Un salvagente dalla Agnelli

Il ministro al Cremlino: anche il nuovo staff di Eltsin è riformista Il ministro al Cremlino: anche il nuovo staff di Eltsin è riformista Un salvagente dalla Agnelli Sbloccati crediti per400 miliardi MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Susanna Agnelli, ha portato ieri il suo contributo alla salvezza della riforma economica eltsiniana sbloccando la linea di credito ferma dal 1992 a causa dell'inadempienza russa nei pagamenti. 420 miliardi di lire da erogare in due tranche di 210 (una subito, l'altra nel secondo semestre di quest'anno) per progetti d'investimento che dovranno essere definiti rapidamente da una commissione al vertice tra i due Paesi. Susanna Agnelli è venuta però a Mosca nella doppia veste di ministro degli Esteri e di rappresentante dell'Europa e, come tale, ha informato il collega Evghenij Primakov del successo della conferenza di Roma sulla Bosnia. Con evidente, reciproca soddisfazione, com'è emerso dalla conferenza stampa congiunta alla fine dei colloqui. La Agnelli ha avuto inoltre l'opportunità di incontrare in rapida successione proprio i due nuovi ministri di Eltsin, Primakov e Kadannikov, quelli che hanno sostituito gli ultrariformatori Kozyrev (Esteri) e Ciubais (primo vice premier a sovrintendere sull'economia e la privatizzazione) suscitando interrogativi e preoccupazioni sul corso riformatore di Mosca. Invece l'uno e l'altro - ha detto in sostanza il nostro ministro - non solo hanno dato l'impressione di puntare sull'Italia come partner particolarmente gradito, ma anche non hanno manifestato alcun segnale di allontanamento dalla linea riformatrice dei predecessori. I due colloqui sembrano dunque avere rassicurato il governo italiano sul fatto che il Cremlino, nonostante la difficile situazione pre-elettorale, non concederà alle opposizioni nessun allentamento della rigida politica di contenimento dell'inflazione e del deficit. Si è parlato anche dell'allar¬ gamento della Nato, per registrare posizioni divergenti. Ma non è una novità e né la Agnelli, né Primakov hanno voluto turbare l'atmosfera di speciale cordialità del loro incontro. Nemmeno la guerra di Cecenia - ben lungi dalla conclusione nonostante le dichiarazioni di Eltsin - ha turbato più di tanto le conversazioni. L'Europa, dopo avere ammesso la Russia nel suo Consiglio, preferisce non girare il coltello nella piaga sperando che il problema - considerato sostanzialmente come una faccenda interna alla Russia - si avvii a conclusione in tempi accettabilmente rapidi. L'Occidente (il comportamento di Helmut Kohl in visita ufficiale a Mosca non è stato diverso da quello di Susanna Agnelli) ha deciso che, pur senza troppe sottolineature che potrebbero risultare controproducenti, bisogna aiutare Eltsin da qui alle elezioni presidenziali di giugno. Giuliette Chiesa