BRUCE l'evento ALBANO il cuore
MI'evento Tra lustrini ed emozioni è cominciato ieri il Festival, vero spettacolo «nazionalpopolare» MI'evento SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Caro vecchio Festival, crogiuolo di cialtronate ed emozioni. Lo spettacolo della vita è sfilato ieri sera sui teleschermi in pochi attimi intensi. Lustrini, arte e lacrime. Sanremo è nazionalpopolare, ambisce ad accontentare tutti, rockettari e casalinghe. Così, ecco in una manciata di minuti sfilare le due splendenti vallette superstar e poi di botto arrivare Bruce Springsteen con le maniche della camicia tirate su. Presentandolo dalla platea, era emozionato pure Baudo, sotto la sua scorza ultraprofessionale: «Chi l'avrebbe detto che un artista così grande sarebbe venuto al Festival?»; ahi ahi, Pippo. Poi ha sbagliato il titolo della canzone, dicendo «La ballata di Tom Jones» invece che Tom Joad. The Boss imperturbabile ha cantato la gente che donne sotto i ponti e i bambini che piangono perché hanno fame, «Benvenuto il nuovo ordine mondiale», diceva. Steinbeck, al Festival: l'avreste mai pensato? À Pippo ha offerto una vigorosa e silenziosa stretta di mano. Di botto, siamo tornati a casa, con Al Bano che aveva il nodo in gola e ha fatto fatica a cominciare a cantare. «E' la mia vita/ Che passa e dove andrà», finisce l'ariosa romanza, che nel pomeriggio alle prove aveva eseguito con rabbia orgogliosa. Anche lui è scappato senza dire una parola. Per ben altre ragioni. Volete sapere in sala Ariston com'è andata? Applausi di cortesia per The Boss (sottotitolato in tv); ma per Al Bano veniva giù il teatro. Inizio di Festival ad alto volume di spettacolarità, dunque, con forse u" problema di sottotitolare non solo Springsteen ma anche la bellissima Valeria Mazza. Fra rock e tradizione, al vecchio Ariston sta anche arrivando pigramente il Duemila. Lo scenografo Gaetano Castelli ha disegnato un complicato sfondo tecnologico. Vetrate di gerbere e bocche di leone stilizzate scompaiono lasciando una fila di luci colorate da discoteca, oppure una parete di stelle alla Sheraton. E per le riprese, sul soffitto del teatro vola un dirigibile bianco telecomandato che porta a spasso la telecamera: lo ha inventato Angelo Fattoracci, modellista in Roma; è dotato di timone, 4 ventilatori sui lati ne comandano la velocità; lo usano con prudenza perché nessuno è ancora pienamente padrone del curioso mezzo. In compenso, s'è trovato il modo di schermare i cellulari in teatro, per evitare i trilli durante le prove, Fra speranza di futuro e desiderio di passato, il marchio Sanremo continua a tirare. Il sobrio gala di lunedì sera in diretta Raiuno, con bulgaro strabordare di inquadrature mezzobusto nei toni del grigio, fra una manciatina di ospiti stranieri e un'infilata di domande per una volta educate ai concorrenti, ha collezionato 9 milioni 780 mila telespettatori, con una punta di più di 12 milioni e mezzo alle 21,05: è stato subito dopo «Striscia la notizia», il cui maitreà-penser, Ricci, quest'anno vuol dar seriamente fastidio non tanto al Festival quanto a Pippo in persona, cui è legato da antica inimicizia. Ieri, il programma di Canale 5 ha sfoderato a sorpresa la Parietti e si è accanito intervistando gli ospiti stranieri, facendo loro confessare che ignorano l'esistenza di Pippo Baudo. Ma a far innervosire la Rai è stata lunedì l'intervista al cavallo pazzo bis Pino Pagano, quello che l'anno scorso si voleva buttare dalla balconata. Soprattutto perché Pagano ha confermato che Baudo sapeva del suo gesto. «Valuteremo bene gli eventuali risvolti penali. Pagano non è una persona come tutte le altre e chi lo intervista si assume le proprie responsabilità», ha detto secco Maffucci. Passando dal disco all'esecuzione in diretta, le canzoni cambiano pelle. Questo vale tanto più per Sanremo, dove bisogna tener conto dei batticuori, dell'orchestra e di mille altre piccole variabili. Fuori dal tempo ci è parso Luca Barbarossa, con la sua ballata che riepiloga i topoi del rock. Nell'incredibile assemblaggio d'una melodia ariosa con un testo un po' cheap, ha ben figurato la grazia misurata dell'emarginato superclasse Umberto Bindi con i New Trolls, a lungo imbattuti nella vocalità. Irresistibile l'imparruccato Elio, che con le Storie Tese ha riso della piega emotiva che aveva preso la serata per poi svillaneggiare i vizi nazionali sul filo di un'intelligenza mai banale. Una battuta della «Terra dei cachi» ci colpisce ai cuore: «Quanti problemi irrisolti... ma un cuore grande così». NeU'mterminabile sfilata, si sono distinti con qualche sorpresa Riccardo Fogli, il bello per eccellenza, con «Romanzo» di elegante scrittura e pari interpretazione; e Ron per qualche attimo da solo con la sua chitarra ha allontanato l'atmosfera tradizionale del Festival in una ballata semplice ed elegante. Molto a tono Giorgia. Troppo emozionato Salvatore con la sua canzone sul disvelarsi d'un gay alla madre. Ma avrà tempo di rifarsi. Marinella Venegoni Tutti gli applausi sono per la bellezza di Valeria Mazza che batte la Ferilli. Le risate per Elio con tanto di parrucchino L'arrivo di Springsteen ha emozionato persino Baudo, che ha fatto un errore Ma l'ovazione delTAriston è stata per il cantante pugliese 1 Al Bano è stato il primo italiano a esibirsi (subito dopo Springsteen): ha cantato con rabbia e commozione «E' la mia vita». Alla fine, grandi applausi dal pubblico
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