Sotto l'Ulivo la «vendetta» di Predi di Fabio Martini

E De Mita punterebbe a candidarsi ad Avellino non con il ppi, ma per la coalizione E De Mita punterebbe a candidarsi ad Avellino non con il ppi, ma per la coalizione Sotto l'Ulivo la «vendetta» di Predi //professore a D'Alema: avevo ragione io ROMA. Il professore parla ai cronisti e intanto si avvolge le mani, con fare morbido, badiale. Non sta nella pelle Romano Prodi. Il suo «amico» Massimo D'Alema ha dovuto alzare bandiera bianca, le elezioni si avvicinano e il professore alla fine deve ammetterlo: «Sì, sono soddisfatto perché la mia analisi purtroppo era giusta...». Come dire, in modo elegante, che l'analisi di D'Alema era sbagliata. Prodi si è preso la sua rivincita e cercherà di farla pesare: lo ha spiegato ieri mattina, di buona mattina, a Massimo D'Alema: «I partiti devono fare un passo indietro». Traduzione: caro Massimo, ora dovrai rispettarmi di più e per i collegi «sicuri» dovrai pensare ai miei uomini. Concetti che traduce in una battuta inimmaginabile ancora 48 ore fa: «L'Ulivo è una casa con delle regole: io sono il padrone di casa e chi entra dovrà rispettare le regole». Ma le spine dell'Ulivo che va alle elezioni con rapida conversione, non si esauriscono nella ritrovata baldanza del professore. Che ne sarà delle ambizioni di un personaggio ingombrante come Ciriaco De Mita? E Antonio Di Pietro darà o no una mano all'Ulivo? E poi Lamberto Dini: resterà come una sfinge a Palazzo Chigi o finirà per cedere alle lusinghe di D'Alema e Prodij_scendendo.in campo? La prima «istantanea» è su Avellino: è sabato pomeriggio, siamo nel corso principale della «capitale» dell'Irpinia e un corteo funebre scorre lungo le strade. Improvvisamente da una bara esce un finto De Mita: «E' risorta la prima Repubblica!», gridano i ragazzi del Fronte della gioventù, confortati dagli adulti di An. E' questo il clima che gli avversari stanno preparando a De Mita, che da par suo non si contenta di fare il capolista del ppi, ma punta a candidarsi (per tutto l'Ulivo) nel collegio di Avellino. «E' un anno che De Mita è in campagna elettorale - racconta il deputato uscente Gianfranco Rotondi del cdu - fa tutto quello che deve fare un candidato vero, compreso andare ai matrimoni...». Per l'Ulivo l'orgoglio di De Mita rischia di diventare una grana seria. Per ora D'Alema ha fatto il Ponzio Pilato («E' un problema del ppi»), Bianco ha difeso il suo antico nemico («Non accetto veti») e Prodi ha pronunciato parole non inco¬ raggianti per colui che nel 1982 lo volle alla presidenza dell'Iri: «De Mita? Deve scegliere tra il potere e l'autorevolezza». La seconda «istantanea» è sul Transatlantico di Montecitorio nel primo pomeriggio: da pochi minuti le telescriventi hanno battuto la notizia della nuova richiesta di rinvio a giudizio per Antonio Di Pietro, da mesi corteggiatissimo dall'Ulivo. Nei corridoi del Palazzo nessuno ne sa nulla e la prima reazione è sintomatica: «Ancora?», esclama una delusa Rosy Bindi. E Franco Bassanini: «Un rinvio a giudizio? Ancora? Ricordiamoci del processo Pacciani...». Ma per capire il disappunto che circola tra le file del centrosinistra bisogna fare un passo indietro e tornare alla riunione mattutina della segreteria della Quercia: D'Alema aveva fatto capire ai suoi che le elezioni sono ormai ineluttabili, ma che resta da valutare se sia meglio bruciare i tempi e «fare una campagna elettorale rapida», evitando il bombardamento delle tv Fininvest, oppure se sia meglio allungare i tempi per consentire il recupero di due personaggi come Di Pietro e Dini. Ma a raffreddare le speranze dell'Ulivo ci pensa Elio Veltri, già portavoce di Tonino: «Di Pietro lo ha ripetuto mille volte: qualunque scelta è condizionata dalle vicende bresciane. La sua testa è impegnata nella difesa processuale». E Lamberto Dini? Gli uomini del suo staff sussurrano che dietro la porta di palazzo Chigi, c'è la fila, che"Berlusconi ha ripetuto le sue avances e da pa¬ lazzo Chigi si fa sapere che «persino Fini aveva dato il suo via libera ad un Dini-bis con la Costituente e con ministri d'area». Tutti lo corteggiano, ma inpolepositìon si trova l'Ulivo: due settimane fa Dini ha ricevuto un'offerta molto esplicita - un seggio da senatore nelle liste dell'Ulivo - e anche se ha fatto capire di essere interessato, si è ben guardato dal dare una risposta. Ma Romano Prodi, rinfrancato dalla riconquista del primato, si sbilancia un po': «La vicenda di questi giorni non ha modificato per nulla i nostri rapporti, anzi li ha rafforzati e ratificati. Mi auguro che la stima che c'è possa tradursi in un'azione comune». Fabio Martini Romano Prodi

Luoghi citati: Avellino, Roma