Bruxelles studia il caso Iri

Ciò da Van Miert. Per le telecomunicazioni schiarita in Russia Ciò da Van Miert. Per le telecomunicazioni schiarita in Russia Bruxelles studia il caso Iri «Vendete la Stetprima dell'autunno» ROMA. Bruxelles potrà pazientare un altro anno, ma Tiri deve dare subito un segnale preciso della sua volontà di abbattere l'indebitamento. E' questo il messaggio che arriva dalla Commissione europea alla vigilia dell'incontro tra il ministro dell'Industria Alberto Ciò e il commissario alla Concorrenza Karel Van Miert. Un appuntamento, quello di oggi, nel quale si dovrebe parlare esclusivamente dell'applicazione della legge Prodi per il salvataggio delle aziende in crisi, un altro capitolo del contenzioso aperto tra Roma e Bruxelles. Alla luce degli sviluppi di questi giorni, però, è assai probabile che anche il controverso capitolo Iri - e in particolare la possibilità di revisione dell'accordo Andreatta-Van Miert del 1993 - finisca sull'agenda dei lavori. Proprio ieri fonti dell'Unione europea hanno sostenuto che per ottenére ma proroga di un anno il termine entro il quale far scendere da 25 mila a 5 mila miliardi l'indebitamento dell'Ili (si tratterebbe di uno slittamento da fine '96 a fine '97), l'Istituto dovrebbe dare un segnale di «buona volontà», collocando sul mercato entro il prossimo autunno almeno una prima quota della Stet. L'Iri avrebbe in mente di effettuare il primo collocamento della Stet in un periodo compreso tra maggio e giugno prossimi, cioè prima che l'attenzione degli operatori sia attirata dalla privatizzazione del gigante tedesco Deutsche Telekom. Ma l'incertezza in cui naviga il futuro della authority di settore a causa della situazione politica rischia di far saltare questa ipotesi. Nessuna preferenza viene invece espressa dalla Commissione sulla questione dello «spezzatino» Stet: spetta solo al governo italiano, spiegano a Bruxelles, decidere se collocare sul mercato la finanziaria per le telecomunicazioni nella sua interezza, o viceversa scorporare le varie società operative e venderne alcune separatamente. La Commissione, in questa fase, riconoscerebbe comunque che l'Iri si trova ad avere le mani legate. Sebbene il livello di indebitamento raggiunto a fine '93 non sia stato superato, così come previsto dall'accordo Andreatta-Van Miert, nel '94 e nel '95 la sua riduzione è stata infatti inferiore alle previsioni soprattutto a causa dei ritardi nelle cessioni causati dal mancato varo delle authority. Nel ribadire la possibilità di un rinvio a fine '97 del termine ultimo per riportare l'indebitamento a un livello «fisiologico» compatibile con normali condizioni di mercato, le fonti della Commissione hanno nuovamente sottolineato l'esigenza di verificare l'esistenza di condizioni oggettive (fattori di mercato o problemi di natura politica). Inoltre, quando a fine anno si farà il punto della situazione, dovrà essere garantita l'irreversibilità del processo di vendita. Proprio per la Stet, intanto, arrivano segnali incoraggianti dalla Russia, dove il contratto per l'acquisto del 25% della grande holding statale russa delle telecomunicazioni Svyazinvest era sfumato a fine dicembre perché l'azienda del gruppo Iri chiedeva ai soci russi garanzie sull'investimento da 640 milioni di dollari in contanti (oltre a investimenti per 770 milioni di dollari). Ieri, infatti, il ministro degli Esteri Susanna Agnelli dopo aver discusso la questione con Vladimir Kadannikov, vicepremier russo responsabile per l'economia, ha annunciato a Mosca che non dovrebbe esserci una nuova gara per la vendita di Svyazinvest come minacciato dai russi. «Sulla questione - ha detto la signora Agnelli - penso che ora il dialogo verrà riaperto: la Stet è pronta ed è pronto il governo russo, dovrebbe andare in porto questo contratto che è importante, anche per la Russia». [r. e. s.] Michele Tedeschi presidente dell'Ini attende il verdetto di Bruxelles

Persone citate: Agnelli, Andreatta, Karel Van Miert, Michele Tedeschi, Susanna Agnelli, Van Miert, Vladimir Kadannikov