Un virus invade la California un altro virus ha invaso il video

F F tivù' & tivù' =1 Un virus invade la California un altro virus ha invaso il video CI sarà qualche possibilità per sfuggire al Festival di Sanremo? Ma vogliamo sfuggire al Festival di Sanremo? Quasi dieci milioni di telespettatori, i soliti dieci milioni che si spostano con lo spostarsi dei varietà, hanno seguito la serata preparatoria alla rassegna, quella dove non cantava nessuno, dove tutti gli interpreti venivano intervistati dai giornalisti anche loro in passerella, e che era oggettivamente noiosa. Eppure, fin da questo primo appuntamento Pippo Baudo ha fatto centro, almeno quantitativamente. Chissà ieri sera con la gara, e poi stasera, e domani, e venerdì; chissà sabato con la finale. Mai Sanremo è stato tanto atteso, preparato, reso «evento» prima ancora che cominciasse, trasformato in unico programma «nazional-popolare» di tutti i palinsesti. Stasera resistono Lubrano e la De Filippi, poi Italia 1 organizza una serie di appuntamenti cinematografici: una «serata De Palma» oggi, una «serata Salvatores» giovedì, una «serata Star Trek» venerdì, si fa quel che si può, con televisiva rassegnazione. Sempre su Italia 1 resta da segnalare un film per la televisione andato in onda domenica, e seguito da 2 milioni 657 mila spettatori, la prima puntata deU'«Ombra dello scorpione» di Mick Garris, con Gary Smise e Molly Ringwald, tratto dal romanzo omonimo di Stephen King, mago dell'horror, che ha anche sceneggiato il film. Si è liberato un virus, un altro «virus letale» come quello del recente lavoro con Dustin Hoffman. Nel Texas si comincia a morire di una malattia che si presenta come una normale influenza: ma non perdona. Arriva l'esercito, lo «zio Sam», che cerca di isolare il contagio, maltratta gli ammalati, nega tutto, che esista un'epidemia, una nuova peste contemporanea. In California si studia un virus, che stermina gli scienziati del laboratorio: uno di loro scappa e diffonde la terribile super-influenza. Soltanto uno dei possibili contagiati non si ammala e tanto meno muore. Bisogna scoprire il perché, arginando la morte. Un bel prodotto fatto apposta per la televisione, che giustamente Italia 1, come spesso accade per i prodotti di qualità, non ha pubblicizzato granché. Ci sono tutti gli ingredienti, la suspense, la vita e la morte, i buoni e i cattivi, i moderni incubi metropolitani che si materializzano nel male fisico. Uno dei contagiati dice: «Non avevo tanta paura dal Vietnam, dal 1969. Anzi, ho più paura adesso». Guerre batteriologiche per gli ultimi giorni dell'umanità. L'altra sera, poi, mentre su Raiuno sfilavano i nostri eroi canterini, su Raidue andava in onda uno speciale-di Giancarlo Governi, «Quando volava l'airone», dedicato a Fausto Coppi. Era già stato trasmesso una volta, il 1° gennaio, altra data piuttosto infausta, «trainato» comunque dallo sceneggiato con Castellino e Ornella Muti. Figuriamoci questa replica, in concomitanza con Sanremo. Peccato che sia stata una proiezione per pochi intimi: era un filmato interessante, con documenti nuovi forniti anche dal figlio di Coppi, Faustino. Gli appassionati, i ciclisti, gli ammiratori della bicicletta e dei campioni non avrebbero dovuto perderlo. Ma c'era il «pre-Festival», di là. Alessandra Co mazzi