 mila icenziomenti

Persone citate: Amelio, Frank Shrontz, Jacocca, Louis Gersiner, Robert Alien, Robert Palmer, Robert Stempel, Sears, Walter Sh1plsy

Luoghi citati: New York