Grillo: finalmente liberi da una «tassa occulta» di Ugo Bertone

Grillo: finalmente liberi da una «tassa occulta» NTERVISTA Grillo: finalmente liberi da una «tassa occulta» LA VITTORIA DELL'ATTORE LA Barilla ha tolto gli omaggi? Si vede che i figli del fondatore, invece del master a New York hanno fatto un week-end a Cortina. E hanno parlato con il fornaio». Beppe Grillo, la notizia l'accoglie così. Lui sì che ha portato a casa un altro punto, dopo quello dei «144» che ora si possono disattivare. Grillo, questa volta è il mercato che le dà ragione: uno sconto al posto dei gadget, per vendere di più. E' soddisfatto? «Non è una battaglia soltanto mia, ma di tutti i consumatori. Io ho l'unico merito di averle dato voce». Comunque a lei danno più retta. Ma perché ce l'ha tanto con le promozioni a punti? «Questa gente ha cominciato vendendo biscotti e regalando tazzine. Poi è diventata il maggior produttore di tazzine e i biscotti sono diventati l'omaggio. Economicamente era una presa per i fondelli». Non pensa che ai bambini forse i regali potevano piacere? «Ma quali bambini: è la massaia che ritaglia i punti, che fa i conti. E' la cultura del gratuito. Dovrebbero proibirla la parola gratis: se ti regalano qualcosa, vuol dire che qualcuno ha già pagato, e probabilmen- te sei proprio tu». L'Associazione italiana delle agenzie di promozione ha dichiarato guerra alla Barilla per questa iniziativa. «Sono straordinari...». Loro ragionano così: una campagna promozionale non può incidere sui prezzi di vendita, quindi l'eliminazione di un omaggio non può essere compensata da uno sconto. Le sembra che il discorso fili? «Ma perché non dicono chi è che paga i 10 mila miliardi all'anno spesi in pubblicità? Allora, perché non lo dicono? Siamo noi, ecco la risposta. Se dividiamo quella cifra per i 35 milioni di consumatori italiani, fa 300 mila lire di tassa occulta che siamo costretti a versa- Dicono che sia il mercato a funzionare così: gli spot fanno vendere di più e quindi servono alle aziende per migliorare i propri affari e per non essere schiacciati dalla concorrenza. Vede qualche via di uscita? «Ci vogliono un tesserino "comunione" e uno "separazione". Per chi sceglie il primo, rimane tutto come ora. Chi ha l'altro paga soltanto 0 prodotto separato dalla pubblicità. Così finalmente uno prende il caffè senza dare i soldi a Baudo perché gli sta sulle scatole. O magari dà i soldi solo a Baudo perché gli sta sulle scatole il caffè. E il discorso vale anche per voi». Mi scusi: noi chi? «I giornali. Voglio pagare di più per avere soltanto le notizie. La pubblicità vendetela a parte. Ma i creativi hanno una paura fottuta che questo accada». Sogna un mondo senza pubblicitari? «Sì, è l'unico tipo di disoccupazione che dà il buonumore. La politica della Barilla potrebbe essere un buon inizio, anche se io queste cose le dico da sei anni». Non crede che la reclame sia un male, tutto sommato, minore? «Lo sa che cosa mi disse un tossico una volta? "Non avrei mai cominciato a farmi se non avessi visto quegli splendidi spot sulla droga in tivù". Si mischia sempre di più l'informazione alla pubblicità, è il caos totale. Ora, per fortuna, c'è questa spinta dal basso, merito degli hard discount e del buon senso». E' ancora un po' poco... «Sì, però il fenomeno piano piano si allarga. C'è già una catena di alberghi francesi a mezza stella dove si dorme con 32 mila 500 lire. Avranno le lenzuola rattoppate, ma danno una possibilità in più al turismo povero». Lei ha figli? «Ne ho cinque». E a loro piacciono di più le merendine o i punti? «Guardi, con i bambini è molto complicato perché loro vedono il mondo attraverso gli occhi di chi li odia, quelli che ti vendono la brioche con dieci sostanze chimiche e ti dicono che è una sferzata di energia. O quelli che spendono miliardi per spiegarti che il latte ideale è quello con il selenio. Bisognerebbe dare altrettanti miliardi a un dietologo perché ti dica che è una stronzata, e che il miglior latte è quello che fa la mucca a 30 chilometri da casa tua. Io comunque sono già contento che in casa mia nessuno compra Nestlé». Alla fine, un ringraziamento alla famiglia Barilla non lo vuole fare? «Faccio un augurio, piuttosto: che i nipoti siano come i figli». Stefano Mancini matori. «Ormai era un erang - aggiunge - destia omologare i prodotti. ollia... Speriamo che l'eo Barilla prenda piede. alle videocassette assiela carta stampata. E' il io della marca e della à...». ne, una curiosità: nel lu84 l'Esselunga decise di nder la vendita di prodotilla. Il motivo? I prezzi o elevati... Altri tempi (e utili) sotto i cieli ma. Ugo Bertone

Persone citate: Barilla, Baudo, Beppe Grillo, Stefano Mancini

Luoghi citati: Cortina, New York