L'ultimo mistero del mostro è la scomparsa di un teste di V. Tess.
L'ultimo mistero del mostro è la scomparsa di un feste IL CASO NUOVO REBUS L'ultimo mistero del mostro è la scomparsa di un feste FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Un mago defunto di nome Indovino; un medium chiamato Manolito, perché somiglia un po' a un torero e un po' a un ballerino appesantito dall'alcol; e poi, Draculino, quello con i canini sporgenti; e Domenico Agnello, che è comparso, finito chissà dov». Cu. ido si alza il sipario, ecco, a uno a uno, i personaggi che freqi e^avano la casa delle messe nere, a pochi passi dalla piazzola degli Scopeti, dove il «mostro di Firenze» uccise due francesi. In quella casa c'è passata anche Gabriella «Gamma» Ghiribelli, teste a carico di Vanni Mario e anche di Pacciani Pietro. Di mestiere, ha precisato a verbale, fa la prostituta, ma nella magione lei non ci andava per certe porcherie ma per fare le iniezioni a Salvatore Indovino. C'era anche Pietro Pacciani nella combriccola? Lei ha detto di averlo visto, non durante i riti satanici, naturalmente, non foss'altro perché a certe cose, assicura, non partecipava. La casa delle messe è la casa dei grandi misteri. Quando Agnello la frequentava, i riti esoterici, chiamiamoli così, ne scandivano il tempo. Agnello oggi ha 42 anni, è nato a Catania ma risiede a Prato, in piazza Mercatale, dove ha un banco di frutta. Non è propriamente un gentilhomme e di lui ci sono ricordi in questura e in commissariato: per rissa, furto, detenzione d'arma e oltraggio. Insomma, un balordo. Sparito dalla circolazione dall'estate 1994: sua moglie ha fatto denuncia il 27 agosto, da allora neppure una notizia. Ecco, ciò che soprattutto interessa chi conduce le indagini, è che Agnello veniva indicato co¬ me un assiduo frequentatore dei sabati sera dal mago di San Casciano. Attivo e intraprendente, lo sciamano del Chianti, preparava filtri magici che avrebbero garantito l'amore perpetuo, pozioni complesse, misture di peli di pube e secrezioni vaginali. Se una ragazza aveva problemi di cuore, era sufficiente che si rivolgesse a lui. Tutto si sarebbe risolto, «per sempre». Tutto ciò lo ha raccontato alla polizia una signora di Prato, anche lei interessata alla casa di via Faltignano, ma soltanto perché avrebbe voluto acquistarla. Indovino, il mago, si era detto disposto a ce- derla e le aveva pure fatto vedere le stanze, tutte tranne una. Fu lui a raccontare alla signora di quelle pozioni e dette in escandescenze quando lei gli domandò: «Ma come fa a prendere i peli di pube?». Perché il beverone fosse efficace, spiegò, lui chiedeva alla ragazza, o al ragazzo, luogo, giorno e ora dell'appuntamento. «Soltanto così potrò unirli definitivamente», aveva spiegato. Ma ora, Indovino il mago, è morto, di tumore o cirrosi. E nella casa non c'è più niente che possa far capire che cosa davvero accadesse in quei sabati in cui la luna era nuova e il «mostro» correva per i boschi e uccideva. Seguaci di un perverso dio minore o semplicemente sporcaccioni di terz'ordine? La zona è battuta da forasiepi riconosciuti e guardoni doc. I due testi fondamentali nell'accusa a Vanni, Alfa e Beta, avevano spiato le coppiette un po' dappertutto, anche a Vicchio, nel Mugello. E un giorno, racconta Alfa, l'altro gli aveva detto: «Hai saputo? Hanno ammazzato i due fidanzati che si guardavano noi». Erano Claudio Stefanacci e la Pia. [v. tess.]
Persone citate: Agnello, Claudio Stefanacci, Domenico Agnello, Pietro Pacciani, Salvatore Indovino, Vanni Mario
Luoghi citati: Catania, Firenze, Pacciani Pietro, Prato, San Casciano, Vicchio
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