Alleati contro il male

Alleati contro il male Alleati contro il male «Io non ti nascondo nulla ma tu mi aiuti a curarti» wvlELLA Il formula K il consensi so infor" 1 mato. Ma il problema non è etico-giuridico. E': come, quando, a chi, con aualiparole. Questa la convinzione di Gioacchino Robustelli, direttore dell'Oncologia medica della Fondazione Clinica del Lavoro di Pavia, autore con Gianni Bonadonna di Una sfida possibile (Rizzoli). Per Robustelli il problema è il tipo di comunicazione: «Dove c'è sperimentazione bisogna essere chiari. Ma, altrimenti, si deve capire come il malato può reagire. Uno ti chiede: guarisco? No. Allora lasciamo perdere tutto. E rinuncia alla qualità della vita per il tempo che gli resta». Insomma, dice Robustelli, nessuno è uguale a un altro. E' giusto regolamentare la materia, ma lasciando qualcosa di «latino», il giusto mezzo del buon senso. Strada condivisa e quasi esasperata dallo psicoanalista Umberto Galimberti: «Toccasse a me vorrei che mi avvolgessero in un volume di inganni. Ci vogliono illusioni per vivere, figuriamoci per morire. Il malato vuole delegare, il medico deve assumersi fino in fondo le sue responsabilità». Discorso rifiutato per sé ma condiviso per i grandi numeri da Sandra Verda, autrice per Bollati Boringhieri di II male addosso, storia personale di una sfida vinta contro il morbo di Hodgkin: «In Italia non c'è una cultura che permette di parlare al paziente con chiarezza. E' una cultura che rifiuta la morte, il dolore. Ci sono anche medici che si sono fatti la diagnosi e poi l'hanno rifiutata. Altri l'hanno così ben incamerata da suicidarsi». Più che regole, dialogo. E' la mediazione del professor Luigi Resegotti, responsabile dell'Unità per i trapianti di midollo osseo del Piemonte: «Il consenso informato è visto come tutela legale del paziente, rispetto di libertà e dignità. E va bene. Ma c'è qualcosa di più profondo. E' l'alleanza terapeutica: ti metto al corrente perché non sei un oggetto. Tu hai bisogno di noi e noi, per aiutarti, di te. Si tratta di saper dire. Il medico deve curare ma anche parlare. E non per una regola, ma perché anche questo è curare». [m. nei.] In alto un disegno di Daumier; qui accanto, Umberto Galimberti e (a destra) Luigi Resegotti

Luoghi citati: Italia, Pavia, Piemonte