Guerra della pasta vìnce il cliente di Ugo Bertone

Alla Balilla rispondono gli industriali del settore e le società di promozione Alla Balilla rispondono gli industriali del settore e le società di promozione Guerra della pasta, vìnce il cliente «Ora il conflitto sui prezzi si allargherà» MILANO. Dottor Virginio, e adesso che farete alla Stantìa. La Barilla abbassa i prezzi. E la pasta che distribuite con il vostro marchio... «Semplice - risponde il direttore generale, una vecchia militanza proprio in Barilla alle spalle - la nostra politica è di far sì che i prodotti che vendiamo con il nostro marchio costino il 10% in meno di quelli dell'azienda leader. E manterremo la differenza...». E voi, dottor Brambilla, che farete alla Rinascente? «A noi replica il responsabile degli ipermercati del gruppo - sta bene tutto ciò che favorisce il con. sumatore. Ben vengano i tagli della Barilla, ma noi riteniamo che sia interesse del consumatore che ci sia un'offerta ampia, che gli permetta alternative...». Ovvero, se la Barilla crede di sbaragliare la concorrenza con un taglio dei prezzi del 12 per cento ha sbagliato i conti. I «private label», cioè quei prodotti distribuiti con i marchi della grande distribuzione (Esselunga, Sma piuttosto che Standa o Gs), sono ben decisi a difendere le quote raggiunte. Barilla vuol la guerra? E l'avrà, replicano intanto in coro gli industriali del settore. Vincenzo Divella ha già annunciato che risponderà al «ribasso selvaggio ed ingiustificato» voluto da Parma. Altri, da De Cecco a Cirio, sono più cauti, decisi a presidiare «la fascia alta» del mercato. Tace, per ora, la Nestlé, proprietaria di Buitoni, ma nessuno dubita che il colosso elvetico (e la Danone, proprietaria di Agnesi) si prepari ad una risposta forte. «Anche perché - dichiara Bordoni di Centromarca - quella di Barila e è stata senz'altro una dichiarazione di rottura, attuata e comunicata in maniera drastica». E allora? «E' saltato un mosaico. E' chiaro che adesso cambieranno molte cose e che qualcuno seguirà la Barilla. Lo stesso è accaduto in America tre o quattro anni fa...». C'è un vincitore sicuro della guerra della pasta: il consumatore. Anche perché il conflitto dei prezzi, probabilmente, è destinato ad allargarsi ad altri generi di largo consumo. Un terremoto, insomma, che viene da lontano: da quei 2300 hard discount, volutamente «poveri» che hanno rivoluzionato le abitudini e le tendenze della distribuzione all'italiana, grande e piccola. «Il fenomeno - spiega Bordoni - sembra in leggera frenata. Al Sud, dove sono partiti dopo, gli hard discount sono cresciuti anche nel '95. Al Nord sono in netta ritirata». «Questo perché - spiega Brambilla - noi della grande distribuzione, soprattutto gli ipermercati, quelli che nel gergo chiamiamo discount, abbiamo reagito». La rivoluzione, comunque, c'è stata. Eccome. «Tra i prezzi Barilla, sopra le mille lire commentano alla Standa - e i primi prezzi degli hard, 490500 lire, c'è un abisso. Certo, dopo l'annuncio la forbice si riduce, ma resta enorme». Si respira una certa aria di scetticismo attorno alla mossa del colosso Barilla: troppo tardi e in maniera eccessivo, indiscriminata. Quelli della grande distribuzione abbozzano, ma guadagneranno di meno, circostanza che non piace a nessuno. Nemmeno agli altri industriali del settore o di altri limitrofi Ma nessuno vuol azzardare una risposta avventata all'ammira- glia Barilla. Tacciono, ad esempio, alla Parmalat. Ma agli analisti finanziari che da giorni chiedono al gruppo di Tanzi i riflessi di una guerra dei prezzi viene risposto che Parmalat ha puntato in tempo sull'estero (in particolare il Sud America). Cosa che Barilla non ha saputo fare in tempo... La guerra, insomma, è appena cominciata. C'è un vincitore (il consumatore), ci sono i sicuri sconfitti: le società che si occupano di promozione, accusate di incidere per il 7% sui prezzi... Ma così, ribatte l'Asp (ovvero l'associazione di categoria) la Barilla ammette di violare la legge che vieta di gravare i prezzi al consumo con i costi dei premi. «Quella contro le promozioni è una battaglia santa», replica Giampaolo Fabris, massimo esperto italiano di tendenze dei consumatori. «Ormai era un boomerang - aggiunge - destinato a omologare i prodotti. Una follia... Speriamo che l'esempio Barilla prenda piede. Pensi alle videocassette assieme alla carta stampata. E' il suicidio della marca e della qualità...». Infine, una curiosità: nel luglio '84 l'Esselunga decise di sospender la vendita di prodotti Barilla. Il motivo? I prezzi troppo elevati... Altri tempi (e altri utili) sotto i cieli di Parma. Ugo Bertone Giampaolo Fabris «Le promozioni? Un boomerang anti-qualità» Accanto: Giampaolo Fabris. Sotto il comico Beppe Grillo

Luoghi citati: America, Milano, Parma, Sud America