«E' un falso miracolo il risveglio dal coma»

I medici: solo un «blocco cerebrale» per il malato ripresosi dopo 7 anni TENNESSEE Il poliziotto di Chattanooga supera anche l'anestesia dopo la rischiosa operazione ai polmoni «g un falso miracolo il risveglio dal coma» I medici: solo un «blocco cerebrale» per il malato ripresosi dopo 7 anni WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Erano sette anni che Ken Cox si tormentava, si torturava, si caricava di colpe che non aveva. Non che lui avesse intenzionalmente fatto nulla di sbagliato, anzi. Ma il risultato dell'azione per la quale aveva anche ricevuto una decorazione era lì, sotto i suoi occhi come sotto quelli di tutti gli altri, a cominciare dai famigliari di Gary Dockery. Ken sapeva benissimo che il suo collega e amico Gary non avrebbe voluto vivere in quel modo, condurre un'apparenza di vita grazie ai supporti artificiali, rimanere immobile e incosciente, dipendere dagli altri per tutto senza capire niente, senza vedere, senza sentire. Così Ken si tormentava per essere stato l'uomo che aveva salvato la vita a Gary: quale vita? Poi improvvisamente, l'altro giorno, dopo sette lunghi anni trascorsi nel buio di quello che tutti credevano essere un coma irreversibile, Gary ha cominciato a parlare e, per 18 ore, non ne ha voluto sapere di smettere, anche se tutti lo imploravano di riposarsi un po'. Gary è un poliziotto di Chattanooga, Tennessee. A quel tempo, per essere precisi, era uno dei sette poliziotti della cittadina. Una sera arrivò una telefonata in centrale. Si sentivano urla, qualcuno chiedeva aiuto, sembrava una classica lite famigliare degenerata in violenza. Gary saltò sulla macchina e partì. Sapeva dove andare: i Dockery erano una famiglia che aveva spesso creato grane. Gary non lo sapeva, ma uno dei figli di Dennis, il capofamiglia, si era cacciato nei guai. E così, quando Gary arrivò sul posto e si avvicinò alla casa, Dennis gli sparò un colpo di calibro 22 in testa per proteggere il figlio. Furono l'intuito e la prontezza di Ken, che arrivò subito sul posto, a salvare la vita di Gary. Ma terminato l'intervento, l'uomo che Ken vide sul lettino dell'ospedale di Chattanooga, non era più il suo amico Gary, era una larva. La comunità di Chattanooga, comunque, grata al suo poliziotto per il sacrificio al quale si era sottoposto, decise di sostenere le spese per il mantenimento di Gary in ospedale, più di 100 milioni l'anno, e per sette lunghi anni a quel letto d'ospedale c'è stata una continua processione di famigliari, amici e cittadini, tutti a cercare di risvegliare quell'uomo che non poteva rispondere. Intanto la comunità si prendeva cura anche dei due figli di Gary, che, dopo avere divorziato, li aveva tenuti con sé. La scorsa settimana Gary se la stava passando davvero male. Una brutta polmonite gli aveva fatto salire la febbre a temperature preoccupanti. La sorella e il cognato erano accanto al malato, quando questi, all'improvviso, ha detto qualcosa. «Gary, ma stai parlando?», gli ha chiesto incredula la sorella. «Certo che sto parlando», ha risposto lui e poi non ha più chiuso la bocca, lanciandosi in un impressionante esercizio di recupero della memoria, ci¬ tando nomi, ricordando fatti, rispolverando particolari. A quel punto è stato necessario prendere una difficile decisione. Gary andava operato d'urgenza, perché il liquido che aveva nei polmoni andava tolto. Ma i medici avvertirono: «L'anestesia totale potrebbe ribloccare il suo cervello». Ma non c'era scelta e Gary venne mandato in sala operatoria. Adesso che l'intervento si è concluso bene (al termine, il paziente ha stretto le mani ai famigliari e ha risposto alle domande con la testa e con gli occhi: i medici sperano che presto sia nuovamente in grado di parlare), tutti sono felici, a cominciare da Ken, che finalmente è in pace con se stesso. La comunità medica è interdetta. E' noto che non c'è ritorno da un coma irreversibile. Quindi Gary non era in coma, ma piuttosto in uno stato definito di «blocco cerebrale». Non è stato un miracolo, ma certamente lo sembra. Paolo Passarmi

Persone citate: Gary Dockery, Ken Cox

Luoghi citati: Tennessee, Washington