Il colpo di fulmine tra Rai e Argentina

E la Moratti, impegnata, quest'anno non verrà E la Moratti, impegnata, quest'anno non verrà Il colpo di fulmine tra Rai e Argentina SANREMO DAL NOSTRO INVIATO «Se non ci sarà lo scioglimento anticipato delle telecamere, avrà inizio stasera la settimana Bauda» (Marcello Veneziani, opinionista sanremese per «Il Messaggero», ieri mattina). «Credere, obbedire, cantare: Sanremo, la grande adunata» (strillo di copertina de «L'Italia settimanale»). «Sono d'accordo con Fini, l'unico leader che affronta il potere con sani princìpi: è una speranza per molti giovani» (Cavallo Pazzo, noto per le sue incursioni in diretta tv). Anche questo, in fondo, Pippo l'aveva previsto: era logico, naturale, era nell'ordine delle cose che la «cultura di destra» finisse per prenderei una robusta sbandata per il Festival (nonché per il futile in generale: dopo la monografia su Baudo «L'Italia settimanale» annuncia un numero dedicato al tema «Il declino della fica»). Pippo l'aveva previsto e, anticipando tutti, già 15 giorni fa si era messo in orbace per condurre un'imbarazzante puntata di «Mille lire al mese» dedicata al Ventennio. Cosicché il settimanale che fu di Veneziani e ora è diretto dall'esperto di moda Pietro Buttafuoco, non ha dovuto neppure ricorrere al fotomontaggio per realizzare la copertina del numero in edicola, quasi intera- mente dedicato a Sanremo. Non è però corretto affermare che la destra abbia scoperto il Festival. O viceversa. Ha ragione il redattore de «L'Italia settimanale»: «La verità è che fino all'anno scorso, se anche ci fossimo interessati a Sanremo, nessuno si sarebbe interessato alla destra che si interessa a Sanremo». Vero. Ma c'è da dire che su questo punto la storia della canzonetta e i suoi risvolti socio-politici - l'ala intellettuale di An non si dimostra granché preparata. Si odono affermazioni del genere «il Festival è una metafora dell'Italia» (ma va là!?!), e addirittura «è l'appuntamento nazional-popolare per eccellenza». Forse perché Evola non ha mai scritto nulla in proposito, Buttafuoco ed i suoi sono costretti a citare Gramsci, a commissionare articoli satirici al critico musi¬ cale de «il manifesto» e a fare propria la fenomenologia della canzonetta di Gianni Borgna, sanremologo ufficiale della sinistra. Persino Veneziani non riesce ad arrivare oltre la rivalutazione di Orietta Berti: «Finché la barca va», nota, «non era una semplice canzone ma la filosofia dell'Italia democristiana». Ma no! Più interessante l'altra tendenza di questa stagione televisiva, che trova nel Festival di Sanremo la sua ufficializzazione: il colpo di fulmine scoccato tra la Rai, in particolare Raiuno, e l'Argentina. Dopo aver organizzato charter di desaparecidos da riversare negli studi di «Carramba!» (dove ogni settimana qualche italiano si ricongiungeva a nostre spese con i suoi 14 parenti di Buenos Aires), ecco che sul palcoscenico fiorito del Teatro Ariston arriva la regi- netta della pampa Valeria Mazza, bella e spigliata fin che si vuole, ma non è che qui da noi fosse una celebrità, prima che Pippo la convocasse. Baudo nega che questo asse Roma-Buenos Aires sia un segno, ma tant'è: «Italia e Argentina», ricorda, «sono Paesi da sempre molto vicini e molto simili». Altre novità. C'è un nuovo sindaco a Sanremo, l'otorinolaringoiatra Giovenale Bottini di Forza Italia. C'è la bandiera di Alleanza nazionale che sventola sul tetto del Teatro Ariston, per via della vicinanza con la locale sezione. Ci sono i nerboruti vigilantes privati al posto dei soliti carabinieri (lo slogan dell'organizzazione è «Festival sicuro»). C'è aria di smobilitazione tra i dirigenti della Rai, il direttore di Raiuno Brando Giordani rischia di essere pensionato e fa sapere che «se l'azienda si dovesse dimenticare di me non andrò certo ai giardinetti col nipotino, anche perché non ce l'ho: sono un artigiano della televisione, io, e continuerò a tenere la bottega aperta», traduzione: se la Rai mi molla vado a lavorare per Berlusconi. Letizia Moratti, ormai a corto di collaboratori, fa sapere che difficilmente troverà il tempo di venire al Festival, quest'anno. Stefania Mirettì Ambra con Baudo: pare che lui interverrà soltanto se lei sarà in difticolù