Capello addio Da Berlusconi elogi tardivi

Capello addio Capello addio Da Berlusconi elogi tardivi MILANO. Un'apertura di facciata. Così al Milan si commenta la battuta di Silvio Berlusconi, che ha lasciato intravedere un eventuale futuro di Capello ancora in rossonero. A meno che il presidente non decida, per accontentare i tifosi milanisti che hanno fiducia in Capello, di confermarlo per altri due anni contro il parere degli altri dirigenti, Galliani in testa. «Non si può lasciar andare chi sta vincendo il quarto scudetto in 5 anni», ha dichiarato domenica Berlusconi a San Siro. L'affermazione, secondo i dirigenti del gruppo Galliani, va intesa così: meglio non creare, in questo momento, turbative all'interno della squadra alla vigilia di appuntamenti decisivi per la conquista di scudetto e Coppa Uefa. Scudetto e Coppa sono i due obbiettivi diventati clausole capestro nel contratto offerto a Capello, che da quando il rinnovo su queste basi gli fu proposto per la prima volta, si rifiuta di firmare perché «non intende accettare imposizioni e condizionamenti del genere». Non devo vincere per dimostrare che sono bravo, è stato il ragionamento di Capello. Berlusconi, riaprendogli almeno teoricamente la porta, ha voluto parare le critiche di quanti sono contrari al'allontanamento del tecnico. Il quale, domenica sera, si è limitato a rispondere con un «meglio tardi che mai», a registrare che finalmente qualcuno riconosce i suoi meriti, ma lui se ne va perché non accetta imposizioni. Dove andrà? Quasi certamente al Parma, col quale c'è già un accordo di massima che sarà tramutato ad aprile in un lussuoso contratto triennale da due miliardi netti a stagione. Con buona pace di Scala che ieri a sua volta ha ammesso come tra lui e il Parma «qualcosa si è rotto dopo sette anni di successi», dicendosi pronto ad accettare una risoluzione del contratto (scade nel 1998) e mostrando interesse per la Germania e il Bavera, sulle orme di Trapattoni, ma con il vantaggio di conoscere la lingua tedesca. Al Milan è quasi certo l'arrivo dell'uruguaiano Tabarez, attualmente disoccupato dopo un anno al Cagliari. Per lui è già pronta l'etichetta di «cantante di Sanremo» appiccicatagli ieri dallo stesso Berlusconi che vorrebbe far intendere di non conoscerlo, di confonderlo con chissà chi. In realtà Berlusconi lo conosce benissimo. Anzi.. Tabarez fin da luglio sarebbe già a libro paga del Milan proprio per impedirgli di accettare altre offerte. Ma non si può del tutto escludere che Berlusconi possa ripiegare su un tecnico emergente nostrano: dall'ex milanista Ancelotti, che sta facendo molto bene alla Reggiana, a Guidolin, discepolo di Sacchi, il tecnico che ha fatto grande il primo Milan di Berlusconi. Intanto, sempre in tema di valzer allenatori, mai turbinoso come quest'anno, sembra che la dura sconfitta della Sampdoria a Cagliari abbia fatto precipitare le azioni di Eriksson. Cagni, Sancire ani e Zaccheroni in lista d'attesa (e forse l'inglese Graham dell'Arsenali. Nino Sorniani

Luoghi citati: Cagliari, Germania, Milano, Sanremo