Il pentito «Le accuse Ho inventalo»
Delitto Ligato Delitto Ligato Il pentito «Le accuse? Ho inventalo» REGGIO CALABRIA. E' uno scenario giudiziario allucinante quello che Antonino Gullì, 27 anni - «collaboratore di giustizia» dall'estate dello scorso anno - sta delineando e che rischia di mettere in ginocchio non tanto e non solo il lavoro degli investigatori, quanto gli stessi presupposti della legislazione che premia i «pentiti». Perché se mi sono pentito, ha detto Gullì ieri durante un'udienza del processo per l'uccisione di Lodovico Ligato, l'ho fatto soltanto per convenienza perché, dopo avere abbandonato mia moglie ed essere fuggito con quella del mio migliore amico, «dovevo» essere protetto per salvarmi dalla vendetta delle famiglie che avevo offeso e per questo ho scelto la Dia. Gullì, qualche giorno fa, era sparito dalla circolazione allontanandosi dagli angeli custodi del Servizio di protezione per i pentiti. Se n'era andato sbattendo la porta, tanto che aveva mandato al presidente della corte d'assise di Reggio Calabria un fax in cui annunciava non tanto la sua uscita dal programma di protezione, quanto confessava che tutte le dichiarazioni da lui rese erano frutto di manipolazioni di cose lette dai giornali o apprese da atti giudiziari. Gullì non ha fatto «confessioni» di poco conto. Ha detto quanto sapeva - questo almeno ha riferito - su qualcosa come settanta omicidi di mafia, indicando quelli che, a sua conoscenza, ne erano i responsabili e avviando, di conseguenza, le relative indagini. Ieri, in aula, ha detto di essersi inventato tutto, di avere in pratica accontentato gli investigatori della Dia che gli chiedevano e ai quali lui si limitava a rispondere. Niente più che un semplice scambio di favori: a me la protezione, a voi i nomi. Tutto vero? E' difficile dirlo, anche perché le dichiarazioni rese in precedenza da Gullì tutto sembravano fuorché approssimative o comunque non attendibili. Ma, dice iLpentito, l'ho fatto soltanto per amore. Oggi tutto è cambiato, ha aggiunto, perché sono tornato con mia moglie, Azzurra Festa, quasi a voler celebrare San Valentino. E San Valentino ha colpito anche Antonino Roda, pure lui pentito, al quale Gullì aveva rubato la moglie. Roda ha ricomposto la sua famiglia. E siccome non ha voluto esseroda meno rispetto al suo ex rivale in amore, anche lui ha annunciato di essere stufo di fare il pentito e che d'ora in avanti non collaborerà più. Queste defezioni si stanno ripetendo con un po' troppa frequenza per non far pensare che ci si trovi davanti a una strategia che mira a delegittimare un teorema sul quale si sono fondate molte delle più importanti inchieste contro il crimine di mafia. Se cadono i pentiti, cade un po' tutto. E questo lo sanno bene, giudici e mafiosi. Diego (Minuti
Persone citate: Antonino Gullì, Antonino Roda, Gullì, Ligato, Lodovico Ligato, Roda
Luoghi citati: Reggio Calabria
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