Mollette milionarie sul care estinto

Mollette milionarie sul care estinto Napoli, in cella 4 dipendenti del cimitero: ogni anno guadagnavano mezzo miliardo Mollette milionarie sul care estinto «Se non paghi il defunto va nella fossa comune» NAPOLI. Il cimitero era la loro azienda privata, con tanto di contabilità «in nero», classificazione dei morti, tariffe sulle sepolture. Quello messo su da un impiegato e tre becchini era un bel business, che rendeva ai soci mezzo miliardo l'anno. E se qualcuno reagiva alle richieste di mazzette per milioni, era pronta la minaccia: «Guardi che il povero defunto rischia di finire in una fossa comune ...». Ma dopo aver guadagnato senza pietà né scrupoli sul dolore altrui, i taglieggiatoli del loculo hanno fatto fallire l'impresa nel tentativo di occultare le prove. Hanno bruciato i registri e alimentato i sospetti dei carabinieri. A Boscoreale, un paese alle falde del Vesuvio, morire costava caro. Quattro dipendenti municipali sono stati arrestati con l'accusa di aver intascato per almeno cinque anni gran parte delle tasse di sepoltura destinate al Comune, trasformando in «clandestini» i defunti che non comparivano nei libri mastri dei servizi cimiteriali. I profitti venivano poi arrotondati con tangenti, tra 1 e 2 milioni e mezzo, imposte ai familiari secondo una classificazione di cui è rimasta traccia in alcuni elenchi sequestrati: «Morti dall'interno», ovvero residenti a Boscoreale, «morti dall'esterno», provenienti da altri Comuni; e «morti in congrega», per il quale exa prevista l'inumazione nelle cappelle. Per ogni categoria, c'era un prezzo da pagare. L'affare è costato il carcere a Vittorio Carotenuto, coordinatore del servizio funebre, e agh addetti alle sepolture Gerardo De Rosa, Pasquale Galle e Pasquale Di Rosa. Devono rispondere di associazione per delinquere, peculato, incendio e truffa ai danni del Comune. Ad accusarli ci sono oltre cento testimoni, tutti parenti dei 400 defunti la cui «posizione» è stata controllata dagli mquirenti. La presenza della banda, faceva sì che un funerale venisse a costare anche 6 rnilioni, contro i 2 e mezzo previsti dal regolamento comunale. Per non parlare dell'imposizione di forniture per la costruzione delle cappelle. A chi tentava di provvedere in altro modo, i quattro facevano credere che «per legge» le tombe devono essere tutte uguali. Il racconto dei parenti ha convinto i magistrati di Torre Annunziata, messi in allerta dal rapporto dei carabinieri sull'incendio dei registri in cui vengono annotate le sepolture. L'espediente avrebbe dovuto impedire un confronto tra il numero dei defunti per i quali era stata pagata la tassa comunale di 140 mila lire, e l'elenco dei morti «entrati» in realtà nel camposanto. Il secondo dato superava di gran lunga il primo, visto che per i «clandestini» la somma pagata dai familiari eia finita nelle tasche dei quattro dipendenti municipali. Mariella Cirillo

Persone citate: Gerardo De Rosa, Mariella Cirillo, Pasquale Di Rosa, Pasquale Galle, Vittorio Carotenuto

Luoghi citati: Boscoreale, Napoli, Torre Annunziata