Un «Riccardo III» fra le camicie nere

• mm A Berlino, fra gli istrionismi dei divi, il film shakespeariano di Loncraine e «Get Shorty» Un «Riccardo IH» fra le camicie nere E Travolta, in un kitsch criminale, fa l'esattore dei boss BERLINO DAI. NOSTRO INVIATO Battimani, risate, calore alla conferenza-stampa: per Travolta elegantissimo in nero, per Danny De Vito col basco che fotografa i fotografi, fa l'istrione mitragliando spiritosaggini e attacca a cantare in italiano: «Non dimenticar che t'ho voluto tanto bene...». Wim Wenders, con una variopinta giacca firmata dalle grandi toppe rosse ai gomiti, assiste solidale e benevolo alla proiezione dell'unico film tedesco in concorso, e gli va male: «Stille Nacht» (Notte silenziosa) di Dani Levy è velleitario, deplorevole. A mezzanotte Pappi Corsicato e Iaia Forte (con un bellissimo copricapo militare neorealista da profuga, da sciuscià o da ritirata di Russia), prendono applausi al Forum: il direttore Gregor parlando de «I buchi neri» dice che «è uno dei più bei film italiani visti qui», e il «Berliner Morgenpost» lo definisce «un meraviglioso film d'amore nel vero senso della parola, ricco di tenerezza e sensibilità, di oscenità e miracoli». Possono avere qualcosa in comune un criminale a Hollywood e Riccardo I negli Anni Trenta, Shakespear e il giallista americano Elmoi Léonard, John Travolta di Los ingeles e l'inglese sir Ian McKellfa? «Get Shorty» (Piglia Shorty)|i Barry Sonnenfeld e «Richard nf di Richard Loncraine, in conciso al FilmFest, s'assomigliano raer l'eleganza, per l'alta stilizizione, per la qualità del progetl cinematografico e dei valori roduttivi anche migliori del ri dtato artistico. «Richard III», adattamento d'ima mesi in scena teatrale inglese di R hard Eyre del 1990, rievoca e isieme ripete un tic culturale t gli Anni Trenta ambientando atroce tragedia shakespeariar della perfidia e del tradimenti appunto in quel tempo che vid la massima esplosione di feroi i del Novecento. L'usurpazion del trono somiglia a un colpo < Stato fascista. Il fratello del r d'Inghilterra, Riccardo duca di Gloucester (Ian McKellen torta la camicia nera, è circond □ di armati in divisa paranazis , si esalta in cerimoniali da 1 rzo Reich, usa i carri armati, g] aerei, i microfoni, i riflettori, { esplosivi, i cannoni moderni quel primo conflitto tecno-industriale che fu la seconda guerra mondiale. Al duca di Buckingham (Jim Broadbent) è riservato il destino di tutti i leader politici europei che s'illusero d'addomesticare Hitler, di limitarne il potere con patti, compromessi e viltà. La carneficina dei componenti la famiglia reale che s'interponevano tra Riccardo e il trono è spaventevole: gole tagliate, principi accoltellati da sotto il letto mentre fanno l'amore o strozzati con una sciarpa rossa. Lo chic languido dei reali e dei cortigiani, vestiti meravigliosamente, scivolanti in immensi saloni marmorei con le loro sigarette accese tra le dita guantate di bianco, allude alle complicità coi fascismi, sprezzanti ma immancabili, delle classi alte passive e stupidamente ignare della propria fine. Scenografie magnifiche, magnifici attori: Maggie Smith regina madre impietrita, Kristin Scott-Thomas morfinomane Lady Anne, Nigel Hawthorne, la regina Annette Bening, tutti bravissimi in una stilizzazione di gran livello. «Get Shorty» stilizza invece ironicamente e allegramente il kitsch criminale, Hollywood, i gangsters da film, l'atmosfera decadente-delinquente della Miami Art Déco, i manierismi dei mafiosi alla Scorsese, l'eleganza in nero dei killer, i brutti film e la passione infantile per i brutti film. L'avventura di Travolta, letale esattore di strozzini malavitosi spedito dalla Florida a Los Angeles a farsi pagare il grosso debito d'un produttore di horror di serie B (Gene Hackman), che riesce a trasformare il proprio incarico in un'occasione per cambiare la vita propria e altrui, è divertente, carina: anche se non eccezionale e a volte rallentata nel ritmo, denutrita nelle battute. E' comico che Danny De Vito, piccolo, brutto e cinquantenne, risulti il massimo divo del momento, affacciato a tutte le copertine, ritratto in statue e dipinti, interprete di Napoleone e di Gesù Cristo. E' bella la musica di John Lurie. E' bravo Travolta, con l'amabile sicurezza di chi sa fare il mestiere violento che non ama, con l'affetto struggente per il cinema peggiore che ama. Lietta Tomabuoni Promozioni d'attore effervescenti mentre al Forum si applaude all'italiano «I buchi neri» Ian McKellen protagonista del film nel quale la vicenda di Riccardo è vista come un colpo di stato fascista con aerei esplosivi e carri armati • mm

Luoghi citati: Berlino, Florida, Hollywood, Inghilterra, Los Angeles, Russia