Si ribella al racket Ucciso imprenditore di Fulvio Milone

Caserta: non pagava il «pizzo» ai clan Caserta: non pagava il «pizzo» ai clan Si ribella al racket Ucciso imprenditore CASERTA DAL NOSTRO INVIATO Tre colpi sparati a bruciapelo in pieno volto, un'ipotesi inquietante: la vittima, un imprenditore, sarebbe stata ammazzata per essersi opposta ad una banda di taglieggiatori. E' questa la pista principale imboccata dai carabinieri che indagano sull'omicidio di Michele Miraglia, 49 anni, commerciante di materiale edile. Gli investigatori, tuttavia, non escludono altri possibili moventi, compreso quello passionale. L'agguato è scattato ieri a Mondragone, una cittadina del litorale casertano. Gli assassini sono entrati in azione nei pressi di una villetta a pochi passi dal mare, in cui Miraglia avrebbe dovuto incontrare una sua amica. Uno di loro ha affiancato l'imprenditore che aveva appena parcheggiato l'auto ed ha sparato tre colpi con una pistola 357 Magnum, mirando al volto. Dopo aver compiuto la loro missione di morte, i killer sono fuggiti con un motoscafo. A dare l'allarme è stato un passante che ha visto il corpo sfigurato di Miraglia riverso sul selciato. Gli investigatori hanno or- §anizzato una serie di posti di locco e controllato a tappeto i porticcioli della zona, nella speranza di intercettare l'imbarcazione utilizzata dagli assassini. I carabinieri sembrano convinti che a compiere l'omicidio sia stata una delle tante bande di taglieggiatori che infestano la provincia di Caserta terrorizzando gli operatori economici. Proprio in questa zona, alcuni mesi fa, la procura distrettuale antimafia di Napoli ha sferrato un'offensiva contro l'organizzazione criminale più potente del Casertano, il clan dei Casalesi, capeggiato da Francesco Schiavone, soprannominato «Sandokan», tuttora latitante. L'operazione di polizia, però, non è riuscita a mettere kappaò la crimina lità nella provincia. Le vecchie bande colpite dagli arresti sono incalzate dai clan emergenti. Potrebbe essere stato proprio uno di questi a prendere di mira l'imprenditore. Di certo c'è solo che, recentemente, Michele Miraglia era rimasto vittima di un attentato. Accadde la notte del 21 gennaio, quando un gruppo di camorristi prese di mira una serie di negozi lungo il corso principale di Mondragone. Fra le botteghe e gli uffici danneggiati vi fu anche la sede della società di Miraglia, contro la quale fu lanciata una bottiglia incendiaria. Un raid intimidatorio, non c'è dubbio; un attentato che avrebbe gettato nel panico chiunque, tranne il commerciante ucciso ieri. Sì, perché Michele Miraglia a Mondragone si era fatto la fama del duro, dell'uomo che non avrebbe mai ceduto alle richieste di una banda di malavitosi di paese. Come se non bastasse, passava per un amico dei carabinieri che avevano gli uffici in una palazzina di sua proprietà. Interrogato dopo l'attentato, il commerciante aveva negato di essere finito nel mirino del racket che, a distanza di un mese, avrebbe saldato una volta per tutte i conti con lui. Almeno così la pensano gli investigatori, che tuttavia non tralasciano altre ipotesi sul movente dell'omicidio. Compreso quello passionale. Per questo motivo, i carabinieri stanno indagando anche nella vita privata della vittima. Michele Miraglia, sposato e padre di due ragazzi e titolare con due cognati di un centro per la vendita all'ingrosso di materiale edile, è stato ucciso nei pressi di un villino che aveva acquistato di recente. Lì avrebbe dovuto incontrare una donna che, dopo il delitto, è stata interrogata a lungo dal magistrato. Il sostituto procuratore che coordina le indagini ha ascoltato anche i famigliari della vittima. Fulvio Milone

Persone citate: Francesco Schiavone, Michele Miraglia, Miraglia

Luoghi citati: Caserta, Mondragone, Napoli