«Imbroglioni i cartomanti»

i giudici del Tar bocciano i maghi i giudici del Tar bocciano i maghi «Imbroglioni i cartomanti» ROMA. I maghi? «Banali, volgari, furbi e spregiudicati». Ovvero, bocciati dal Tar dell'Umbria, con una sentenza che, se non è la prima del genere, è tra le prime. Tutto comincia nel maggio 1995 con i ricorsi presentati da dieci cartomanti: chiedevano l'annullamento dei provvedimenti con cui il questore di Terni aveva ordinato loro di cessare «il mestiere di ciarlatano», stigmatizzando la cartomanzia e la «magnificazione di prodotti specifici». Nel procedimento si era costituita anche l'Avvocatura dello Stato, che aveva ribadito: i cartomanti rientrano nella categoria «ciarlatani», mestiere vietato che non può essere esercitato «neppure nella propria abitazione». E quei ricorsi sono stati respinti («perché infondati»). La sentenza parla chiarissimo. Secondo il Tar è compito dell'autorità assumere la «difesa dei deboli dalla prevaricazione dei più forti. E deboli sono anche tutti quelli che non hanno l'attrezzatura culturale sufficiente per difendersi contro le frottole e gli imbrogli, specie se sapientemente propagandati». I giudici hanno sottolineato che «molti antropologi si sono occupati del fenomeno dei maghi e dell'occultismo nelle televisioni private, e hanno rilevato che se molti di loro sono di una evidente banalità e volgarità, molti altri al contrario sono di una tale spregiudicata furberia e anche intelligenza e cultura da potersi facilmente imporre a gente fiduciosa e sprovveduta». Citano anche Voltaire, i giudici: «Ciò che colpisce è la modernissima organizzazione aziendale del tutto: la strega, la cartomante, l'indovina, che una volta avevano la loro clientela nel quartiere, oggi si sono dilatate nell'etere. E' quasi avvilente che oggi, a tre secoli dalla nascita di Voltaire, si debba assistere a questi fenomeni». Perché «questo ritorno di massa, dal più buio medioevo, di sortilegi, filtri, amuleti, cartomanzie, si collega al diffondersi nel mondo di superstizioni, fanatismi, integralismi più o meno cammuffati di pretesa religiosità, e «M violenze». «Benvenuta questa sentenza», commenta Armando Pa\...se, autore di «Grande inchiesta sulla magia in Italia» (Piemme), collaboratore del cattolico Gruppo di ricerca e informazione sulle sette. Lui i maghi li ha censiti regione per regione, e dice che «stanno aumentando: nel '93 erano 1100, oggi almeno 1700». Un business miliardario, gestito da persone «che sfruttano la gente, praticano una grossolana psicologia, basata per lo più sulla suggestione, e sconvolgono la loro testa». Però sempre più gente si rivolge al mago, soprattutto al Nord... «Lì c'è più ricchezza, più consumismo, più "ateismo". Al Sud invece la gente è più religiosa. Magari è più superstiziosa, però ai maghi crede meno, nonostante le apparenze*. Altolà quindi «alla spietata avanguardia di un definitivo asservimento di massa delle coscienze», dicono i giudici. «La rinunzia all'uso della ragione, il ripudio delle conquiste ideologiche e democratiche dell'illuminismo sono soltanto l'avanguardia di orrori già vissuti, ma che possono sempre tornare, come i lager nazisti e stalinisti, la pulizia etnica serba, le esecuzioni feroci degli integralisti islamici». E i maghi-cartomanti, come si erano difesi? «Noi non speculiamo sulla credulità della gente. Il provvedimento del questore viola i principi costituzionali in materia di libertà di lavoro e di impresa». Bocciati. Brunella Giovara

Persone citate: Brunella Giovara

Luoghi citati: Italia, Roma, Umbria