Successo per il trio di Italia 1
Dalla tv alla ribalta Dalla tv alla ribalta Successo per il trio di Italia 1 TORINO. Un pubblico da stadio, per numero e per comportamento, ha accolto l'altra sera a Torino i nuovi divi della tv da ridere. Aldo, Giovanni e Giacomo, il trio di «Mai dire gol», quelli di Vomitino e di Tafazzi per intenderci, hanno riempito il Teatro Colosseo: tutto esaurito per le tre date dello spettacolo, che si replica ancora oggi. Applausi, fischi, entusiasmo, risate già ad apertura di sipario. E nelle prime file della platea, un «vip» adattissimo all'occasione, il calciatore Giancarlo Marocchi, festeggiato pure lui. La tv come traino colpisce ancora. Per Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti, in realtà è un ritorno a teatro. Prima di diventare così conosciuti attraverso la tv - «Su la testa!» e «Cielito lindo» su Raitre, e poi «Mai dire gol» con la Gialappa's su Italia 1 - hanno fatto una gavetta di dieci anni. Mimo, teatro e cabaret; presenze fisse al Derby e poi allo Zelig di Milano. Tutta la loro esperienza si nota in questi nuovi «I corti». Uno spettacolo di teatro comico di due ore e mezzo, corposo e curato, scritto con Gino & Michele e Paolo Rossi, recitato con Marina Massironi, e diretto da Arturo Brachetti. Si tratta di una serie di scenette buffe di durata.scalare fino allo «zero comico», l'unità di misura della risata. Tra una gag e l'altra, c'è un siparietto dei tre attori a teatro che commentano le scene appena recitate, come se gli spettatori fossero loro. Protagonista della storia sono tre improbabili gemelli (due del Nord, uno del Sud), che litigano sempre. Già nella pancia della mamma, in tre, schiacciati tra cordoni ombelicali e buffi pigiamini, si affrontano con le solite domande urlate - «Sto parlando con te. Cos'eri prima di nascere? Il virus della pellagra?» di televisiva memoria. Tre gemellini pestiferi («Dai, facciamo uno scherzo alla mamma: pensiamo tutti e tre a una cosa da mangiare difficile, così lei impazzisce a cercarla»), che già sognano cosa faranno da grandi. Aldo fa la dieta col cordone ombelicale stretto perché vuol diventare ballerino, Giacomo farà la portinaia dittatoriale, Giovanni il disc jockey «per vivere di notte e non incontrare la portinaia». C'è pure il momento della nascita, in scena, tutto da vedere. Poi i tre ricompaiono, «grandi» ma sempre litigiosi come tre bambini. Le occasioni per ridere sono una gita in montagna, un'astronave, la storia di Dracula (Aldo: «Miiii, sono draculaaaa») che affamato capita in una casetta dove trova Nico e il nonno: finisce naturalmente in polvere (Nico: «E d'altra parte non potevo mica sfamare tutti i Conti Dracula del circondario»). Le battute però vanno «viste». Nello spettacolo parola, azione e visualità sono strettissime. La tv c'è, come rimando e citazione, ma il grosso è puro teatro. E lo «zero comico»? Tafazzi, naturalmente. Aldo, Giovanni e Giacomo
Persone citate: Aldo Baglio, Arturo Brachetti, Conti Dracula, Giacomo Poretti, Giancarlo Marocchi, Gino & Michele, Giovanni Storti, Marina Massironi, Paolo Rossi
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