Toro dove è finito l'effetto Scoglio?

Non bastano l'assenza di Pelé e gli sbagli di Rizzigol per spiegare due sconfìtte consecutive Non bastano l'assenza di Pelé e gli sbagli di Rizzigol per spiegare due sconfìtte consecutive Toro, dove è finito l'effetto Scoglio? Il Prof. «Si ragiona poco» TORINO. Aspettando Pelé. Sperando in Pelé. Sognando Pelé. Ma Pelé si farà attendere ancora, a meno d'un miracolo mancherà anche domenica, contro la Roma. E così, al Professore non resta che rimpiangere l'assenza del mago nero. Che Scoglio lo dichiari pubblicamente, proprio lui aduso a ripetere «per me conta la squadra, non piango su chi non c'è», la dice lunga sull'oggi del Torino. Un oggi che mai, nella stagione, era stato così cupo: nel momento peggiore, cioè nel post derby di dicembre perso 5-0, i granata s'erano ritrovati quart'ultimi, a due lunghezze dalla salvezza che allora si chiamava Piacenza. Sono passate nove giornate, la posizione è la stessa, con l'aggravante però d'essere condivisa con il resuscitato Padova, e la permanenza in A reca sempre il nome Piacenza ma il distacco è di 3 lunghezze. Tale realtà, unita alla considerazione che Rizzi e compagni sono reduci da due rovesci consecutivi, può indurre a sospettare che l'effetto Scoglio si sia esaurito, che la squadra sia tornata quella imbelle di due mesi fa. Ovviamente, i calciatori non parlano di quest'argomento, tessono le lodi del Professore, ripetono, come hanno cominciato a fare una settimana dopo l'esonero di Sonetti, che «adesso il gioco c'è» e Rizziteli! è il primo a dire «se non mi fossi mangiato un gol in maniera clamorosa certi dubbi ora non esisterebbero». Però, bastano gli errori del bomber, le parate di Pagliuca, i salvataggi interisti sulla linea, la maledizione della sfortuna per giustificare la sconfitta con i nerazzurri, cioè con una formazione che da un anno non vinceva fuori casa e che pure al Delle Alpi ha giocato da cani? Basta, come avevano fatto Rizzi e Cravero, giustificare il fallimento con la Sampdoria, cioè contro una squadra che da dicembre in poi era stata capace solo di superare la cenerentola Cremonese, con «il calo di tensione e l'assenza di un uomo fondamentale come Pelé?». Oppure davvero, e purtroppo, qualcosa s'è inceppato nel Toro, l'offetto-scossa innescato dal Professore è svanito, o è sulla via di svanire? La risposta dei risultati non è positiva. Logicamente, per il conducator nulla è cambiato nelle ultime settimane, «i ragazzi sono sempre motivati, in grande condizione fisica, disgraziatamente corrono più del dovuto e ragionano poco» e individua nell'assenza del mago nero la madre di tutti i mah torinisti. «Dura da otto partite, è umano rimpiangere Abedì». Altroché, professore. Però, attenzione: Pelé non c'era pure quando è stato battuto il Padova o sono stati colti pareggi d'oro con Parma, Lazio e s'è sfiorato il successo, giocando benino, a Bari. Inoltre, piano con le illusioni che grazie al mago nero oggi il cupo si trasformerà in gaio futuro. Il Toro, anche con l'asso ghanese, era stato tutt'altro che irresistibile. E quando Abedì è volato in Africa (vigilia di Natale, l'indomani dello stentato pari di Cremona propiziato proprio da un suo gol) i granata erano sempre quart'ultimi, a quota 14, ma a un punto solo dal Piacenza. Ci pare saggia la prudenza del supertifoso Chiambretti: «Non vestiamo Pelé con i panni del Messia, non aspettiamolo come il taumaturgo che risolve i nostri affanni. Ciò premesso, la squadra non merita la posizione che ha, come al solito è perseguitata dalla sfortuna, l'Inter - • ■ : l'ultima conferma. Aggiun^ uno che quest'anno Calieri no-- ha azzeccato quasi niente e così soffriremo sino alla fine: augurandoci che sia lieta. Roma e poi Udinese tra due settimane ci diranno se è finito l'effetto Scoglio. Non credo, ma se fosse così allora sì che diventerebbe davvero dura». Speranzoso Chiambretti, dunque, e ottimista pure il procuratore Giancarlo Caselli che con molto senno invita ad «abbandonare le polemiche con la dirigenza e a tenere nervi a po¬ sto. Con Scoglio è cambiata mentalità, il gioco c'è, ci salveremo dopo di che i dirigenti facciano tesoro dell'esperienza e degli sbagli commessi. Guai scoraggiarsi. Fiducia al professore, sperando in Pelé e in arbitraggi non più sfavorevoli». Chiudiamo con una notizia: il Toro proverà il portiere della Nigeria. Si chiama Ike Shorunmu, 27 anni, gioca nello Shotting Stare di ìbadan, la formazione campione. La società granata conferma: «Verrà a fare uno stage, ci è stato chiesto come un favore. Ma questo Shorunmu non ci interessa». Claudio Giacchino IL CONFRONTO CON IL PASSATO ANN1DELLE RETROCESSION! D0P022'GI0RNATA 1995-96 1994- 95 1958- 59 (*) 1988-'89(**) PUNTI 17 21 12 16 PIAZZAMENTO 15° 9° 18° 16° VITTORIE 4 8 2 5 PAREGGI 9 5 8 6 SCONFITTE 9 9 12 11 GOLFATTI 21 23 22 23 GOLSUBITI 33 26 51 33 CANNONIERE Rlzzlteill 8 Rlzzltelli 7 Virgin 5 Muller 7 TECNICIESONERATI 112 1 N. B. I punti sono conteggiati con il metodo tradizionale dei 2 a vittoria. * due retrocessioni; ** quattro retrocessioni. La squadraci tifosi «Il gioco non manca E' vietato piangere la salvezza arriverà» Scoglio (foto) aspetta Pelé per riavere un Toro competitivo