Medici la rivolta degli 80 mila

Medidf la rivolta degli 80 mila Medidf la rivolta degli 80 mila Fiaccolata a Roma: «Furti in busta paga» ROMA. Migliaia di medici ospedalieri, veterinari, farmacisti e anestesisti dipendenti dal servizio sanitario nazionale hanno attuato ieri sera una manifestazione senza precedenti contro la «latitanza» del governo e delle forze politiche sui problemi della sanità e il rinnovo dei contratti nel settore pubblico. In camice bianco, non appena è calato il buio, hanno acceso una miriade di fiaccole per «richiamare l'attenzione e la speranza su una sanità ridotta allo stremo» ed hanno iniziato una marcia silenziosa che si è snodata da piazza Esedra a via dei Fori Imperiali fino a piazza Venezia. Traffico impazzito per parecchie ore, grande spiegamento di forze dell'ordine. La manifestazione, indetta da 15 associazioni sindacali autonome dei medici (Anaao, Anpo, Cimo, Fesmed, Sivemp ecc.), ha segnato un momento significativo nell'intera partita dei rinnovi contrattuali per circa 3 milioni di pubblici dipendenti. Ha dato il polso dell'elevato grado di esasperazione delle categorie di fronte al protrarsi di situazioni economiche e gestionali non più tollerabili: nella sanità come nell'amministrazione tributaria, nella scuola come nelle amministrazioni locali, nelle poste, nei servizi anticendi. Ieri hanno anche sospeso il lavoro i dirigenti statali, per iniziativa di Dirstat-Confedir-Unadis/Cida-Unsa/Confsal, bloccando attività importanti al centro e in periferia, ma si è solo all'inizio di una vasta offensiva: attraverso varie agitazioni di comparto {per il 7 marzo Cgil-Cisl-Uil confermano un'astensione del personale medico e non medico), si rischia di arrivare sollecitamente ad uno sciopero generale nell'intera area pubblica. E, in questa atmosfera di crescente tensione, si guarda con interesse all'apertura della trattativa, mercoledì prossimo, per il parastato, che dovrebbe far partire anche tavoli paralleli per tutte le altre categorie sotto la regia del ministro della Funzione pubblica Frattini. Pur in un quadro comune di dissenso e di protesta, la massiccia «fiaccolata» di ieri sera a nome degli 80 mila medici e veterinari pubblici ha inteso lanciare un grido di allarme sulla drammatica situazione della sanità pubblica e sottolineare come la categoria si trovi, di fronte al passaggio dei rinnovi contrattuali, notevolmente svantaggiata sotto il profilo economico rispetto a tutte le altre. La duplice denuncia si coglieva facilmente nelle centinaia di striscioni e cartelli che hanno animato la lunga marcia dei camici bianchi alla luce traballante delle fiaccole. Fra i più significativi: «Dini è stato spergiuro, Guzzanti ci ha deriso», «Il sogno dei nuovi burocrati: ospedali senza medici», «Per una sanità viva e di livello europeo», «Voghamo un contratto dignitoso», «Pannella digiunerà mai per il ruolo medico?». Nel quinquennio '91-'95, i medici dipendenti hanno perso 1009 miliardi in valore assoluto e molti altri miliardi perderanno nel '96 se non verranno rimossi alcuni tagli ritenuti assurdi. «Chiediamo un contratto giusto - ha sottolineato il presidente della Cimo Carlo Sizia - che restituisca il "maltolto", oltre alla differenza di inflazione conteggiata in base all'accordo generale del 23 luglio '93. Nello stesso tempo rivendichiamo una sanità pubblica viva, evolutiva, correttamente finanziata e di livello europeo». E' indispensabile, secondo il presidente dell'Anaao Aristide Paci, prevedere per ciascuno degli anni '96-'97-98 un finanziamento aggiuntivo specifico per l'area della dirigenza medica e veterinaria di 500 miliardi (montanti nel triennio) in modo da «reintegrare quelle condizioni di equità così gravemente lese dai provvedimenti dispósti negli ultimi anni». Per l'Anpo (primari) il presidente Giangiacomo Ferri ha protestato contro «un modo di governare la sanità veramente inaccettabile, con leggi disattese, regolamenti non emanati, decreti reiterati più volte con impercettibili modifiche motivate da interessi per singole situazioni talvolta personali e ben conosciute». Aldo Grasselli, segretario nazionale del sindacato dei veterinari, ha rilevato: «Da un personale che subisce da oltre 5 anni un progressivo furto legalizzato in busta paga non si può pretendere complessità professionale, elevata specializzazione, rilevanza sanitaria». Gian Cario Fossi i ministri della Sanità Elio Guzzanti e della Funzione pubblica Franco Frattini

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