Ma l'Europa ci aspetterà

LE LETTERE LE LETTERE DI MARIO SALVATORELLI Ma l'Europa ci aspetterà? Tra i «paletti» di Maastricht, cioè le condizioni da superare per l'ultima fase dell'Unione monetaria europea, c'è il rapporto debito pubblico-prodotto intemo lordo, che «risulti inferiore al 60%», per ciascun Paese, nell'anno del suo ingresso definitivo all' Ue. Si trascura, però, che l'Italia ottenne, a suo tempo (anche per merito di Guido Carli) un'aggiunta alla clausola: «...inferiore al 60%, oppure si stia riducendo in misura sufficiente e con ritmo adeguato». A me sembra una «correzione» fondamentale. E allora, perché chiedere, già oggi, un rinvio? Abbonato-Al benga(SV) ON c'è dubbio che il «paletto» risulti «spostato», con questa aggiunta che effettivamente esiste, di quel tanto per poter essere varcato più agevolmente, ó meno difficilmente, anche dal nostro Paese. L'Italia, l'abbiamo detto di recente («Tuttosoldì» del 29/1) sta dimostrando di voler fare sul serio (e prevede, nei prossimi anni, di continuare). Si afferma, da alcune parti politico-economiche, che il rapporto del 60% «è irraggiungibUe, se non nell'arco di decenni». Ma, a parte che Maastricht non ha posto limiti alla «riduzione» ma soltanto (si N

Persone citate: Guido Carli

Luoghi citati: Europa, Italia