Siamo un popolo di bambini-padri. E di arrotondatori

Siamo un popolo di bambini-padri. E di arrotondatoti AL GIORNALE Siamo un popolo di bambini-padri. E di arrotondatoti Una proposta da Terzo Mondo Approvo quanto scritto, sulla vs. rubrica Lettere al giornale, da parte del sig. Mario Chiavario ( 11 febbraio). Però, a mio parere, non si è considerata un'altra condizione; ossia: quante bambinemamme e quanti bambini-ragazzi-padri si avranno di conseguenza? E' un po' come l'avventata proposta di dare la patente ai 14enni ma. Questa legittimità dell'amore consensuale ai 1 Senni, è demenziale! Evidentemente, i «nostri» legislatori non ritengono che il mettere al mondo dei figli comporti maturità e responsabilità. Più Terzo Mondo di così! Giovanni Cesaraccio, Volvera Due più due diventa dieci La moneta divisionale, in Italia, con riferimento ai conii da L. 510-20, ha tuttora regolare corso legale, ma, in pratica, da anni, essa non è più trattata in tutte le operazioni commerciali al minuto, sia da parte del settore pubblico, sia da parte del settore commerciale, quale il piccolo dettaglio, i supermercati, e così via. In pratica, si preferisce disinvoltamente «arrotondare» i valori decimali delle L. 5-10-20 al conio più vicino e cioè alle L. 50, se essi risultano inferiori, o alle 100, se detti valori risultano, invece, maggiori. Tutto ciò accade mentre la Zecca nazionale continua a coniare le monete divisionali su citate, che nessuno ritira e che giacciono, quindi, in quantità incredibile, nei forzieri della Banca d'Italia. E' un fatto di mal costume che non trova riscontro in nessun altro Paese della Comunità europea e fuori e che rappresenta, tra l'altro, una delle componenti dell'endemico indice di svalutazione del nostro potere di acquisto interno. Cito un caso emblematico: l'importo della tassa di circolazione, per la mia auto di 15 CV, è di L. 175.720. Ho «arrotondato» le L. 20 in L. 50, ma l'ufficio postale ha respinto l'esazione in quanto l'arrotondamento andava fatto alle L. 100 e non alle L. 50! L'ufficio Aci, da me interpellato, confermava quest'ultimo valore di «arrotondamento» di ben L. 80 in più, stabilito - a quanto sembra - da precise disposizioni ministeriali! Le considerazioni finali sono amare e superflue, ma una cosa è certa e cioè che la nostra genialità italica non ha limiti: siamo, infatti, riusciti a trasformare l'operazione dell'addizione, da «scienza esatta» quale è, a «scienza approssimativa», per cui 2 + 2 non fa più quattro, ma 5, 7 o anche 10 (grazie all'arrotondamento). Ettore Vivani, Alessandria I morti «spiccioli» non fanno notizia La grande notizia del 12 febbraio 1996 è quella della nebbia killer: undici morti! Seguono inchieste, polemiche, dibattiti tra esperti. Ma ci si dimentica che ogni giorno muoiono almeno venti persone in incidenti stradali, con nebbia o senza nebbia. Queste vittime non assurgono agli onori della cronaca in quanto hanno avuto la «colpa» di morire in incidenti isolati, non concentrati in un breve tratto di strada, nell'arco di pochi minuti. Eppure anche la loro è una tragedia e ci sono parenti che piangono, anche dietro ai loro incidenti ci sono spesso pesanti responsabilità. E quanti dei feriti guariranno? Quanti invece passeranno tutta la vita su di una carrozzella nel silenzio generale? Undici morti in mezzo a un ammasso di lamiere fumanti suscitano giustamente orrore e spingono a ricercare cause e rimedi. Chi invece muore «alla spicciolata», non dà spettacolo, quindi non fa notizia. Dario Oltana Torino Non c'è bisogno di sacrifici cruenti Per i musulmani è tempo di Ramadan - un digiuno che dura un mese (per espiare le proprie colpe, dicono i seguaci del Corano), ma che, in realtà, è un'astensione dal cibo nelle ore diurne, con notevoli e abbondanti libagioni in quelle serali o notturne. Infine, al termine di questo digiuno, un povero caprone viene sgozzato. Alle soglie del Duemila, quando l'uomo dovrebbe aver superato superstizioni e assurde interpretazioni di leggi divine, dovremmo continuare a pensare che Dio, Essenza di Bontà, vo¬ glia per sé sacrifici di sangue? Come possono le religioni omettere l'invito al messaggio francescano, che da Assisi, dove, alcuni anni fa, sono convenuti i rappresentanti di ogni fede (e non di sette sataniche), invita al rispetto del Creato con il suo «Laudato sii...», e cullare in seno macabri riti? Tra poco, nelle chiese sia musulmane sia cristiane, con canti di amore e di lode al Signore, nel ripetersi di gesti irrorati d'incenso, si gloiificherà la fine del Ramadan e l'inizio della preparazione alla Pasqua, mentre innocenti caproni brucano ignari la loro ultima erba e indifesi agnelli, simboli di Cristo, stanno per essere strappati alla poppata materna. Io non comprendo: angosciata e confusa mi siedo al mio giornaliero desco vegetariano, dove la generosità del Creatore, che io riconosco come Essenza di bontà, ha messo a disposizione delle messi che non richiedono sofferenze, violenze e ignobili stragi d'innocenti. Solo così, nonostante le mie riconosciute umane mancanze, riesco a sentire interiormente la dignità di essere un'immagine riflessa di Dio. F. Rossi, Genova Chi entra nelle scuole deve offrire garanzie Sono un'insegnante precaria, in possesso, dal 1991, di abilitazione per l'insegnamento della matematica nella scuola media inferiore. Avendo accettato une supplenza di 14 giorni, la prima da giugno dello scorso anno, devo produrre in bollo da lire ventimila, entro trenta giorni, documenti per un ammontare di lire 350.000 circa, fra i quali certificato di idoneità fisica, certificato generale del casellario giudiziale, certificato di godimento dei diritti politici e molti altri che garantiscano professionalità ed integrità fisica e morale. Mi sembra giusto, visto che sono a contatto con ragazzi i cui genitori hanno diritto ad avere garanzie. A questo punto, però, mi domando perché nella scuola elementare pubblica, dove le mie due figlie frequentano rispettivamente le classi la e 5a, dal prossimo mese di marzo entre- ranno, con la qualifica di operatori scolastici, per svolgere mansioni di sorveglianza degli alunni, pulizie e piccola manutenzione, persone appartenenti a cooperative sociali (come noto, formate in buona misura da elementi socialmente deboli detenuti in semilibertà, psicolabili in cura, etilisti, ecc.) delle quali, in nome della discrezione e della non discriminazione, non viene fornita alcuna garanzia tangibile? Anche loro saranno a contatto con i bambini, o, forse, nella scuola elementare chiedere la presenza di personale rispondente a certi requisiti è un'esagerazione? E. Viviroli, Torino Per ricostruire la Fenice non toccate la benzina Grazie per aver riportato la dichiarazione di Anna Mattei Galiena del Movimento italiano democratico in cui diceva di essere assolutamente contraria a tassare la benzina verde per finanziare la ricostruzione del teatro La Fenice. Non conosco la signora Galiena né il movimento a cui appartiene, ma le sono davvero grato per aver pubblicamente espresso un'opinione condivisa da molti automobilisti continuamente tartassati dal fisco italiano. Mi domando, infatti, dove stia il senso di giustizia che ha indotto la Legambiente a chiedere un aumento delle tasse sulla benzina che serve obbligatoriamente a milioni di cittadini per il proprio lavoro, per aiutare Venezia (che pure ne ha bisogno) a ricostruire un teatro dove gli stessi cittadini di cui sopra non avranno probabilmente mai la possibilità di andare in tutta la loro vita. Possibile che per aiutare qualcuno si debba necessariamente danneggiare gli altri? Che logica è mai questa? Guido Lampronti Ferrara

Persone citate: Anna Mattei Galiena, Bontà, Ettore Vivani, Galiena, Giovanni Cesaraccio, Lampronti, Mario Chiavario, Senni

Luoghi citati: Alessandria, Assisi, Italia, Torino, Venezia, Volvera