Jaruzelski processo farsa Assolto dai suoi amici di Jas Gawronski

Il golpe dell'81 non era inevitabile DISCUSSIONE. Gustaw Herling contro il generale Jaruzelski, processo farsa Assolto dai suoi amici 1 Ilettori della Stampa ricordano certamente la recente (del 15 febbraio) intervista di Jas Gawronski al generale Jaruzelski, l'artefice dello «stato di guerra» introdotto in Polonia il 13 dicembre 1981. Nell'intervista il generale si dichiarava sollevato e soddisfatto, che la Commissione Parlamentare della Responsabilità Costituzionale del Sejm (Parlamento) polacco, dopo quattro anni di indagini e interrogatori, lo avesse assolto dall'accusa di essere responsabile per lo «stato di guerra», e non ritenuto idoneo a dover affrontare il Tribunale dello Stato, archiviando semplicemente il suo caso. Le cose, però, non sono così semplici come vorrebbe far credere la Commissione parlamentare. Prima di tutto salta agli occhi la composizione della Commissione. I dodici deputati, che hanno deciso per l'assoluzione del generale e l'archiviazione del caso, sono membri di due partiti della coalizione, cioè fanno parte del partito post-comunista (Sld) e del partito contadino (Psl) impegnato fortemente prima del crollo del comunismo nella collaborazione col partito comunista. Sono quindi loro ad aver assolto il generale, l'ex segretario del vecchio partito comunista, contro i cinque voti dei parlamentari democratici E' un verdetto che giustifica pienamente l'interrogativo nel titolo della nostra nota. Ma c'è di più. La linea di difesa del generale era sempre la stessa: introducendo lo stato di guerra avevo salvato i polacchi dall'intervento militare sovietico, ho scelto dunque il male minore. Di fronte a una affermazione simile bisogna formulare la domanda: era inevitabile, era certo l'intervento militare sovietico? Nulla lo dimostra. Il celebre ex dissidente russo Vladimir Bukovski, autore di un bellissimo volume (tradotto anche in italiano), E il vento ritorna, passa adesso la sua vita tra Cambridge, dove lavora in un laboratorio biologico, e Mosca dove è stato ammesso negli archivi segreti sovietici. Il suo nuovo libro, Il processo di Mosca, discute anche in uno dei capitoli l'argomento che ci interessa. In parole povere, Bukovski aveva scoperto documenti che provano che: 1) alla fine del 1981 Jaruzelski stesso aveva chiesto l'intervento militare sovietico, insicuro del comportamento dell'esercito polacco da lui comandato nel caso del suo attacco a Solidarnosc; 2) fino all'ultimo momento il politburo di Mosca era contrario all'intervento militare diretto (probabilmente dopo aver imparato la lezione dell'Afghanistan) e lo fece chiaramente sapere a Jaruzelski. Per l'amor del vero è doveroso ammettere che c'era stata un'unica tentazione sovietica di far entrare in Polonia le divisioni corazzate: nel di- cembre 1980. Proprio di recente è stato organizzato in America un panel dedicato all'anniversario dell'introduzione dello stato di guerra per ordine di Jaruzelski, un panel dove spiccano i nomi autorevoli del professor Zbigniew Brzezinski, consigliere politico di Carter, del professor Richard Pipes, consigliere politico di Reagan, di Jan Novak, ex direttore della radio Europa Libera di Monaco, e dello storico polacco Piotr Wandycz. Questa unica tentazione del dicembre 1980 è stata riconosciuta dai convegnisti con l'aggiunta che la telefonata di Carter a Breznev aveva indotto il leader sovietico a cambiare idea. Poi niente, fino al fatidico giorno del 13 dicembre 1981. Ragione per cui non è lecito dire che Jaruzelski è stato assolto dalla storia e dai fatti irrefutabili. E' stato assolto dai suoi ex compagni di partito e dai loro fiancheggiatori. Gustaw Herling I capi sovietici non intendevano invadere la Polonia Il golpe dell'81 non era inevitabile Sopra, il generale jaruzelski; a sinistra, Walesa; qui accanto, una manifestazione di Solidarnosc a Danzica negli anni a cavallo fra i 70 e gli 80

Luoghi citati: Afghanistan, Cambridge, Danzica, Europa, Mosca, Polonia