Truffavano sui rifiuti dell'alluvione

Decapitato il vertice del Consorzio smaltimento: favorì società private Decapitato il vertice del Consorzio smaltimento: favorì società private Truffavano sui rifiuti dell'alluvione Bufera ad Asti: sei arresti e venti indagati ASTI. Una colossale truffa sui rifiuti alluvionati. E' l'ultimo scandalo scoperto dalla procura astigiana, che ha concluso un'indagine durata oltre un anno. Sei le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Franca Carpinteri ed eseguite ieri dagli uomini della Digos della questura di Asti e del Corpo forestale (sezione di Brescia) che hanno svolto le indagini. Di fatto sono stati decapitati i vertici tecnici del Consorzio smaltimento rifiuti astigiano e della ditta «Isa» (Italiana servizi ambientali) di località Liot (zona industriale, alla periferia della città), che gestiva l'appalto per il trasporto e il conferimento degli scarti alluvionali. In carcere sono finiti il direttore facente funzioni del Consorzio, Paolo Gonella, 28 anni, di San Martino Alfieri; il tecnico Ivano Calò, 36 anni, torinese; l'addetto Adelio Sardo, 45 anni, di Asti (questi ultimi già indagati nell'inchiesta per Valle Manina); Felice Medardo Gozzelino, 48 anni, di Costigliele, legale rappresentante della Isa; il direttore tecnico dell'azienda, Giuseppe Arduino, 41 anni, astigiano; e il direttore commerciale Giovanni Artuffo, 42 anni, di Castagnole Lanze. Le accuse vanno dall'abuso d'ufficio, al falso ideologico e materiale, alla truffa aggravata. Ma gli indagati sarebbero complessivamente una ventina: tra loro anche alcuni ispettori dell'Usi impegnati nella vigilanza e due funzionari della Provincia. Si tratta di Carlo Chenna e Gabriella Giuseppina Barbero. Sono stati interdetti per due mesi dall'incarico (lavorano al settore Ecologia dell'ente) per presunti favoritismi nei confronti dell'Isa. L'inchiesta, coordinata dal procuratore della Repubblica, Sebastiano Sorbello e dal sostituto Luciano Tarditi, è durata oltre un anno e riguarda in particolare la delicata fase dello smaltimento rifiuti nel periodo post alluvione. Sono emersi, hanno sottolineato gli inquirenti, i particolari di un complicato meccanismo che consentiva lucrosi affari alle imprese di smaltimento. Tutto questo grazie alla presunta complicità di tecnici di enti pubblici compiacenti che non avrebbero controllato o che mandavano avanti domande autorizzative incomplete a favore delle società private. Franco Binello Affari lucrosi per alcune imprese grazie a complicità osi e imprese omplicità Accanto il procuratore di Asti Sorbello e un'immagine dell'alluvione che ha colpito il Piemonte due anni fa

Luoghi citati: Asti, Brescia, Piemonte, San Martino Alfieri