«Vuoi bucarti? Vai al quinto piano»

In corso Toscana, inquilini esasperati. Il commissario ex Iacp: non ne sapevo niente In corso Toscana, inquilini esasperati. Il commissario ex Iacp: non ne sapevo niente «Vuoi bucarti? Vai al quinto piano» Un alloggio popolare diventa rifugio dei drogati Storia di un alloggio Atc (ex Iacp) bruciato un anno fa, poi abbandonato dalla famiglia che vi abitava e ora «recuperato» dai tossicodipendenti della zona che ne hanno fatto un comodo pied-à-terre per bucarsi. E' la storia di un alloggio, al quinto piano di corso Toscana 181/A: da prima casa a rifugio per topi e drogati. A volte, anche sicuro rendez-vous per lo scambio di eroina. Il tutto per la gioia degli inquilini dello stabile, che a tutte le ore, giorno e notte, vedono passare gruppi di giovani barcollanti che salgono in ascensore fino al quinto piano. Sono esasperati. «Abbiamo paura - dicono le famiglie del palazzo -. Ci sono ragazzi della zona, ma anche giovani mai visti. In un anno la voce si è sparsa e i drogati arrivano anche da altre parti. Abbiamo telefonato parecchie volte all'Agenzia territoriale per la casa, ma nessuno è intervenuto». La porta d'ingresso della casa dove viveva la famiglia Lombardi - due camere, bagno e cucina - non esiste più. Un anno fa venne bruciata con taniche di benzina, per vendetta. «Uno dei figli della donna aveva rubato l'auto a un signore che abita qui vicino spiega uno degli inquilini, che preferisce l'anonimato -. Qualche giorno dopo gli hanno dato fuoco alla porta di casa. Erano arrivati i vigili del fuoco, avevano spento le fiamme, ma l'appartamento era pieno di fumo e schiuma». Da quel momento la famiglia Lombardi svanisce: la donna, Angela, muore qualche tempo dopo; un figlio, Benito, vive in Francia; l'altro, Giovanni, 19 anni, è alle Vallette, le due ragazze, Romina e Patrizia, vivono sposate altrove. Da allora, la casa è rimasta abbandonata. Era stata sistemata una porta provvisoria per chiudere l'accesso, puntualmente sfondata dopo pochi giorni. All'interno vestiti, stracci, topi, escrementi, un frigorifero con cibi in decomposizione. Ma soprattutto siringhe. Quanto basta per chiedere l'intervento dell'Ufficio d'Igiene. «Crede che non l'abbiamo fatto? - sbotta una donna -. Decine di telefonate, ma in un anno sono ve- miti soltanto una volta i vigili del fuoco e un funzionario dello Iacp». E la risposta? «Hanno detto che loro non potevano farci nulla, perché risultava ancora un alloggio privato, con regolare contratto di affitto, anche se in mora. Hanno detto che rischiavano di essere denunciati per violazione di domicilio». Un paradosso: decine di drogati ogni sera entrano come fosse casa loro e l'Atc non ha il potere di fare nulla? «Mi sembra incredibile che nessuno sia intervenuto - dice sorpreso Paolo Corredini, commissario dell'Atc -. Decine di segnalazioni? Non ero al corrente. Indagherò al più presto sé vi sono state omissioni da parte nostra. L'alloggio risulta ancora affittato con regolare contratto e non possiamo incorrere nella violazione di domicilio. Tutto ciò che possiamo fare è intervenire chiudendo l'accesso con una porta. Poi awieremo le pratiche per la dichiarazione di abbandono di alloggio. Solo così potremo rientrare legalmente in possesso dell'appartamento e procedere ad una nuova assegnazione». Giacomo Bramacelo I locali dell'alloggio sono pieni di sporcizia escrementi e siringhe All'Agenzia per la casa risulta ancora regolarmente affittato a una famiglia anche se morosa

Persone citate: Giacomo Bramacelo I, Lombardi, Paolo Corredini

Luoghi citati: Francia