Ciak, si corre: c'è il Laigueglia

Problemi al cambio CICUSMO Chiappucei, Bugno, Berzin e Olano alla gara d'apertura italiana Cale, si corre: c'è il Laigueglia Un calendario fittissimo, tra corse vere efasulle, imposto dagli sponsor Così l'odierna prova ligure è affollatissima, ricca di protagonisti illustri LAIGUEGLIA DAL NOSTRO INVIATO «Mi dicono: allora, Chiappucei, che t'è successo, anche tu programmi? Non è che programmo, ma a 33 anni considero l'età e mi preparo di conseguenza. Se sono in forma adesso, che cosa mi succede a luglio?». Succede che Chiappucei non vince il Tour. «Quello mi sa che è difficile vincerlo comunque, ma uno che si chiama come me magari ci prova». E qui a Laigueglia? «Qui si butta la rete e si prende quello che si trova». Anche Bugno programma, ma la situazione bugnesca è diversa: arrivando dal pochissimo degli ultimi tempi, l'uomo mascherato necessita di traguardi ricostituenti. «Più che di curare il fisico ho bisogno di una buona cura al morale. Non dilapido, ma se c'è da colpire, colpisco». E' lo stesso argomento di Berzin, del campione del mondo Olano, di Casagrande e di Bortolami. La stagione è lunga, il Nord, il Giro, la Francia sono i grandi obiettivi, ma gli sponsor i successi li vogliono subito, il domani è incerto e sono invece certissimi i soldi che hanno speso. Ne consegue che, a prescindere dalla programmazione, è meglio che i ragazzi si diano subito da fare. Il Trofeo Laigueglia, che apre oggi la stagione ciclistica su strada italiana, 154 km con gli strappetti deUe Manie, di Testico e della Crocetta, era una volta una buona e simpatica corsa, un ottimo allena mento. Una larghissima parte di gare ciclistiche serviva un tempo da allenamento. Tutto ciò che precedeva la Milano-Sanremo era un allenamento alla Sanremo e tutto quello che c'era tra la Sanremo e il Giro d'Italia era di preparazione al Giro. Le corse ritenute indispensabili abitatrici del carnet di un campione erano poche, si chiamavano classiche. Ora si corre a getto continuo, si corre tutto l'anno e non si capisce più quali siano le classiche vere, le fasulle, le presunte e le aspiranti. Benissimo. Viva la confusione e viva gli sponsor senza i quali il ciclismo (ma non soltanto il ciclismo) non potrebbe vivere e grazie ai quali anche la Japan Cup diventa, per questioni di allargamento del mercato internazionale, una faccenda di alto livello, tanto che per ficcarla nel calendario di Coppa hanno tolto addirittura il Gran Premio di Francoforte, una classica vera. E se c'è qualcuno che non vede l'ora di seguire o gareggiare la Japan Cup alzi la mano e arriveranno subito gli infermieri. Ma lo sponsor, avendo tirato fuori un sacco di quattrini, desidera apparire in un sacco di corse e inoltre desidera che nel sacco che egli contribuisce a mantenere vi siano avvenimenti importanti, tutti importanti, tutti importantissimi. Ecco dunque la proliferazione delle classiche. E qui sta il brutto ma sta anche il bello. Il bello perché? Perché l'odierno Trofeo Laigueglia da corsa di allenamento è diventata una corsona, affollata di corridori illustri, reduci dalla Spagna e dalla Francia, alcuni già stanchi adesso, e figuriamoci tra un mese, altri già lanciatissimi alla caccia dei prossimi traguardi di primavera che saranno ì soli nelle loro valigie. Una corsona per chi la gareggia e per gli sponsor e di conseguenza anche per i gentili sportivi che non devono più scegliere, vagliare, distinguere, giacché per loro scelgono, vagliano, distinguono gli sponsor. E, d'altra parte, non ci risulta che i distinti sportivi abbiano voce in capitolo. L'avessero, nei calendari internazionali una Freccia Vallone non sarebbe costretta a inchinarsi al cospetto di una Leeds International Classic che di essere classic se lo dice da sola. I fiamminghi Museeuw e Vandenbroucke (21 anni, primo nel Giro del Mediterraneo col pallino di essere il nuovo Merckx), sono per oggi, e per domani nella Montecarlo-Alassio, il nemico da battere. Gianni Ranieri Gianni Bugno cerca un risultato che gli ridia morale dopo una stagione deludente