Sordomuti cittadini di serie B le galline non abitano più qui

Imparare a non sentire i rumori LETTERE AL GIORNALE Sordomuti, cittadini di serie B; le galline non abitano più qui Lotta per il telefono scrivente I giornali hanno pubblicato di recente il ritiro delle patenti di guida dell'auto ai sordomuti che percepiscono l'indennità di accompagnamento spettante ai ciechi e... ai sordi, in quanto costoro, se colpiti da cecità o da sordomutismo non potrebbero guidare un automezzo. Ciò è ovvio per i ciechi i quali non possono ottenere la patente di guida e hanno il diritto all'indennità di accompagnamento. Non è vero invece per i sordomuti, i quali possono ottenere la patente di guida secondo le leggi italiane, europee e di tutti i Paesi civili, da quando i Iioyds hanno verificato statisticamente che i sordomuti provocano o subiscono un numerò insignificante di incidenti e d'altronde per i sordomuti non è prevista l'indennità di accompagnamento. Ben altri sono i problemi dei sordomuti, cioè delle persone sorde gravi dalla nascita o dall'età evolutiva che non hanno potuto apprendere la parola attraverso l'udito e si trovano in gravissimo stato di bisogno sotto l'aspetto relazionale altrettanto importante per l'uomo di quello individuale fisico o psichico. I sordomuti sono esclusi dai normali rapporti interpersonali, dalla radio, dalla televisione (salvo i pochi minuti di sottotitolazione), dal comune telefono e non sono immersi nel mondo pulsante e partecipato che ci circonda. Per queste ragioni raramente riescono a frequentare le università o realizzare il sogno di divenire docenti di materie tecniche o artistiche... o della loro lingua gestuale. La modesta indennità di comunicazione ad essi attribuita dalla legge non consente neanche di fronteggiare la spesa per un telefono scrivente! L'Ente Nazionale Sordomuti, che è l'associazione nazionale della categoria, continua nella sua umanitaria opera per far conoscere il reale vissuto di questi cittadini che si sentono emarginati e in- compresi e ingiustamente penalizzati dalla disinformazione. Ente Nazionale per la protezione e l'assistenza dei Sordomuti Associazione italiana dei minorati dell'udito e della parola, Roma Tieni il pollaio e io ti multo Ho dei nipotini che vivono in Riviera a Chiavari. Cittadina dalle numerose ville con giardino di ex immigrati in Sud America e rientrati con un po' di soldini, innamorati della loro terra nativa. Come dicevo i miei nipotini hanno la fortuna di avere un bel giardino e in un angolo il loro papà aveva riattivato un vecchio pollaio con due gallinelle. Erano il loro divertimento e il contatto con la natura cosa completamente persa per noi di città. Ma non hanno fatto i conti con i nuovi abitanti di Chiavari - quelli di origine contadina che di galline non ne vogliono proprio più sentir parlare, quelli provenienti dal ricco Nord, ora in pensione, pensionati ricchi, riconoscibili al primo colpo d'occhio; avanzano ben incolonnati con pellicce, scarpe, cappelli, cappotti nuovi fiammanti, sembrano tolti pochi minuti prima dalla vetrina di un negozio, insomma dei finti signori che hanno chiamato i vigili. Centomila di multa e già che erano in zona hanno multato pure una vecchia coppia che le galline le aveva da sempre. Gianni Cortese, Genova Un referendum contro il canone Nel 1985 la corte di appello di Torino aveva considerato il canone Rai come una tassa, quindi applicabile solo se il servizio Rai era effettivamente utilizzabile, ma la stessa corte di appello nel 1991 ha definito il canone come «imposta», costringendo il cittadino a pagare il canone. Come mai la Rai su tale imposta appli- ca un'altra imposta: l'Iva? E la Concessione governativa? Le televisioni private trasmettono i loro servizi senza richiedere alcun canone in quanto si autofinanziano con la pubblicità: perché il cittadino deve pagare un canone per assistere alla pubblicità che la Rai trasmette nelle sue reti? L'onorevole Giacinto-Marco Pannella promotore di tanti referendum (tanti incomprensibili all'elettore) perché non presenta dei referendum alla portata di tutti i cittadini e specialmente di natura più che accettabile, e cioè: abolizione del canone tv; abolizione del bollo sulla patente; abolizione del bollo sulle au¬ to; abolizione dell'8 per mille sul 740 o, questo, da destinarsi, oltre allo Stato, ad Enti umanitari come l'«Avis», la «Fao», l'«Unicef», lotta contro il cancro, ecc.? Coloro che vogliono devolvere ad altri delle somme possono farlo direttamente! Vittorio Candotti, Udine La triste morte di un carabiniere Lo scorso 13 febbraio ho seguito la quinta puntata del «serial» Il Maresciallo Rocca. In quella puntata moriva un carabiniere di 25 anni. Al di là del fatto che questa è finzione, io penso che con la realtà la morte di un tutore dell'ordine abbia un comune denominatore, vale a dire il dramma. Ora, in questa fase storica, o «pseudostorica», della nostra democrazia, i nostri politici hanno perso il senso della misura delle cose. E' ormai un anno che questi signori si insultano, si azzuffano, in poche parole offendono chi vive nel dramma. D'Alema, Berlusconi, Fini, la «trimurti» della nostra classe politica, ha l'impressione che andare a votare o meno sia un dramma, per chi perde le elezioni. Si ricordino che non sono loro a rischiare la vita ogni giorno. Essi, con Bossi, Bertinotti ed altri, stanno solo giocando, mentre dovrebbero garantire la libertà di ogni cittadino del nostro Paese. Semplicemente fare il loro dovere, come semplici poliziotti, finanzieri, carabinieri fanno ij loro di dovere, a volte sacrificando la vita in nome delle istituzioni democratiche della nostra Italia. Roberto Minazzi Casale Monferrato (AL) Cuori straziati per il giovane Alket La Stampa e i media, spesso parlano degli extracomunitari solo per dire cose brutte. Questa volta, un italiano qualunque parla di albanesi e racconta una storia vera, di cui è stato testimone: Alket, 24 anni, da Tirana, era venuto in Italia a raggiungere suo fratello. Aveva lavorato in nero per un anno circa. Dopo, il principale l'aveva lasciato a casa. Lui ci rimase malissimo e mi disse: «Non dovevano comportarsi così, con uno serio come mei». Fui invitato in quel di Biella a parlare con il padrone: mi confermò il tutto e promise che avrebbe trovato il modo di assumerlo regolarmente. Nel frattempo uscì la legge ed Alket fece le relative pratiche. Il giorno 2 di gennaio 1996 aveva ricominciato il lavoro, in regola; era davvero felice. Ma alla sera, di quello stesso giorno, rientrando dal lavoro con la vecchia bicicletta, senza luci - c'era un po' di nebbia -, un incosciente l'ha preso da dietro e l'ha falciato. Sono accorso anch'io a casa di suo fratello, disperato. C'erano altri albanesi. Sono rimasti con il fratello per dei giorni, hanno svuotato i magri porta-fogli (500.000 lire a persona), al fine di trasportare Alket nella sua Albania, da dove era partito, fiorente di gioventù e di speranza, per tornare fra quattro assi: «in aereo», la prima e l'ultima volta... Ho pianto per te Alket: non ti dimenticheremo. Lettera firmata Dati anagrafici di Naipaul Maurizio Assalto, nel suo articolo del 14 febbraio su Naipaul, che nella quarta di copertina di India, un milione di volte viene dato per morto a Londra nel 1985, si chiede quale sia la fonte comune che ha prodotto l'errore, variamente ripetuto e rinvia i lettori a una puntata successiva. Accogliamo l'invito per precisare che non tutte le enciclopedie riservano a Naipaul lo stesso trattamento. Certamente non la nostra. L'Enciclopedia Zanichelli 1996, a cura di Edigeo, dà correttamente, in tutte le sue edizioni, data, luogo di nascita e opere dell'autore indiano. Laura Lisci Ufficio Stampa Zanichelli Editore Roma