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V«anomalia» della ricevuta fiscale e l'universo di spot e tv LA LETTERA DE 0.d.B. I bambini vogliono contare di più Carissimo Signor Del Buono, siamo scolari di quinta elementare, seguiamo spesso i notiziari televisivi e dobbiamo dire che restiamo meravigliati davanti alla tanta crudeltà e indifferenza che esistono al mondo. Ma, quando si tratta di bambini come noi, soffriamo veramente. Alcuni giorni fa abbiamo seguito alla tv un documentario riguardante i bambini cinesi che vengono abbandonati dai loro stessi genitori in degli Istituti dove deperiscono giorno per giorno senza assistenza fisica e morale... I rappresentanti di classe Laura Spagnolo, 5a C, Cosimo Greco, 5* D Scuola Elementare Novoli, Lecce DIARISSIMI bambini, soI no molto contento che il I vostro scritto sia controI i firmato anche dalle vostre \è\ insegnanti Maria Selloni, Rosalba Leggeri, Rosanna Invidia e dal non docente ma operatore ecologico Salvatore Armesano (sempre che abbia decifrato bene tutte le firme). Questo mi dà la prova che nella vostra scuola si lavora bene, nel senso che vi interessate non solo a quanto avviene nelle vostre classi 5a C e 5a D, ma anche a quanto avviene nel mondo. E questo è veramente importante, anche se implica per voi un contatto sgradevole con le crudeltà più vergognose, vi spinge a reagire con la vostra indignazione alle notizie delle prove durissime che debbono subire i vostri coetanei meno fortunati. E qui bisogna parlarci chiaro. Se anche avete sentito spesso i vostri genitori e gli I bamvoglcontar mbini ono di più adulti in genere lamentarsi legittimamente contro la politica e l'economia italiane così impasticciate, contro il governo così poco funzionante, eccetera, dovete pur sempre riconoscere che avete avuto fortuna a nascere in Italia, che non è solo uno dei Paesi più belli del mondo, ma anche, almeno per ora, un Paese in cui si può esprimere abbastanza liberamente la propria opinione. Voi, infatti, potete giudicare la situazione. «E' giusto vedere quelle immagini anche se tutto il mondo è pieno di problemi», voi mi scrivete, «ma questi ci colpiscono al cuore! Figuriamoci poi chi li vive in prima persona! Vorremmo fare leggere o, meglio, fare arrivare a chi potrebbe risolvere qualcosa la nostra tristezza e angoscia infinita, per tanti nostri fratellini lontani! Cosa potremmo fare se non "urlare" il nostro dolore?...». Potete insistere con le vostre proteste, collegandovi ad altre scuole, raccogliere firme, collaborare con l'Unicef, che è l'Organizzazione Internazionale che si occupa dell'infanzia, per far capire meglio agli adulti che anche i bambini pretendono di contare e si preparano a essere degli adulti migliori di quanto siamo noi vecchi che abbiamo sbagliato tante cose. Oreste del Buono