«Ci vuole più sicurezza sulle piste» di Fulvio Morello

In città, al Palasport del Parco Ruffini, festa riservata «ai nonni e ai nipoti» TRAGEDIA A 8 ANNI Sansicarìo il giorno dopo l'incidente: perché non c'era la rete di protezione? «Ci vuole più sicurezza sulle piste» Sótto accusa anche la velocità IJV i M , LA nevicata di ieri notte ha cancellato le tracce di quel tragico scontro mortale del piccolo Alex contro quella costruzione in cemento a pochi passi dalla pista 77 a Sansicarìo: è rimasto però lo sgomento di tutti i turisti del centro invernale. E si riapre il problema della sicurezza sulle piste da sci, ma, anche, del comportamento degli sciatori: protezioni scarse o velocità eccessiva? Ieri intorno a quel muretto in cemento che racchiude la cisterna dell'acqua per l'innevamento artificiale nessuno aveva ancora messo delle protezioni. I piccoli atleti dello Sci Club Sansicarìo dove era iscritto anche Alessandro Andreolli hanno continuato a scendere piegati a uovo in quel trattò di pista, una deviazione laterale della 18 che collega l'impianto baby lungo con la sciovia Sky Lodge. Alessandro, che avrebbe compiuto 8 anni il 12 marzo prossimo, nel primo pomeriggio di domenica stava effettuando una discesa con il padre Luciano. Poco prima di quella tragica curva aveva superato il padre che gli aveva urlato di moderare la velocità. Il tracciato della strada di collegamento non è difficile ma Alex ha certamente «spigolato» nella mezza curva a sinistra che porta alla partenza della sciovia. Ha perso il controllo degli sci ed è volato in basso urtando con violenza la fronte contro lo spi- golo in cemento di quella maledetta costruzione. «E' morto sul colpo per sfondamento del cranio nonostante avesse in testa il casco omologato messo a disposizione dallo sci club» sottolinea Arrigo Masserut, un amico della famiglia Andreolli intervenuto in soccorso del bambino insieme al padre Luciano. E aggiunge: «I genitori non vogliono risarcimenti ma che ci sia più sicurezza sulle piste da sci. Non deve più accadere un fatto così straziante». A Sansicarìo intanto ieri erano in molti a chiedersi perché era stata tolta quella rete di protezione messa dopo l'incidente di due anni fa: Fabrizio Benenten- di, maestro di sci di Torino, si era schiantato contro lo stesso fabbricato fratturandosi una mascella. Sul tavolo del sostituto procuratore Musso presso la pretura di Torino è intanto arrivato il rapporto del comandante della stazione dei carabinieri Francesco Casu sulla dinamica dell'incidente. Ieri sera la Sestriere Spa, la società che gestisce gli impianti, ha emesso un comunicato: «Sarà la perizia disposta dall'autorità giudiziaria a precisare la dinamica dell'incidente. Il muretto si trova a 12 metri dalla pista. L'alta velocità e la posizione a uovo che gli impediva una perfetta visibilità non hanno permesso al bambino di rendersi conto in tempo della curva da affrontare». La salma del piccolo Alessandro Andreolli verrà trasferita domani mattina presso la chiesa parrocchiale di via San Donato a Torino dove verranno celebrati i funerali. Fulvio Morello Sopra Alessandro Andreolli, a destra la costruzione in cemento che racchiude la cisterna dell'acqua per l'innevamento artificiale contro la quale il ragazzino si è schiantato

Persone citate: Alessandro Andreolli, Andreolli, Arrigo Masserut, Fabrizio Benenten, Francesco Casu, Lodge

Luoghi citati: Torino