Cattiva memoria

Cattiva memoria Cattiva memoria Tre lettere lo smentiscono MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Purtroppo la memoria deve aver fatto un brutto scherzo a Serghei Berja. A meno di non supporre che un intero esercito di falsificatori di documenti abbia lavorato per disseminare negli archivi tracce di un Lavrentij Pavlovic vivo, in prigione, nei sei mesi successivi al suo arresto, avvenuto appunto il 26 giugno 1953. Se fosse stato ucciso, in casa sua, lo stesso giorno dell'arresto, non resterebbe che concludere che le tre lettere trovate negli archivi (La Stampa ne diede notizia proprio su queste pagine il 30 luglio 1994) sono state «fabbricate» a posteriori. Un lavoro di notevole qualità e fattura: due lettere a Malenkov, una terza al Fresidium del partito. La prima venne scritta - a matita come le altre - il 28 giugno; la seconda il primo luglio; la terza non porta data ma risulta scritta prima del primo interrogatorio (avvenuto nella notte tra l'8 e il 9 luglio). Ci sono, a sostegno, le memorie di numerosi protagonisti. Il suo carceriere, Khizhiniak, ha parlato (sempre nel 1994), raccontando dettagli precisi della prigionia di Berja, ha descritto l'esecuzione, avvenuta il 23 dicembre di quello stesso anno, per mano del boia Batinskij. A sostegno ci sono le memorie di Zhukov, del generale Moskalenko, che gli trovò nelle tasche, al momento dell'arresto, al Cremlino, un foglietto su cui Berja aveva scritto - mentre Krusciov e compagni lo processavano - «allarme, allarme». Sperava, Berja di fare in tempo a trasmetterlo alla sua guardia del corpo. Tutto inventato da Krusciov? Pare poco probabile. Come molte altre cose che Sergej Berja racconta dopo tanti anni. Tra queste la storia degli incontri in Russia tra Ber- j ja e il fisico americano Oppenheimer, capo del progetto Manhattan, che condusse alla prima bomba atomica degli Stati Uniti. Improbabile, anche se non impossibile. Ma, in questi casi il ricordo non vale. O, almeno, non vale da solo. I docu menti - anche se gli archivi sovieti ci sono una tremenda cloaca, in cu ci si deve calare soltanto se munit di una speciale maschera antigas intellettuale - restano l'unico strumento per ricostruire verità tanto controverse. E, per ora, non ce ne sono a confermare quella, non nuova, che Sergej Berja spesso racconta ai giornalisti occidentali. Giulietta Chiesa

Luoghi citati: Manhattan, Mosca, Russia, Stati Uniti