Negozi nel mirino dei banditi

L'ultimo colpo ieri sera, TAscom: lo Stato non aiuta i familiari di chi ha perso la vita L'ultimo colpo ieri sera, TAscom: lo Stato non aiuta i familiari di chi ha perso la vita Negozi nel mirino dei banditi Indagine: uno su due è stato vittima di reati L'ultimo colpo ieri sera, come spesso accade all'ora di chiusura: due giovani armati di coltelli hanno rapinato un negozio di abbigliamento al 169 di corso Vercelli. Poi sono fuggiti in auto, con un bottino di poche centinanai di biglietti da mille. Nessun ferito. Ma i reati contro i commercianti sono in aumento e costituiscono un grave danno economico e un insopportabile stillicidio di ansie e paure. Più della metà di un campione di oltre 800 esercenti interpellato dall'Ascom è stata vittima di ladri, rapinatori, truffatori o ha subito danneggiamenti e incendi. Il 44% ha subito da due a cinque reati e il 14 è stato vittima per cinque volte di una rapina. Secondo l'Ascom ogni mese va in fumo a Torino - per rapine o furti - un miliardo. E nessuno pensa alle vittime di reati. Questa è la sintesi della denuncia fatta dal presidente dell'Ascom, Giuseppe De Maria, al convegno sui problemi deU'immigrazione organizzato dall'associazione commercianti. Ai lavori ha col¬ laborato anche il gruppo di volontariato «Cittàinsieme», fondato dal professor Anselmo Zanalda, che dal '91 si occupa di assistere psicologicamente persone vittime di scippi, aggressioni, violenze. De Maria ha ricordato che le vittime di reati devono affrontare una infinita serie di problemi psicologici e pratici - che vanno dall'ansia alle difficoltà economiche senza alcun aiuto pubblico. Talvolta si tratta di difficoltà insormontabili che portano alla chiusura del negozio come è accaduto alle famiglie dei due gioiellieri uccisi a Torino negli scorsi anni in corso Dante e in via Madama Cristina. Ha detto: «E' necessario un sostegno che dovrebbe essere amministrativo e burocratico (pratiche, scadenze, adempimenti con banche, fornitori, bollette, assicurazioni, denunce, processi); sanitario contro l'ansia; imprenditoriale». In pratica la vittima - finora ignorata - dovrebbe essere messa nelle condizioni di poter riprendere il lavoro dopo aver ritrovato il necessario equilibrio psico-fisico. De Maria ha aggiunto: «Gli esercenti vivono in una situazione da fortino assediato e per di più le categorie a rischio, quali gioiellieri e benzinai, sono coscienti che il rapinatore o in genere chi commette il reato nella maggioranza dei casi resterà impunito e che se anche verrà punito lo sarà con pene non tali da dissuaderlo». Ha precisato: «Nel caso dei gioiellieri si ha l'impressione che i ricettatori non siano praticamente ricercati e prosperino tranquillamente». Il convegno - prima delle denuncia di De Maria - ha analizzato le cause deU'immigrazione dai Paesi del Sud del mondo e ha valutato la situazione torinese con una serie di interventi di docenti, volontari. Il professor Mauro Reginato ha ricordato che dai 9500 permessi di soggiorno rilasciati in Piemonte nell'80 si è passati a 54 mila del '95. Il rapporto che 155 anni fa era di tre stranieri per ogni 1000 piemontesi è oggi di 12 per mille. [m. cas.] Fiori davanti alla serranda del goielliere ucciso in corso Dante. In basso, una scena del brutale omicidio di Renato Savorelli, orefice di via Madama Cristina ' e la moglie Marisa Cannarile che ha inutilmente tentato di riaprire il negozio: «Per quindici giorni, ma poi ho dovuto arrendermi»

Persone citate: Anselmo Zanalda, De Maria, Giuseppe De Maria, Marisa Cannarile, Mauro Reginato, Renato Savorelli

Luoghi citati: Piemonte, Torino