Zhirìnovskij a Clinton «Battiamoci in tv»

Una lettera: «Vieni a Mosca, pago io» Russia mmmmmmm Una lettera: «Vieni a Mosca, pago io» Zhirìnovskij a Clinton «Battiamoci in tv» MOSCA. Il vulcanico leader ultranazionalista russo Vladimir Zhirinovskij ha sfidato il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton a un dibattito televisivo a Mosca, impegnandosi a coprire «tutte le spese». Sempre ignorato a Washington, Zhirinovskij, leader di una consistente forza parlamentare e candidato alle presidenziali di giugno, si propone al capo della Casa Bianca come interlocutore con pari dignità, e gli ha scritto una lettera, parzialmente pubblicata dall'agenzia di stampa «Interfax». «Caro signor Presidente - si legge nella missiva del leader nazionalista russo - Lei è il Presidente in carica e io sono un candidato presidenziale. Sono certo che avremmo già molti argomenti su cui discutere». Protagonista di dichiarazioni farneticanti su complotti degli Stati Uniti e di altre potenze occidentali per distruggere la Russia, propugnatore della restaurazione dell'Impero ripristinando i confini del secolo scorso, ora Zhirinovskij si dice favorevole a un «mighoramento» delle rela- zioni tra Mosca e Washington. «La invito a Mosca per prendere parte con me a un dibattito televisivo - ha scritto Zhirinovskij nella lettera alla Casa Bianca -. Provvedere io ai fondi per il suo viaggio e per l'organizzazione del dibattito televisivo». Il Novecento, secondo Zhirinovskij, «è un'epoca di brusche svolte, e in futuro ci potranno essere cambiamenti ancora più radicali sia per la Russia che per gli Stati Uniti: entrambi, credo, siamo interessati a che i rapporti fra i nostri Paesi non peggiorino, ma crescano. Per questo un incontro e un dibattito fra noi in diretta tv sarebbe vantaggioso sia per i russi che per gli americani». E' naturalmente molto improbabile che Clinton, atteso in aprile a Mosca per un vertice con la Russia e i paesi del G7 sulla sicurezza nucleare, accolga l'invito: con le sue sortite xenofobe, dalla minaccia di bombardare la Germania a quella di «bagnare gli stivali russi nell'Oceano Indiano», Zhirinovskij si è inùnicato non pochi governi oc- cidentali, tanto che alcuni Paesi europei gli hanno rifiutato il visto di ingresso. Una legittimazione elettorale dell'estremista della politica russa da parte del presidente degli Stati Uniti appare fuori luogo. Il leader del partito liberaldemocratico, nome che nasconde in realtà una formazione nazionalista e revanscista, secondo i sondaggi non sarebbe ammesso al ballottaggio. Le previsioni gli attribuiscono infatti soltanto l'I 1 per cento dei voti, più del presidente Boris Eltsin (per il momento fermo al 9 per cento), ma decisamente meno del leader comunista Ziuganov e di quello democratico e riformista Javlinski, appaiati attorno al 18 per cento. [e. st.] Vladimir Zhirinovsky