Peres; scusate il mio cattivo accento siriano di Luigi Grassia
Peres; scusate il mio cattivo accento siriano MEDIO ORIENTE La troika europea a Gerusalemme. Vìsita alla Orient House e incontro con Arafat nella striscia di Gaza Peres; scusate il mio cattivo accento siriano //premier scherza con la Agnelli sulle aperture di pace di Assad GERUSALEMME DAL NOSTRO INVIATO Anche in Israele, come in Italia, si respira aria di elezioni anticipate e alla Knesset di Gerusalemme si sente: quella che si svolge in un atrio del palazzo, per riferire dell'incontro fra Peres e Susanna Agnelli, è una conferenza stampa condita da urla e rumori di sottofondo come poche altre. Mentre politici e giornalisti israeliani discutono della data del voto chiediamo al ministro degli Esteri un parere sul fallimento del tentativo di Maccanico. Rifiuta il termine stesso: «Non direi che sia stato un fallimento. Certo mi spiace che abbia rimesso il mandato». E subito dopo si passa alla politica internazionale. Peres esordisce con una battuta: «Il ministro italiano mi ha riferito del colloquio, molto positivo, che ha avuto ieri con Assad. Ma siccome il mio accento siriano non è troppo buono, lascio che sia lei a parlarvene». La Agnelli raccon-. ta, come aveva già fatto a Damasco, della straordinaria disponibilità negoziale da lei riscontrata nell'interlocutore siriano, un fatto nuovo nelle trattative di pace. Il commento un po' ironico di Peres non sta ad indicare scetticismo al riguardo: da come parla, si vede che il premier è molto contento della novità, però gli tocca, per copione, ostentare un certo scetticismo. Sotto elezioni, mostrare troppa fiducia in Assad, che resta pur sempre il nemico numero uno, sarebbe un azzardo. La Agnelli testimonia della soddisfazione espressa da Peres anche nell'incontro bilaterale, e aggiunge: «S'è complimentato con l'Ue e ha espresso l'augurio che possa affiancarsi all'America nello sforzo di pace». Non è per niente una frase di circostanza: finora l'interlocutore privilegiato di Israele sono stati gli Usa, ma l'Europa vuole un ruolo politico attivo nel processo di pace. La doppia visita della Agnelli a Damasco e Gerusalemme è un passo avanti: appena una settimana fa, il segretario di Stato Christopher aveva percorso lo stesso tragitto, ma a Gerusalemme non aveva potuto portare che le consuete notizie di chiusura e diffidenza da parte di Assad. Invece è proprio all'Agnelli che il leader siriano ha riservato il compito di riferire agli israeliani della sua apertura negoziale. Probabilmente è stata anche la disponibilità dei 15 alla coooperazione economica a rendere l'Europa (il ministro italiano a Gerusalemme rappresentava la troika Ue) un interlocutore così interessante, per la Siria come per Israele, tanto da guadagnarle un ruolo politico nella pa¬ ce. In effetti, come hanno riferito tanto Peres quanto la Agnelli, sono stati i temi economici a occupare la maggior parte del tempo del colloquio. Dopo l'incontro con Peres, la Agnelli è andata in visita alla Orient House, sede semiufficiale dell'Olp a Gerusalemme. In una precedente visita in Israele, il ministro italiano aveva saltato questa tappa, e nell'intrico mediorientale di suscettibilità, riconoscimenti e non riconoscimenti, ne era nato un piccolo caso diplomatico, con i palestinesi offesi. Ieri invece la visita c'è stata, ed è stata molto cortese (senza che gli israeliani si offendessero). Replicata dal caloroso incontro a Gaza nel pomeriggio con lo stesso Arafat, proprio all'indomani del suo insediamento come presidente dell'autorità nazionale palestinese. Luigi Grassia
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