Covo del terrore a Sarajevo

Covo del terrore u Sarajevo Avevano armi e mappe di obiettivi Ifor. Sott'accusa Izetbegovic Covo del terrore u Sarajevo La Nato arresta 3 iraniani e 6 bosniaci SARAJEVO. Acque agitatissime a Sarajevo, alla vigilia del vertice di Roma sulla Bosnia. I soldati Nato dell'Ifor hanno scoperto una centrale terroristica nella Bosnia centrale, a poche decine di chilometri dalla capitale, e il responsabile delle forze Nato che partecipano all'operazione multinazionale, ammiraglio Leighton Smith, ha mosso pesanti accuse al governo. I militari alleati hannno sorpreso all'interno di uno chalet, a 10 chilometri dal vecchio centro sportivo invernale di Fojnica, tre iraniani, sei bosniaci e altri due individui di nazionalità sconosciuta. I militari, appartenenti a un reparto speciale della Nato, hanno occupato lo chalet verso le 14 di giovedì senza sparare un colpo. In una dependance sono stati trovati una sessantina di armi da fuoco, armi, fucili con mirino telescopico, due lanciagranate portatili, una cassa di bombe a mano e munizioni. C'erano anche degli ordigni esplosivi a forma di giocattoli per attirare l'attenzione dei bambini. «A nessuno può sfuggire ciò che è ovvio, e cioè che all'interno di questo edificio andavano avanti attività di addestramento al terrorismo, in diretto collegamento con esponenti del governo», ha dichiarato stamattina Smith. Nello chalet sono state trovati anche degli edifici in scala, potenziali obiettivi di attacchi terroristici. A Washington, una fonte del Dipartimento di Stato ha indicato che nella centrale si stavano organiz- zando attacchi a installazioni dell'Alleanza in Bosnia. Al pari dell'ammiragho Smith, il colonnello Mark Rayner, portavoce della Nato, ha sottolineato che le attività svolte nello chalet erano di natura terroristica. L'ufficiale ha indicato che i tre iraniani fungevano da istruttori. All'interno dell'edificio sono stati trovati manuali in farsi, la lingua persiana, e biglietti di viaggio dell'Iran Air. Il colonnello Rayner ha parlato di una grave violazione degli accordi di pace sottoscritti da serbi, croati e musulmani a Dayton, e in particolare dell'allegato 1-A articolo III, sul ritiro entro il 19 gennaio di tutte le forze straniere dalla Bosnia Erzegovina, fatta eccezione dell'Ifor, la Forza di attuazione della pace inquadrata dalla Nato. Il governo bosniaco ha assicurato che tutti i 4000 volontari islamici che durante il conflitto si erano battuti contro i serbi hanno lasciato il Paese entro i termini prescritti. L'ammiraglio Smith ha telefonato a Alija Izetbegovic per chiedere spiegazioni, e il presidente bosniaco si è limitato a specificare che lo chalet era stato usato in passato dal ministero dell'Interno come centro d'addestramento per la polizia nazionale. Izetbegovic, che oggi si incontrerà a Roma con il presidente della Serbia Slobodan Milosevic e con il collega della Croazia Franjo Tudjman per discu¬ tere l'attuazione degli accordi sottoscritti in dicembre a Parigi, ha offerto risposte non del tutto convincenti ai giornalisti. Riguardo alla presenza degli iraniani, ha affermato che a quel che gli risulta erano stati accreditati come diplomatici presso l'ambasciata del loro Paese a Sarajevo, e come tali godono dell'immunità diplomatica. Il ministero dell'Interno bosniaco, invece, ha reagito con durezza all'operazione dell'Ifor. L'azione dei militari Nato è stata giudicata «superflua e fuori luogo», perché in realtà quello scoperto a Fojnica, si precisa, era un centro contro il terrorismo e rappresentava una minaccia solo per i criminali di guerra, non per le forze multinazionali. I militari della Nato hanno continuato a rastrellare anche ieri la zona di Fojnica, a caccia di elementi che possano essere sfuggiti alla cattura durante l'operazione eseguita ieri. La scoperta della centrale terroristica è destinata a rinfocolare le polemiche fra il governo e i serbo-bosniaci, che hanno il dente avvelenato a seguito della consegna del generale Djordjc Djukic e del colonnello Aleksa Krsmanovic al tribunale dell'Aia che si occupa dei crimini di guerra commessi nella ex Jugoslavia. I due ufficiali furono fermati il 30 gennaio dalle forze governative insieme a altri 6 militari serbi sospettati di aver partecipato direttamente o di essere stati testimoni di atrocità ai danni della popolazione bosniaca. [Agi] Il governo musulmano si difende «Sono diplomatici di Teheran» Nello chalet anche manuali in parsi di guerriglia Il generale Smith «Il Presidente sapeva tutto» Ecco l'arsenale ritrovato dalla Nato nella base dei terroristi musulmani Più a sinistra soldati francesi

Persone citate: Aleksa Krsmanovic, Alija Izetbegovic, Djordjc Djukic, Franjo Tudjman, Izetbegovic, Leighton Smith, Mark Rayner, Rayner, Slobodan Milosevic