An all'assalto della Rai «Silvio ha già le sue Tv» di Massimo GramelliniFabrizio Del Noce

An all'assalto della Rai «Silvio ha già le sue Tv» IL CASO ELEZIONI E PAR CONDICIO An all'assalto della Rai «Silvio ha già le sue Tv» LROMA A voce ciondolante di don Raffaele Minicucci, prossimo candidato di Forza Italia alle elezioni, si dilata sonnacchiosa dentro la cornetta: «Pure la macchina, sa? Pure la macchina mi hanno tolto». La 164 da direttore iperspaziale, con autista gallonato. Sciura Moratti, fra gli applausi di alleanza nazionale, l'ha parcheggiata nel cortile interno di viale Mazzini, bene in vista, simbolo plastico di un potere vacante. «E i miei cassetti? No, dico. I miei cassetti. Pieni di carte. Le vorrei indietro, ma m'impediscono di entrare in ufficio. Io non insisto, per ora. E che, alla mia età mi metto a fare il bambino?». Sotterranea, soffusa e poi sempre più gridata, sta cominciando fra Fini e Berlusconi, i due galli del Polo, la guerra elettorale delle tv. Gii indizi si accumulano, numerosi e pesanti come le carte che Minicucci ha dovuto abbandonare nei suoi irraggiungibili cassetti, al settimo piano di un palazzo dove sono di moquette anche le porte e i più distratti vanno a sbatterci il naso. Primo indizio: la sciura Letizia licenzia il direttore generale gradito a Berlusconi alla vigilia del voto. Alleanza nazionale fa la ola, Forza Italia propone un documento di censura. Secondo indizio: Riccardo De Corato, a nome di an, chiede il rinvio dell'asta sui diritti del calcia, che se si svolgesse adesso, consegnerebbe il campionato come già il Giro - alle pay-tv berlusconiane. E Moratti ottiene il rinvio. Per inciso, De Corato è milanese e la Sciura punta a diventare il prossimo sindaco della Madunina con il consenso decisivo di alleanza nazionale. Il terzo indizio è già un petardo rumoroso: la lite fra due vecchi compari, Fabrizio Del Noce e Francesco Storace, dietro i quali è fin troppo facile vedere le sagome dei rispettivi leader. Storace dà a Del Noce del «simpatico inciucione», l'altro gli risponde chiamandolo ((bufalo», e precisando: «non solo fisicamente». Catalogati gli indizi, c'è da illustrare il movente. Non molto complicato, in verità: Berlusconi, sorpassato da Fini nei sondaggi, sa che per tornare ad essere «il più amato dagli italiani» deve cancellare l'alleato-rivale dal video. Così è già per strada ad abbracciare le vecchiette («mi raccomando, votate per noi, ma soprattutto per me!») e si prepara a sfruttare le sue tv con l'abilità di sempre. Fini reagisce come può e sa: chiamando a raccolta le truppe fresche collocate in questi due anni nella cittadella della Rai. «E' come se fosse scattato il richiamo della forèsta», racconta il mite Vin- cenzo Vita, l'uomo che D'Alema ha spedito di corsa e senza speranza dalla Moratti per garantirsi più spazi nella prima e cruciale fase della campagna. Ma quanto conta davvero an dentro la Rai? La «par condicio» che Dini reitererà il 18 marzo dovrebbe impedire le dichiarazioni d'amore di Vianelli e Bongiorni nei programmi di varietà. Quindi la partita si gioca nei telegiornali. «Comincerà nelle prossime settimane», dicono tremanti a Botteghe Oscure. Errore, è già cominciata. Il Tg2 delle 13, su cui veglia il fedele vicedirettore «gianfranchista» Bruno Soccillo, ha dimenticato di riportare il passaggio della dichiarazione di Maccanico in cui l'Inca- ricato dava la colpa di tutto a Fini. Sul Tg3 vigilano le forze della sinistra, che invece crocifiggono Fini senza concedergli nemmeno la replica (e Storace minaccia: «Gianfranco sta zitto, ma si è fatto il nodo...»). Vigilano, ma con qualche distrazione. Così una cronista indisciplinata che va a filmare senza permesso i gadget elettorali di an viene stoppata dal vicedirettore neogollista (sì, ce n'è uno anche fra gli infedeli del Tre), l'ex demitiano Enzo Belmonte, attivato da una telefonata del portavoce di Fini, Salvatore Sottile. «Non preoccuparti, 'sto servizio sui giubbotti fascisti pare una stronzata anche a me», lo rassicura Belmonte. «Un figlio col bomber ce l'ho pure io, non voglio che venga criniinalizzato». Al Tgl l'astuto Rossella ha confinato l'edizione in quota ad an nelle tenebre, sperando che non la veda nessuno. E' il Tg di mezzanotte, curato dall'ex portavoce di Almirante, Massimo Magliaro, e dall'ex demitiano (e due!) Enrico Messina: ha il volto biondo-lesso di Francesca Grimaldi, la telegiornalista «de las noches» ammirata fra il pubblico al congresso di Fiuggi, quello della «svolta». E la radio? Bene, grazie. Paolo Francia, il direttore dei programmi, è una sicurezza. Se Minicucci toglie il disturbo (e quindi anche il veto), Moratti potrà promuoverlo alla direzione del Tg2 Storace naturalmente nega tutto «Non mi sembra che i conduttori siano sciarpe littorie. Chi sta con noi, Vespa? Forse, ma gli altri? E' Forza Italia che ha cambiato linea, non noi». Del Noce, altrettanto na turalmente, conferma: (Alla Rai c'è un "entrismo" molto forte di an. Sapete com'è: questa è gente che non ha respirato per decenni e adesso ci dà dentro a pieni polmo ni». Massimo Gramellini Dietro il licenziamento di Minicucci le manovre per la conquista del video A sinistra: Raffaele Minicucci A destra: Francesco Storace (An) e Fabrizio Del Noce (Forza Italia)

Luoghi citati: Fiuggi