FILM VIOLENTO CHE AIUTA IRAGAZZI

P SENTENZA SUPULP FICTION FILM VIOLENTO CHE AIUTA IRAGAZZI P ULP Fiction» di Quentin Tarantino, film premiato, lodato e amato, gran successo internazionale che ha riportato alla popolarità John Travolta e ha inventato (insieme con «Assassini nati» di Oliver Stone) un nuovo stile di racconto che mescola come nella vita normalità e atrocità, sangue e risate, non è più vietato ai minori di diciotto anni, ma soltanto ai ragazzini che ne hanno meno di quattordici: la IV Sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso avanzato dal distributore italiano Cecchi Gori contro il divieto sentenziato dal Tribunale amministrativo. Bene. Eppure, nel bene e nel male, pare che con il cinema i magistrati si ritrovino sempre a disagio. Se il Tar aveva affermato che violenza e ferocia di «Pulp Fiction» potevano avere pessima influenza sugli adolescenti, il Consiglio di Stato sostiene adesso il contrario: le scene più crude, dicono, in quel contesto possono anzi avere un valore pedagogico, servire da deterrente verso certi modelli negativi, ispirare ripugnanza anziché favorire «un deprecabile effetto d'imitazione». La sentenza va anche nel dettaglio estetico-narrativo, esaminando una scena di «iniezione di stupefacente», che «esprime l'invasività dell'azione iniettiva e l'aggressività della droga sull'entità biopsichica della persona» ed ha «caratteristiche estetiche tali da indurre lo spettatore anche minorenne ad avvertire repulsione per la assunzione di droga», insomma è una scena «a suo modo catartica, purificatrice». Linguaggio a parte, son discorsi fitti, impegnativi: peccato che quella scena la ricordino in pochi, mentre rimane indimenticata la scena famosa Lietta Tornabuonl CONTINUA A PAG. 2 SESTA COLONNA

Persone citate: Cecchi Gori, John Travolta, Lietta, Oliver Stone, Quentin Tarantino