PIETROBURGO I fantasmi dell'avanguardia perduta

La «Seta» di Baricco debutta in Teatro Pittura, teatro, letteratura: la vita artistica di inizio secolo nelle «Memorie» del grande accademico Lichaciov BE strade amate da Aleksandr Blok, quelle dove il poeta passeggiava e ambientava i suoi versi. La sala in cui Kazimir Malevic esponeva i primi quadri suprematisti. L'appartamento luogo di riunione di poeti e filosofi simbolisti del primissimo '900. La casa che raccoglieva l'avanguardia pittorica degli Anni 20. I teatri testimoni della la rivoluzione estetica di Meyerhold. E' la mappa intellettuale di Pietroburgo. Riemerge vivida dalle prime pagine di Memorie (Vospominanija) un ponderoso volume, uscito da poco, che l'accademico Dmitrij Lichaciov si è regalato per i suoi novant'anni (li compirà il 28 novembre). Grande studioso della letteratura antica e dell'arte russa, a lungo direttore della sezione di letteratura russa dell'Accademia delle Scienze, ma anche detenuto politico nei lager staliniani (dal '28 al '31) Lichaciov è oggi l'uomo forse più autorevole della cultura russa. E' stato, nei suoi primissimi anni di infanzia, testimone di una Pietroburgo scomparsa, centro della splendida fioritura poetica del «secolo d'argento», fulcro della innovazione artistica esaltata dai primi anni della rivoluzione. Un luogo dove sono nate e si sono sviluppate tendenze artistiche che hanno influenzato teatro, poesia, pittura del '900, non solo russo. Una città dove, nella memoria di Lichaciov, le grandi realtà intellettuali si mescolavano ai rumori quotidiani: il tintinnare dei cavalli che trascinavano d'inverno le slitte, i fischi delle navi che transitavano lungo la Neva, lo sferragliare dei tramvai, le grida dei venditori al mercato. E poi i primi cinematografi che si chiamavano «Mirage» o «Soleil» e proiettavano pellicole intitolate I cento giorni di Napoleone, La fine del Titanio, le comiche di Max Linder o Maciste. Una città, la Pietroburgo di Lichaciov, attraverso la quale passavano precisi confini di classe : «La nobiltà abitava i quartieri Sergeevskij e Furshtadskij, gli impiegati erano a Kolomna, gli operai alla Vyborgskaja Storonà». Più complessa la distribuzione degli intellettuali: «C'era un preciso confine nella Pietroburgo del primo quarto del XX secolo - ricorda Lichaciov -. Passava lungo la Grande Neva, il ramo pincipale del fiume che attraversa la città. Sulla riva destra, sull'isola Vasiljevskij, erano distribuite le istituzioni universitarie e scientifiche: l'Accademia delle Scienze, l'Accademia delle belle Arti, l'Università». Di tutt'altro carattere intellettuale la riva sinistra: «Qui, accanto ai palazzi imperiali e le magioni dell'aristocrazia, trovavano posto i teatri: il Marijnskij, rAleksandrinskij, il Michajlovskij e il Malyi Dramaticeskij Teatr». E due di questi continuano a far parlare di sé. Il Marijnskij in epoca sovietica si chiamò Kirov e non è il caso di ricordare qui la sua gloriosa tradizione d'opera e di balletto. Al Malyj da qualche anno è arrivato come direttore artistico Lev Dodin, regista dei più famosi e apprezzati nel panorama mondiale. Ma la riva sinistra era anche cultura, arte: «Sul giardino del Palazzo di Tauride si affacciava la "Torre" di Vjaceslav Ivanov con i suoi "jours fixes" frequentati da tutta la Pietroburgo intellettuale». Qui, accanto a Ivanov e alla moglie Lidija Zinoyjeva-Annibal, intervenivano i più importanti poeti del momento e Meyerhold allestiva piccole pièces da camera. Negli anni successivi alla Torre si sostituì, sul Litejnyj Prospekt, la «Dom Muruzi»: vi circolavano Blok, Zamjatin, Shklovskij, Gumiliov vi organizzò la «Casa dei poeti», vi abitarono Merezhkovskij e Zmaida Gippius. Il Nevskij Prospekt, la grande arteria commerciale che spacca in due la città, descritta in tutta la letteratura russa, da Gogol a Belyj, ospitava la Duma cittadina: «Qui prendevano la parola il poeta Tyfanov e il pittore Kazimir Malevic, e si davano gli spettacoli del Teatro Sperimentale. Alla Borsa Kalashnikovskaja teneva i suoi interventi Marinetti, quando venne a Pietroburgo. La Duma cittadina e il quartiere Soljanqj erano i centri dell'attività intellettuale dalla fine del diciannovesimo secolo. Alle porte di Narva avevano luogo le rappresentazioni del Teatro Sperimentale della Gioventù». Buona parte dell'avanguardia teatrale si sviluppava in teatrini e cabaret; sempre sulla riva sinistra: «Negli anni 1909-1911 esisteva il teatrino "Goluboj Glas" (occhio azzurro) dove per la prima volta fu data la Sconosciuta di Blok. Per qualche tempo fu attivo il cabaret artistico H Pipistrello. Un ruolo significativo fu giocato dal Teatro Drammatico di Vera Kommissarzhevskaja (1904-1910) abitualmente chiamato "Teatro della via Ofitserskaja"». Stagioni eroiche, quelle del «Teatro della via Ofitserskaja», animate dalla grande attrice, la Kommissarzhevskaja, e dalle regie di Meyerhold: Il miracolo di Sant'Antonio di Maeterlinck, La baracca dei saltimbanchi di Blok. Ma, aggiunge Lichaciov, «in un altro "Teatro della Ofitserskaja" sistemato su uno spiazzo abbando- nato e costruito in legno vide la luce l'opera Vittoria sul sole (di Krucionych, Malevic e Matjushin). Non lontano c'erano teatrini come il "Krivoe Zerkalo" (Lo specchio.deformante) e lo "Starinnyj Teatr" (1911-1912). Per non dimenticare, sulla Piazza Michajlovskaja, il "Cane randagio" (1910-1912)». Luogo mitico della cultura pietroburghese, il «Cane», celebrato da Anna Achmatova in una famosa poesia che citiamo nella traduzione di Ripellino: «Qui siamo tutti gaudenti, peccatrici/ Come è triste per noi stare insieme!/ Sulle pareti fiori e uccelli si struggono per le nuvole». E ancora: «Poco lontano, sul Campo di Marte il "Privai Komediantov" (La sosta dei commedianti) e il "Burò Artistico" dove ebbe luogo la prima mostra del Suprematismo negli anni 1915-1916». Certamente molto meno colta la Peterburgskaja Storonà. sulla riva destra della Neva: «Olire il Bolshoj Prospekt, la via dei cinematografi, c'era una rete di ristoranti di cattivo gusto, per "farmacisti", come venivano definiti al "Cane Randagio" i ricchi ospiti borghesi: "L'Akvarium", "Villa Ernest", "Villa Rode". L'esistenza di tutti questi minuti luoghi commerciali sottolineava la mancanza nella Peterburgskaja Storonà di una grande vita artistica. Fra le poche tarde eccezioni la casa del pittore Michail Matjushin e della poetessa Elena Gurò in via Pesochnaja sulla riva sinistra della Piccola Neva. Qui si trovavano spesso Filonov, Krucionych, i fratelli Burljuk». E' la zona in cui amava passeggiare Aleksandr Blok, ricorda ancora Lichaciov: «A differenza di Ljubov, la moglie, Blok non mise mai piede, neppure una volta, al "Cane Randagio". Le sue passeggiate preferite avvenivano lungo la Bolshaja Zeleninaja, dal ponte che porta all'isola Krestovskij. Qui, sulla Bolshaja Zeleninaja si svolge il suo dramma La sconosciuta, così come il poema I dodici. La meta preferita delle sue passeggiate erano la Novaja Derevnja. Il poeta non amava l'elegante pubblico intellettuale». Sulla Piazza di Sant'Isacco, luogo aulico per eccellenza, a due passi dal Palazzo d'Inverno, si trovavano due centri della vita artistica dei primi roventi anni della Rivoluzione: l'Istituto di Storia dell'Arte e la «Dom Mjatlevych». «La storia della "Dom Mjatlevych" nei primi tempi del potere sovietico è poco conosciuta dice Lichaciov -. Qui, nel 1918, fu organizzato il settore per l'istruzione pubblica. Vi lavorò Lunaciarskij. Con gli sforzi del pittore Altman fu fondato il primo museo al mondo di Cultura Artistica (aperto nel 1919). In mostra si trovavano lavori di Kandinskij, Tatlin, Malevich, Filonov, Petxov-Vodkin. L'anno successivo fu trasformato in Istituto di Cultura artistica. Il direttore era Kazimir Malevich che viveva nella stessa casa. Nel suo appartamento si riunivano pittori e poeti: ci si trovava Velemir Chlebnikov, venivano Matjushin con gli Ender, i poeti-oberiuti; il vice di Malevich era Punin. Nel 1923 nella "Dom Mjatlevych", per l'anniversario della morte di Chlebnikov, Tatlin mise in scena Zangezin. E questa differenza intellettuale fra riva destra e sinistra della Grande Neva continuava, in modo simile e diverso, anche oltre le foci della Neva, nelle rive meridionale e settentrionale del Golfo di Finlandia: «Sulla riva meridionale si trovavano le dacie dove, non lontano da palazzi storici, vivevano principalmente i pittori retrospettivisti: l'intera famiglia Benois, la famiglia Cavos, Lanceray, Somov, Auber, spesso vi si trovava anche Djagilev. La riva settentrionale, invece, era luogo di vacanza per l'intelhghenzia d'avanguardia. A Djuni Viktor Shklovskij. A Kuokkala viveva Kornej Cjukovskij; c'erano le dacie delle famiglie Funi e Annenkov, vi si poteva trovare Gorkij. Per un anno vi soggiornò Remizov in un pensionato vicino a Melniza. Adulti e ragazzi organizzavano feste, spettacoli, scrivevano versi birichini, parodie. Al teatro di Terioki lavoravano Mejerchold, Sapunov e Blok». Sergio Trombetta Le mostre di Malevic e Kandinskij, le sperimentazioni di Meyerhold Le vie amate da Blok, il cabaret frequentato da Anna Achntatova Casadi Matjushin |Ti iA MAPPA INTELLETTUALE Ti ^CISOIA VASILEVSKIJ Istilliti, universitari Monumento _ a Pietro il grande • PETERBURGSKAJA STORONÀ Fortezza ........ ;. di Pietro ta sosta del commedianti Dom Muruzi i _ Palazzo \~ d'Inverno "V. teatro della 5 Kommisarzhevskaja Nevskij Prospekt Istituto-» Duma If distarla cittadina Sdell'arte Cabarel / - Jf • Cane Randagio/l^^ «Teatro / Teatr m Marilnskij ^ -^TPorte di Narva Torre di' f|§ Vjaceslav Ivanov m ir Sopra, il poeta Aleksandr Blok; a destra, l'accademico Dmitrij Lichaciov La grande piazza su cui si affaccia il Palazzo d'Inverno

Luoghi citati: Djuni, Finlandia, Pietroburgo