Le lunghe notti del West End di Mario Ciriello
_J Le lunghe notti del West End Viaggio nella psicosi ritrovata degli inglesi PRIMA PAGINA dBI& LI attacchi, cominciati firma negli Anni Settanta, hanno insanguinato non pochi settori, ma tutti. Bombe sono esplose nei negozi e nei ristoranti (molti famosi locali arrivarono al punto di barricarsi con sacchi di sabbia), sugli autobus e sulla metropolitana, nelle stazioni ferroviarie e nelle vie, nella City e nei quartieri residenziali, persino nei magnifici parchi. Una splendida mattina di sole, una bomba ad Hyde Park dilaniò un drappello di guardie a cavallo della Regina. Questa «versatilità» dei dinamitardi dell'Ira accresce le ansie e gli allarmi, non vi sono luoghi sicuri, nessuno è invulnerabile. Certo, la vita continua, e questa continuità, particolarmente caparbia, grintosa in Inghilterra, è l'arma migliore contro il terrorismo: ma tutti devono tener conto dei pericoli usualmente inimmaginati e inimmaginabili. Ecco perché ieri i grandi magazzini di Knightsbridge e di Oxford Street erano meno affollati del consueto; ecco perché brividi di paura raggelano adesso i famosi teatri del West End. Se la «guerra» continuerà, i turisti eviteranno questa capitale, come fecero per parecchio tempo durante gli anni passati. Dopo un'esplosione parti¬ colarmente sanguinosa, anche i due super-rambo americani, Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone, annullarono una visita a Londra. Già scorre il fiume dei ricordi. Si entra in un pub o in un caffè e si odono conversazioni dominate dalle parole «I remember», «io ricordo». C'è chi ricorda il giorno che fu intrappolato per ore sul treno della metropolitana; c'è chi era nella City il 24 aprile 1993 e narra «quando mi risvegliai giacevo sul pavimento del mio ufficio. Parevo un porcospino, pieno com'ero di schegge di vetro». Si rammentano altresì le vittime di questa lunga guerra, vittime che non sono soltanto i morti, ma tutti coloro che sono rimasti feriti crudelmente nel corpo e nella mente. Di tutte le armi del terrore, la bomba è certo la più efferata. Negli ultimi diciotto mesi, le misure di sicurezza erano divenute meno onnipresenti, pareva ormai impossibile un ritorno ai massacri del passato. Adesso la città ha subito riconquistato un volto marziale. Poliziotti armati controllano il traffico; le vetture di Scotland Yard infrangono il sonno con i loro ululati notturni. Spuntano ovunque le videocamere, occhi elettronici che vigilano sui passanti. Sono spariti i bidoni della spazzatura e tutti gli altri ricettacoli stradali capaci di accogliere ordigni esplosivi. Poi c'è «l'incubo dei pendolari». Milioni di «commuters» giungono a Londra ogni giorno e la lasciano puntualmente nel tardo pomeriggio: ma l'esperienza insegna che ogni offensiva dei terroristi è accompagnata da allarmi più o meno falsi. Queste «bomb scares» - letteralmente paura di bombe bastano a paralizzare vasti settori della città. Ci furono giornate in cui, talvolta, per effetto di scherzi era pressoché impossibile attraversare la capitale. E più la situazione peggiora, più sale la riluttanza a servirsi della metropolitana. Più passano le ore, più si affievoliscono le speranze di una nuova tregua. Anzi, cresce il pessimismo. Prevale la convinzione che l'Ira aumenterà la «pressione» su Londra, convinta che solo così riuscirà a spezzare le resistenze del premier Major. Le informazioni dell'Intelligence Services sono fosche. Secondo l'MI5, l'Ira è pronta a bombardare Londra «per cinque anni» e «a spostare il fronte del terrore anche nelle altre città inglesi». Nevica ora, fatto raro in questa capitale. Si spera stasera che altro sangue non imbratti il suo candore. Mario Ciriello La gente diserta i cinema e Oxford Street è «off limite» Le vie centrali di Londra bloccate dalla polizia, la notte scorsa
Persone citate: Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone
Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Oxford Street
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