Il football inglese colora le sue stelle nere

Il football inglese colora le sue stelle nere LONDRA In trasferta, dal verdeblù al rosso fiamma per far risaltare anche di notte gli assi dalla pelle d'ebano Il football inglese colora le sue stelle nere «Irriconoscibili con le maglie scure», e il Leeds cambia divisa LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quei colori non s'addicono alla loro carnagione scura. E così, nel primo caso di «correttezza calcistica» a beneficio dei giocatori neri, una squadra inglese di calcio ha deciso di cambiar maglia. Una volta il Leeds United giocava sempre in bianco; e con quella maglia, a dire il vero, le sue star color carbone non hanno mai avuto difficoltà. I problemi sono nati, invece, da quando il Leeds ha adottato per le partite in trasferta una nuova, bellissima ma «invisibile» maglia, a strisce verticali blu e verde scuro. Ammette l'allenatore della squadra che è già difficile, dalla panchina, vedere i calciatori bianchi in quella divisa quasi mimetica sullo sfondo della folla assiepata sulle gradinate. Ci si riesce ancora per quel ciuffo di capelli biondi, o il volto palli¬ do sotto i riflettori, o le gambe in movimento. Ma quando la palla finisce fra i piedi di giocatori come Tony Yeboah, Rod Wallace, Brian Deane o Carlton Palmer - le «perle nere» dei Leeds - è un pianto. «Non li vedo io e non li vede il pubblico», ammette Howard Wilkinson. La rivoluzione imposta dai giocatori d'ebano non tocca, grazie al cielo, gli imperscrutabili parametri del «politicamente corretto», da cui le isole britanniche sono oggi dominate quasi quanto gli Stati Uniti. E' un caso di correttezza visiva, cromatica; ma che può forse servire a evitare malintesi i quali a loro volta sono stati accolti dal pubblico come malcelati episodi di razzismo. Come mercoledì scorso, quando un segnalinee - galeotti quei colori - non ha visto Yeboah in fuorigioco e ha alzato la bandierina con grande ritardo, attirandosi ogni tipo d'accusa. Anche i giocatori, soprattutto quando le cose sul campo non vanno molto bene, trovano comodo dire che è colpa delle maghe, che addirittura non ci si vede fra giocatori, che al momento giusto manca quell'essenziale colpo d'occhio che può fare tutta la differenza fra un magistrale passaggio da gol e un pallone senza fiato sul fondo. «I compagni neri? Peggio che cercarli di notte», commentano i giocatori. Quello che c'è di razzista ma in senso positivo, se si vuole - è la ricerca di un equilibrio cromatico che non faccia torto alle pelli scure. Per questo il gialuno che il Leeds usava un tempo come maglia alternativa è stato scartato. Si pensa piuttosto a un bel rosso fiamma, che non solo è visibilissimo ma fa bene da contorno a quei volti neri e lucenti sotto i riflettori dello stadio. C'è una specie di referendum. «L'essenziale spiega Wilkinson - è trovare colori che facciano spicco, ben visibili dai compagni, dall'arbitro e dal pubblico». Ma già le malelingue dicono che dietro il «calcisticamente corretto» c'è un'operazione commerciale, per vendere altre magliette con i nuovi colori della squadra ai tifosi fanatici. [f. gal.] Yeboah, asso ghanese del Leeds

Persone citate: Brian Deane, Carlton Palmer, Howard Wilkinson, Rod Wallace, Tony Yeboah, Wilkinson, Yeboah

Luoghi citati: Londra, Stati Uniti