Il santo dell'automobilista sul tappo del radiatore di Enrico Benedetto

Il santo dell'automobilista sul tappo del radiatore Parigi: un'originale mostra di pezzi d'epoca al Louvre des Antiquaires, fra mode, tic e sfide artistiche Il santo dell'automobilista sul tappo del radiatore Cleopatre, schiave, mercuri alati per affrontare le strade di inizio secolo PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tappi da radiatore, fateci sognare. Al Louvre des Antiquaires ne espongono 230. Non quelli, anodini, da svitare ustionandosi. Bensì i loro nobili antenati, svettanti come polene stradali sulla prua dei futuribili vascelli a pistoni dei nostri nonni. Era l'epoca in cui i radiatori, non solo Rolls-Royce, s'ispiravano a un tempio dorico. Apporvi sulla cuspide il tappo senza dissimularlo era puro sacrilegio. Nacquero così le statuine fendi-traffico. Alte da 5 a 25 cm, fungevano insieme da mascottes e Penati per un automobilista il cui santo patrono non si chiamava ancora Air-Bag. Ma, insieme, era loro concesso «personalizzare» una vettura, denunciando gli hobbies o l'eccentricità del suo proprietario. In ogni caso, il reddito non disprezzabile. Prendiamo ad esempio il tappo Lalique. Puro cristallo. Oggi lo valutano un milioncino di franchi, diciamo oltre 300 milioni. Costa, da solo, quanto una Bentley. E in caso di scontro: beh, meglio non pensarci. Le quotazioni scendono per l'argento, e ancor più con il materiale standard impiegato per le magiche statuine: il bronzo. Ma la quotazione non dipende, in definitiva, dal metallo. A scorrere i pezzi unici che la pazienza di un collezionista - Michel Legrand - ha messo insieme ci si accorge che la capricciosa sfi¬ da fu, anzitutto, artistica. Discoboli, giavellottisti, boxeurs, ma anche soavi fanciulle (inclusa Giovanna d'Arco) a nudità variabile, efebi, Mercuri alati cui gli Hp aggiungevano una marcia in più. Il radiatore, cattedrale a quattro ruote che gli ingegneri avrebbero finito per imprigionare nel cofano adducendo brutali ragioni tecniche, faceva sognare gli artisti. Vi fu del resto a Parigi, in pieno 1920, un vero e proprio concorso per tappi d'autore. Charles Sykes strappò l'applauso presentandovi lo Spirit of Ecstasy, che le Rolls dovevano presto rendere mitico. Pochi sanno come dietro le aristocratiche fattezze della mini-scultura non si celi rèverie Art Déco, né bellezze mitologiche, bensì una segretaria: Miss Eleanor Thornton, che Lord Montagu de Beaulieu presentò allo scultore donandole involontariamente l'immortalità. Se la creazione individuale era privilegio dei consueti Happy Fews, i ricchi ordinari potevano concedersi una mascotte su catalogo. Fin dal primo '900 il loro commercio prosperò doviziosamente. Ed esauriti i .richiami al mondo ellenico, le raffigurazioni più convenzionali e gli stereotipi che il neo-culto della velocità suggeriva, esordì un genere insospettabile: i tappi da cerimonia. Il matrimonio, per dirne una. Perché non offrire agli sposi, goliardicamente, l'effigie di una ragazza discinta che cavalca un maialino? Accadde, e ne restano le vestigia. Un kitsch squisito, che fa impallidire le tendine in rayon per deflettore, i «papà non correre» magnetici da cruscotto con San Cristoforo incorporato a rendere più autorevole l'ap¬ pello filiale e i fantozziani cagnolini che scuotono la testa per deliziare l'automobilista retrostante. Altra febbre, quella dell'esotismo. L'Egitto numinoso fornì danzatrici, schiave, Cleopatre in sedicesimo. Neppure il faraone Tutankamon sfuggì alla gadgetmania. Prima, beninteso, che se ne scoprissero le terribili virtù iettatone. Fu - insomma - una grandiosa, esibita degustazione dei tic artistico-intellettuali che punteggiarono il ventennio tra le due guerre. Mosca cocchiera in versione motorizzata, la nostra statuina nobilitava il pachiderma sottopostole. E gli ingegnosi antifurto d'antan testimoniano che la caccia all'emblema che affligge le Mercedes odierne può vantare lontani emuli. Enrico Benedetto

Persone citate: Charles Sykes, Giovanna D'arco, Lalique, Michel Legrand, Miss Eleanor Thornton, Penati, Rolls

Luoghi citati: Egitto, Mosca, Parigi, San Cristoforo