Lindsay Kemp, una farfalla in scena

Lindsay Kemp, una farfalla in scena Lindsay Kemp, una farfalla in scena E' grande successo all'Alfieri per il gala «Danza! Una serata con...» Una vera parata di stelle con brani disuguali Un gala è una insalata mista dove tutti gli ingredienti devono sposarsi alla perfezione. In teorìa nessun gusto deve sovrastare gli altri, ma è inevitabile che qualche spezia forte abbia la meglio. Lo stesso capita nei gala. Ed è capitato lunedì sera all'Alfieri per «Danza! una serata con...» che allineava tutti nomi di vaglia. Tutti bravi, ma inevitabilmente gli applausi sono esplosi di fronte agli acrobatismi (circensi sin che si vuole, ma che belli!) di Maximiliano Guerra e Carlos Acosta. Questo non vuol dire che Luciana Savignano e Lindsay Kemp fossero da meno. Semplicemente, i lo- ro exploit, giocati su interpretazione e interiorizzazione, erano meno vistosi. Certo, i passi a due dal Dcn Chisciotte e Corsaire, Diana e Atteone, il Grand Fas Classique sono occasioni per strabiliare. Non soltanto per Acosta e Guerra dai balzi prodigiosi; ma anche per Lisa Cullum e Anita Magyari, molto a posto nel Don Chisciotte, meno a suo agio nel «Corsaire». Ma non mancavano gli squilibri. Per esempio «Blessure» di Diego Ciavatti su musica di Ciajkovskij è una coreografia inutile e polverosa. Noioso nonostante la bravura di Laura Contardi e Yan- nick Bouquin, ai quali rendeva più giustizia «Il giovane Apollo» realizzato da Kevin Haigen su musica di Britten. Allo stesso modo era francamente da dimenticare la «Butterfly» con Savignano e Marco Pierin. E' vero che dei morti non si dovrebbe parlar male, ma Paolo Bortoluzzi buonanima, splendido danzatore, qui come coreografo non ha dato il meglio di sé; E la musica di Puccini interpretata dalla Callas sovrastava tutto il resto. Decisamente molto meglio, Savignano e Pierin, in «La morte e la fanciulla» regolato da Robert Nortìi. Un discorso a parte merita Lin¬ grandissimi veli sorretti da sottili bastoncini dava l'impressione di prolungare all'infinito due enormi ah rese multicolori dal mutare deU'iUuminazione. «Carmen» infine ci mostrava una vecchia barbona che si porta a spasso i suoi averi ammassati in una carrozzina. E crede di essere Carmen: con gli sfatti riccioli rossi, la stracciata sottana a balze, le calze rosa bucate. Impagabile. Sergio Trombetta dsay Kemp che ha dato piccole ma gustose prove della sua sopraffina arte di interprete. «Il Fiore» su musica di Mozart lo vede, tutto bianco, muoversi con la lentezza' e la gentilezza di un fiore che sboccia. «L'Angelo», sul «Requiem» di Verdi, era una rivisitazione dell'arte primissimo '900 di Loie Fuller: qui Kemp con Luciana Savignano protagonista di una «Butterfly» e del brano «La morte e la fanciulla»