E già battaglia sulla par condicio di Maria Grazia BruzzoneEnrico Mentana

Attacchi al Cavaliere dopo la battuta suU «orticaria». Bianco: è allergico alla democrazia Attacchi al Cavaliere dopo la battuta suU «orticaria». Bianco: è allergico alla democrazia E' già battaglia sulla par condicio Bassanini: niente spot, regoleper i giornali ROMA. Par condicio, ciascuno ha la sua ricetta. Da Franco Bassanini, della segreteria del pds, che pur di riuscire a ridimensionare gli odiosi spot, è pronto a dar ragione a Mastella e Berlusconi e propone norme più semplici, ma estese anche ai giornali. A Enrico Mentana che dal video del Tg5 si appella a Scalfaro e a Dini perché alleggeriscano le regole che fan comodo ai politici ma danneggiano giornalisti e telespettatori. E al Presidente della Repubblica italiano si rivolge, per la par condicio, persino l'austero Financial Times, ma chiedendo di inasprirla, la legge, e garantire la «legittimità democratica » alle elezioni. Intanto, l'orticaria da par condicio di Berlusconi produce un florilegio di battute. Mentre alla Rai, dove una ricetta vorrebbero tanto averla per buttar giù davvero il nuovo codice interno che la Moratti ha promesso a Scalfaro, non sanno che pesci pigliare, tirati come sono da tutte le parti. Perché la par condicio è una brutta bestia e forse è più facile prenderla molto sul serio, o molto per scherzo. Seriamente come l'autorevole quotidiano finanziario britannico che, più che alle regole e regolette, pensa ai problemi di fondo. E, tanto per cominciare, ricorda che «questa campagna parte con Silvio Berlusconi leader del Polo di centro destra, che possiede tre canali televisivi, pari al 45% dell'audience nazionale». 0 decisamente per ridere, come fanno Gerardo Bianco e il leghista Caldiroli che prendono in giro l'ai- lergia del Cavaliere. «E' evidente che a Berlusconi i principi della democrazia sono così insopportabili da provocargli uno shock allergico», sfotte il leghista. E Bianco, sulla stessa onda, ma più sottilmente ironico: «Il Cavaliere si tranquillizzi, stiamo consultando illustri dermatologi per inserire tra le regole anti-dispari opportunità anche degli unguenti per la buona salute sua e della democrazia». Battute, certo. Non è lo stile di Bassanini, serioso docente di Diritto Costituzionale. Se Walter Veltroni pare scettico sulla possibilità di cambiare il decreto Gambuto («Se pensiamo a Berlusconi che dice di avere già l'orticaria, possiamo figurarci la sua disponibilità a fare regole più impegnati¬ ve...»), il professore non ha perso la speranza. Queste regole «pignolesche e repressive» non piacciono neppure ai Progressisti. E allora, come cambiarle? Il professor Bassanini, che è anche un fine mediatore, chiede da sempre di «alleggerirle», ma adesso ha un'idea nuova, pensata per venir incontro al Ccd Mastella e allo stesso Cavaliere che non ha mai amato troppo i giornali. In cambio del black-out degli odiati spot che, se nulla si muoverà, andranno in onda per un mese intero sulle reti del Biscione, estendere questa nuova par condicio «più elastica e ragionevole» anche ai giornali. Con chissà quante altre querélles. Chi l'informazione la fa, lo sa bene. Lo sa Lucia Annunziata, la quale sostiene che l'equilibrio «è come una bussola interna: o ce l'hai o non ce l'hai». Lo sa Vespa per il quale «una trasmissione gestita in buona fede può garantire tranquillamente la par condicio». Un po' meno forse lo sa Fede, che ammette «sarò libero di dire le cose finché potrò, poi dovrò rispettare la normativa», senza neppure sapere che la fatidica par condicio è già in vigore dallo scioglimento delle Camere. Solo il divieto di spot e di sondaggi scatterà più tardi. Lo sa bene Mentana. Che ieri sera ha chiesto, anche lui, a Scalfaro e a Dini, un alleggerimento delle norme. «Una legge che, così com'è, è fatta per imbrigliare chi fa informazione corretta e per dar modo a chi fa il furbo di riuscirci». Lo sanno, quanto è difficile far rientrare l'imparzialità e la correttezza in binari rigidi e codificati, anche i vari Jacobelli, Morello, Sartori, Miccio, gli «esperti» che Letizia Moratti ha messo al lavoro. Non per fare un compendio dei codicilli di una legge che forse alla fine cambierà, o non verrà rispettata, nè per riassumere i molti «codici deontologici», carte di qualità e via dicendo che già affollano gli archivi della Rai. No. Qui si tratta di fare delle proposte operative. Che diano indicazioni ai tg. E impediscano ai vari Santoro, Funari, Unomattina, Format, UneaTre di chiudere - come è già successo all'ultima tornata - per non incorrere negli strali del Garante. Programmi diversi che hanno già di per sè formule «equilibrate» come Porta a porta o non ce l'hanno, come appunto Format. Chissà se per mercoledì, quando Moratti sarà sentita dalla Vigilanza, il nuovo regolamento sarà pronto. Intanto Donna Letizia oggi vede Dini (che ieri ha visto Tedeschi). Per parlare di cose forse più urgenti, come il nuovo direttore generale che sostituirà Minicucci. Maria Grazia Bruzzone .. ÉÉÉÉ % Franco Bassanini (sopra), Enrico Mentana (sotto) e Letizia Moratti

Luoghi citati: Roma