Un «gendarme» al ginecologo

Una circolare dell'associazione per «cautelare dai rischi di denuncia di molestie sessuale» Una circolare dell'associazione per «cautelare dai rischi di denuncia di molestie sessuale» Un «gendarme» al ginecologo Assistito nelle visite da un 'infermiera ROMA. Un gendarme in camice bianco, cioè un'infermiera antimolestie che assista alle visite ginecologiche e che faccia da garante dell'etica professionale del medico. E' la proposta fatta ieri da Luigi Cersosimo, presidente dell'Agico, l'associazione ginecologi consultoriali: la sua proposta intende principalmente «cautelare da rischi di denuncia il professionista maschio che opera in un settore così delicato». Prossimamente la sua associazione invierà a tutti i ginecologi dei consultori famigliari una circolare in cui si ricorda che, «data la particolare situazione in cui si verifica la visita ginecologica, può succedere che qualcuno accusi il medico di molestie sessuali o di violenza carnale. Per cui è sempre giusto che il ginecologo abbia qualcuno insieme a lui. Tutti dovrebbero pertanto attenersi a questa norma di sicurezza». Spiega Cersosimo che «in realtà si può dire che ormai tutti i ginecologi utilizzino la presenza di un'assistente. Ma come presidente dell'Agico, con l'occasione dell'approvazione della Isgge sulla violenza sessuale, ho raccomandato a tutti di evitare di effettuare visite rimanendo da soli con la paziente. E' già accaduto infatti che in un consultorio romano un ginecologo sia stato accusato di violenza, e lo stesso è avvenuto a Torino». La proposta di fatto richiama gli associati al rispetto della legge quadro 405 del '75, che istituì i consultori, e che prevede la presenza di un'ostetrica (la legge sui consultori a dire il vero parla anche di una équipe composta da ginecologo, ostetrica, psicologo, due assistenti sociali, un'assistente sanitaria, una vigilatrice d'infanzia, oppure un'infermiera professionale o specializzata in pediatria). Ma la circolare ha già scatenato discussioni e reazioni negative. A partire da Luigi Laratta, presidente dell'Aied: «E' una decisione impopolare, che non rende un buon servizio ai ginecologi dei consultori, ai quali le donne dovrebbero potersi rivolgere con estrema fiducia. Così invece si getta ombra sulla donna, che appare come un'adescatrice da cui il medico deve difendersi». E aggiunge: «Non conosco una eventuale casistica sulla violenza negli ambulatori medici, ma ritengo che non sia lo studio del ginecologo il luogo "privilegiato" della violenza sessuale». «La serietà professionale dei ginecologi deve essere tale da metterli al riparo da qualsiasi sorpresa di denuncia per fatti che non siano veramente avvenuti», commenta il professor Igino Terzi, primario ginecologo al Martini Nuovo di Torino, nonché decano dei primari italiani. «Mettere un'infermiera di guardia, che faccia rispettare l'etica professionale al medico, mi pare un'iniziativa che va contro la dignità umana e professionale del ginecologo stesso. Comunque, se il ginecologo è un serio professionista, avrà già chi controlla la situazione, perché al suo fianco ci sarà la sua infermiera professionale. Se visita in una struttura pubblica o consultoriale, ci sarà sempre un'infermiera o un'assistente sociale accanto a lui». Quindi, un falso problema? «Purtroppo viviamo in una società in cui ci sono stati esempi, anche recenti, di ricatti da parte delle pazienti, "sine causa". Può succedere». Ma forse può anche succedere che certe denunce siano fondate... «Guardi, per i casi in cui si verifichino atti contrari all'etica, abbiamo un'Ordine, che è severissimo». Brunella Giovare «E' già accaduto che un medico sia stato accusato ingiustamente di violenza carnale» Le infermiere assisteranno i ginecologi

Persone citate: Igino Terzi, Luigi Cersosimo, Luigi Laratta

Luoghi citati: Cersosimo, Roma, Torino