Pillitteri giallo all'estero

L'avvocato dell'ex sindaco di Milano: anch'io non so dov'è L'avvocato dell'ex sindaco di Milano: anch'io non so dov'è PillHteri, giallo all'estero «Vivo nell'angoscia e sono malato» MILANO. «Vivo con comprensìbile angoscia uno dei momenti più difficili della mia vita». Sono le prime parole di Paolo Pillitteri, l'ex sindaco di Milano condannato sabato dalla Cassazione a 4 anni e 6 mesi di carcere per le tangenti Aem. E' amareggiato l'ex sindaco cognato (di Craxi) che, nel comunicato inviato alle agenzie, fa sapere di essere all'estero per motivi di salute. Dove? Non si sa. In Sud Africa, dicono alcuni vicini all'ex sindaco. Ma la notizia non è confermata. Anche il suo avvocato, Vittorio D'Aiello, dice di non sapere il luogo dove si trovi, con regolare autorizzazione della magistratura milanese, l'ex sindaco della Milano da bere. Spiega l'avvocato D'Aiello: «Tempo fa mi aveva detto che doveva sottoporsi ad un consulto per motivi di salute fuori dall'Italia. Comunque è a disposizione della giustizia». Pillitteri nel comunicato nega tutte le accuse che lo hanno portato a tre processi, tre condanne. E forse ad un passo dal carcere. Scrive: «Non ho mai inteso la politica, cui ho dedicato la mia intera vita, a fini di arricchimento. Le indagini sui miei beni ne sono la migliore conferma». E aggiunge: «Credo ancora di avere, per quanto ho potuto, bene operato per la città che ho avuto l'onore di amministrare come sindaco. Sono a disposizione dell'autorità giudiziaria». Tocca adesso alla procura generale di Milano decidere cosa fare di lui. La condanna è definitiva, la pena (così alta) non permette l'affidamento al servizio sociale che evita il carcere così come per Carlo Tognoli, l'altro ex sindaco condannato per gli stessi reati a tre anni e tre mesi di detenzione. Rimane la possibilità-come chiesto dal suo difensore, del deferimento della pena per gravi rapavi di salute. E'noto che Pillitteri ha avuto un infarto, è noto che è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per l'applicazione di due by-pass, ed è stato nuovamente ricoverato pochi mesi fa per una grave allergia ad alcuni farmaci. «Ed è per questo che ho pre¬ sentato istanza alla procura generale», ripete l'avvocato D'Aiello. Che di istanze ne ha presentata un'altra relativa al ricalcolo della condanna, tenuto conto degli indulti degli ultimi anni. Una strategia semplice, per evitare il carcere. Ma questa strategia per Pillitteri rischia di cozzare con i numeri di quella condanna non più appellabile a Fax da un luogo segreto, forse il Sud Africa «Mi curo, ma resto a disposizione dei giudici» A sinistra: Paolo Pillitteri Qui sotto: Carlo Tognoli l'altro ex sindaco di Milano condannato 54 mesi di carcere. La sentenza definitiva conferma che Pillitteri intascò tangenti per conto del suo partito. Un'accusa che l'ex sindaco di Milano ha sempre respinto, con forza. Anche ieri. «Mi sforzo di accettare, con un senso di profonda e lancinante ingiustizia, l'esito di un processo in cui ho dovuto difendermi da colpe che non ho commesso», scrive Paolo Pillitteri nel comunicato. All'amarezza dell'ultimo sindaco socialista di Milano si aggiunge la strategia del suo avvocato per evitargli il carcere. Qualcuno (maligno) ha già fatto i conti: a scontare tutta la pena Pillitteri rischierebbe di essere scarcerato nel 2000. Naturalmente il calcolo non tiene conto di altre amnistie, di permessi, di scarcerazioni anticipate. E delle condizioni di salute dell'ex sindaco, avviso di garanzia numero uno nell'albo di Tangentopoli. Libero nel 2000, altro secolo, altro millennio addirittura per il sindaco cognato, carriera politica tutta a fianco di Bettino Craxi: matrimonio con la sorella, poltrona di primo cittadino è poi di parlamentare. «Aspettiamo cosa deciderà la procura generale. Certo non è cosa di pochi giorni. Comunque Pillitteri è a disposizione della giustizia», ripete speranzoso l'avvocato D'Aiello. [f. p.J