Dopo Roma nuovi guai in Bosnia

Pale boicotta Pale boicotta Dopo Roma nuovi guai in Bosnia BELGRADO. La generale soddisfazione per i positivi risultati della riunione di Roma sulla Bosnia è stata ieri parzialmente oscurata da un improvviso irrigidimento dei serbo-bosniaci che hanno disertato all'ultimo momento un incontro con i bosniaci e i croati a bordo di una portaerei Usa nell'Adriatico. Un segnale negativo è giunto anche da Mostar, dove il sindaco musulmano della città, Safret Orucevic, si è dimesso in segno di protesta per le modifiche apportate a Roma al piano elaborato dall'amministratore europeo Hans Koschnick e considerate troppo favorevoli ai croati. In una lettera inviata a Izetbegovic, Orucevic precisa che le sue dimissioni non sono «orientate contro» le decisioni di Roma, ma che si tratta di una «posizione personale direttamente legata alla decisione della presidenza dell'Unione europea» di modificare l'arbitrato di Koschnick. Da Sarajevo prosegue intanto l'esodo dei serbi, un esodo incoraggiato da Karadzic e da altri dirigenti di Pale dove è in atto una lotta di potere fra intransigenti, che fanno capo a Karadzic e al presidente del Parlamento Krajisnik, e «trattativisti» guidati da Kasagic, abile politico «protetto» dal serbo Milosevic, da molti indicato come probabile successore di Karadzic. Il successo della «mini-Dayton» romana (il bosmaco Izetbegovic lo ha definito un «incontro storico» e lo stesso Kasagic ha parlato di «risultati soddisfacenti») è stato però in parte guastato dalla mancata presenza a bordo della portaerei Usa «Washington» dell'emissario di Pale gen. Tolimir. Assieme al bosniaco gen. Delie e al croato-bosniaco Budimir, avrebbe dovuto siglare la ripresa ufficiale dei contatti tra le parti interrotti dai serbo-bosniaci dopo la consegna al tribunale internazionale dell'Aja di due loro alti ufficiali. L'assenza di Tolimir ha quindi ridimensionato la valenza politica dell'incontro, deciso domenica sera, a Roma, al quale hanno preso parte anche il comandante dell'Ifor, ammiraglio Smith, e l'alto rappresentante per la Bosnia Bildt. Là Nato ha espresso preoccupazione per l'assenza di Tolimir («E' un cattivo segno») che, secondo fonti militari di Pale, sarebbe motivata dal fatto che non sono state accolte le richieste serbe per il rilascio dei due ufficiali serbi arrestati il mese scorso dai governativi bosniaci a Sarajevo e successivamente estradati ali Aja. L'ammiraglio Smith si è limitato a confermare che «il generale non è comparso, ma temo si tratti di un problema di comunicazioni con Belgrado. Tenteremo subito un altro contatto per vedere se è possibile un nuovo incontro». Frattanto la notizia che la polizia bosmaca entrerà a Vogosca, quartiere serbo di Sarajevo, già a partire da venerdì prossimo, ha alimentato la paura tra la comunità serba della capitale bosniaca che dal 19 marzo prossimo sarà unificata sotto l'amministrazione della federazione croato-musulmana. Il presidente del Parlamento Krajisnik si è da parte sua dimostrato scettico sui risultati della riunione di Roma e ha avuto assicurazioni dall'Alto commissariato dell'Orni per i rifugiati (Unhcr) su più consistenti aiuti per quanti decideranno di abbandonare la città. [Ansa]

Persone citate: Bildt, Izetbegovic, Karadzic, Krajisnik, Milosevic