LE VISIONI DI PROKOFIEV Anche Debussy e Beethoven per il giovane pianista Mustonen

UNIONE MUSICALE UNIONE MUSICALE LE VISIONI DI PROKOFIEV Anche Debussy e Beethoven per il giovane pianista Mustonen Bi ISOGNA ringraziare il pianista Olii Mustonen per avere scelto, in apertura del suo concerto per l'Unione Musicale (serie dispari, Auditorium della Rai. Mercoledì 14, ore 21), ie Visions fugitives op. 22 di Sergej Prokofiev. Chissà perché il Prokofiev pianistico è assai meno eseguito di quello che meriterebbe: eppure sia le nove sonate, sia i cinque concerti con l'orchestra, sia, infine, i Sarcasmi e queste Visioni, sono costruiti in maniera assai salda, attorno a una idea centrale che affonda le radici nelle antiche monodie protocristiane per raggiungere e superare i migliori esiti delle avanguardie storiche. Ostinati ritmici, improvvisi squarci di luce, brandelli melodici struggenti: tutto è già presente in queste pagine relativamente giovanili - Prokofiev è nato nel 1891 e le Visions sono state scritte tra il ' 15 e il ' 17 - e costituisce chiaramente l'humus dal quale germineranno il terzo concerto per pianoforte e persino la partitura di Romeo e Giulietta. Con la Suite bergamasque di Debussy, il secondo titolo in programma, ci si addentra invece in una delle pagine più conosciute del repertorio: e il mo- Olli Mustonen nato a Helsinki i'T anni fa. ottimo conoscitore dell'universo ■sonoro di Prokofiev tivo della fama è almeno in questo caso ben giustificato dai quattro movimenti di cui è costruita la Suite, giocati tutti su evanescenti temi di danza. Infine, le Tretantré variazioni sopra un valzer di Diabelli, di Beethoven: una composizione di straordinaria ricchezza, nella quale il pianista deve ricorrere a una tecnica rispettosa delle dinamiche e dei fraseggi pur nella ricerca di una sonorità piena e, in qualche modo, «classica». Ventisette anni, nativo di Helsinki, Olii Mustonen sembra l'interprete ideale per reggere il peso di una simile sfida: la sua carriera, pur se brevissima, ha già conosciuto ottime affermazioni in tutto il mondo, spesso al fianco di orchestre e direttori di grande prestigio. Da buon conoscitore dell'universo sonoro di Prokofiev, nel suo prossimo futuro spicca tra l'altro la registrazione per la Decca dei concerti per pianoforte del grande compositore russo. Alfredo Ferrerò ON accade spesso che i legami tra pittura e musica siano stretti come nel caso di Kandinskij. Ma le arti, si sa, si richiamano a vicenda ed è quindi importante far eseguire concerti nella Galleria Civica d'Arte Moderna. L'iniziativa ebbe successo l'anno scorso con il titolo «Il sogno di Cocteau» (sentir suonare i mandolini di Picasso). Quest'anno si ripete con un titolo più dimesso ma chiarissimo, «Musica & Colore», e vede impegnati per otto domeniche esecutori torinesi.

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